Carisma infinito. Questa è la sensazione che ho avuto mercoledì all’udienza di Papa Francesco. Tutti i costruttori di macchine utensili che presenziavano all’incontro ne sono usciti scossi e commossi. Il carisma di Francesco discende dall’umiltà di porsi, dalla semplicità dei gesti e dalla facilità di sintetizzare in poche e semplici parole concetti che sono la base per la convivenza e lo sviluppo intellettuale e pratico dell’umanità. Per la storia dell’Ucimu l’incontro di Piazza San Pietro rimarrà una pietra miliare della propria storia, l’aver potuto rendere omaggio a così elevata e riconosciuta autorità, con la consegna della targa di socio onorario del Club Ucimu, dà ai costruttori italiani della macchina di base per ogni sviluppo industriale, alla macchina che dà sostanza al pensiero umano, un dovuto riconoscimento al loro impegno nell’innovare costantemente al fine di rendere meno gravoso il lavoro umano.
Mi è parsa questa una prolusione obbligata per far comprendere che, in tutti i campi, non si emerge con l’arroganza del sentirsi forti ma con l’intelligenza del comprendere come migliorando la vita degli altri si dia uno stile nuovo e più esaltante anche alla vita propria. Questo debbono comprenderlo anche nel mondo calcistico dove si pensa più ad abbattere l’avversario anziché a migliorare sè stessi: giovanissimi che non riescono a comprendere quale importante dono hanno avuto dalla vita e, anziché utilizzarlo, si impegnano esclusivamente a gettarlo, compiendo atti sleali (fingendo falli inesistenti), sparando cavolate (tweet uno più stupido dell’altro) e non compiendo professionalmente il proprio lavoro. Con ciò, aiutati anche molto spesso da dirigenti ed allenatori, non comprendono nemmeno la bellezza del lavoro/gioco che svolgono, fanno dichiarazioni o scontate o insulse: il calcio è assieme uno sport, uno spettacolo, un divertimento, se una delle componenti viene meno va alla rovina. Proprio perché è divertimento da oggi voglio lanciare un premio settimanale che, da ora a fine campionato e ad ogni giornata, assegnerò a mio insindacabile giudizio: il premio fattore C.
Oggi il premio spetta, senza dubbio, a Mirante, il portiere del Parma. A fine primo tempo dell’incontro Parma-Inter tiro di Cambiasso, palo interno, Mirante battuto è a terra, il pallone alle sue spalle gli passa lungo tutto il corpo, colpisce il tacco della scarpa sinistra e passando lungo la linea di porta finisce sul fondo. Questa è parata da Premio Fattore C. Ottime vittorie di Inter (con rete subito ad inizio secondo tempo, secondo giustizia calcistica) e Milan (con aiutini come da prassi): penso arriveranno entrambe all’Europa League. Grande rammarico per i bauscia che con troppi, stupidi pareggi casalinghi hanno buttato la Champions. Fra due turni il derby stabilirà chi vincerà lo scudetto di Milano, l’Inter parte favorita ma ai casciavid gira tutto bene.Bella impresa del Sassuolo sul campo del Chievo, ora “rischia” di salvarsi: sono contento per Squinzi, se avesse comperato…
…in estate i giocatori presi a gennaio sarebbe in eurozona. Il Verona ha battuto una Dea oramai appagata e con Torino, Milan e Lazio lotta per raggiungere la Beneamata (col cavolo che la raggiungono). Pirotecnica la partita di Roma fra Lazio e Torino: un 3-3 che depone come spesso lo spettacolo nasca nei momenti in cui le squadre, potendo giocare rilassate, pensano solo a segnare e con ciò a divertire.
Solita noiosa partita della gobba (come sempre nell’ultimo periodo) con un Bologna che non avrebbe demeritato il pareggio. Ma la Juve è tignosa, giocarci contro è come avere un granchio attaccato alle sacre corbelle e alla fine in Italia, spesso aiutata, vince sempre. La maggica lotta, gioca meglio, vince incontri difficili ma con i gobbi quest’anno non c’è niente da fare. Ripeto: lasciamo loro il trentesimo scudetto e che non rompano più. La Roma deve concentrarsi per chiudere l’anno brillantemente: battendo in casa Milan e Juve sarebbe il loro scudetto e non da poco. Ed ora vediamo di passare tutti una Santa Pasqua di resurrezione che ci rafforzi nella speranza senza la quale sarebbe difficile vivere il futuro. Lo auguro a me stesso e a tutto il mondo, ne abbiamo tanto bisogno.