Benvenuta Roma! Finito il lunghissimo “precampionato”, i ragazzi di Luis Enrique giocano la loro prima vera gara. E la vincono. Da squadra tosta, arcigna, ma anche fantasiosa e spettacolare. Con quella personalità e strafottenza che hanno solo le grandi. Affronta il San Paolo di Napoli come fosse l’Olimpico. Nessun timore reverenziale, nessuna emozione. Ma l’immagine che scegliamo per questa “prima” è quella di Lamela e Osvaldo che giocano sia da terzini che da attaccanti. E segnano pure. Oppure quel ragazzino di Totti che corre e verticalizza come ai vecchi tempi o De Rossi che gioca in due ruoli contemporaneamente. Così nessuno si è ricordato a fine partita che mancavano Gago, Pizarro, Pijanic a centrocampo, perché un Greco e un Simplicio (non proprio due fenomeni…) in stato di grazia parevano Xavi e Iniesta. Per non parlare poi delle assenze in difesa di Kjaer e Burdisso, sostituiti dalla coppia Juan-Heinze, trasformata e ringiovanita dalla “macchina del tempo”. E’ stata la vittoria del gruppo e quindi di Luis Enrique e del suo credo. E’ bello vedere come la prima vittoria importante e abbondante sia arrivata con una formazione incerottata e piena di panchinari. A dimostrazione che in questa Roma American-spagnola non esistono titolari né riserve, tutti sono sullo stesso piano e alla fine gioca chi “mangia la terra” in allenamento. Esistono però punti di riferimento e pedine che strada facendo stanno costruendo l’ossatura di quel progetto-Roma che nel giro di un anno speriamo di poter ammirare tutti. Ieri sera si è ri-visto poi un protagonista fondamentale e atteso da tempo: la “dea bendata”. La stessa che sembrava aver voltato definitivamente le spalle prima a Udine, poi a Firenze, per non parlare del rigore vittoria sbagliato da Totti contro la Juventus. E invece stasera la fortuna è accorsa in abbondanza, dal gollonzo di Lamela agli errori di mira di Hamsik e soci. Con questo non vogliamo contraddire tutto il bene di cui abbiamo detto. L’impresa della Roma a Napoli è tale e non si discute. E la fortuna non è certo un demerito, ma la conferma ulteriore che i ragazzi di Luis Enrique sono stati audaci, bravi e se la sono meritata. La fortuna genera nuova fiducia, non ti fa mai sentire solo, ma forte e certo che la strada che hai imboccato è quella giusta. Anche se a volte sembra la più difficile e scomoda da percorrere. Da ieri sera la Roma ha una certezza in più: di essere finalmente una squadra vera, ricca di talento, di personalità, e capace di sacrificio. Ora serve un po’ di…
…continuità e di vittorie, prima ancora del bel gioco, per trasformare il sogno in un progetto vero. Intanto accontentiamoci di questa primo risultato e non sfidiamo troppo la sorte. In attesa di nuove conferme in quel di Bologna…
(Claudio Franchini)