Il potenziale educativo del lavoro è diventato strada per l’acquisizione di una qualifica di Istruzione e Formazione Professionale grazie all’accordo siglato tra Regione Lombardia e Ministeri del Lavoro e dell’Istruzione il 27 settembre u.s. L’accordo toglie un altro mattone dal muro di separazione della scuola dal mondo del lavoro; la scuola entra in azienda, l’apprendimento a partire da un’esperienza reale ricostituisce finalmente l’unità tra teoria e pratica, tra sapere e saper fare.
L’obiettivo dell’accordo muove esplicitamente dalla centralità della persona e intende contribuire alla personalizzazione dei percorsi formativi per affrontare la rigidità del sistema scolastico che espelle ogni anno migliaia di ragazzi al di fuori del circuito formativo. Il tentativo di dare ad ognuno il suo percorso è nell’origine della storia di accoglienza che ha dato vita alla Scuola Oliver Twist di Cometa, perché nessuno si perda, nella certezza che chiunque è educabile.
La Scuola, nata a Como dall’esperienza di alcune famiglie che si sono assunte l’impegno di educare in questi anni diverse centinaia di giovani, ha dato vita a un contesto di apprendimento in cui ogni ragazzo può trovare il suo percorso formativo (Progetto LiceoArtigianale).
Le attività vengono progettate per l’acquisizione di competenze; il raggiungimento degli obiettivi formativi non dipende innanzitutto dalla struttura curricolare della proposta, ma dall’effettività dell’apprendimento. Le unità formative per l’acquisizione delle competenze sono pensate per favorire l’apprendimento mediante esperienza reale, più che simulata (laboratoriale) o logico deduttiva (in aula).
Favorire l’esperienza reale vuol dire creare un processo di integrazione tra scuola e mondo del lavoro utilizzando il potenziale educativo di quest’ultimo. I ragazzi inseriti in azienda sentono di entrare nel “mondo degli adulti”, “qui non si fa per finta, ma si lavora davvero”, un posto in cui possono ricominciare finalmente dalla scoperta delle loro capacità dopo i loro ripetuti insuccessi in cui si sentivano definitivamente rinchiusi.
Oltre all’alternanza scuola-lavoro, non intesa semplicemente come tentata applicazione di concetti già appresi, ma quale luogo dell’acquisizione di conoscenze e abilità, l’integrazione viene realizzata con varie modalità. La formazione anche formale viene spesso svolta in situazione (laboratorio non a scuola, ma in un contesto aziendale), gli esami di qualifica vengono svolti in azienda, molte attività per l’acquisizione delle competenze professionali sono progettate interamente in bottega scuola e in Azienda Formativa (percorsi formali riprogettati per essere svolti in azienda).
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Il cosiddetto Apprendistato articolo 48, oggetto dell’accordo siglato, oggi completa la personalizzazione dell’offerta formativa accanto ai percorsi di Istruzione e Formazione Professionale regionali e ai percorsi sperimentali. Nell’ottica della personalizzazione la scuola propone da diversi anni anche il percorso del Liceo del Lavoro per i ragazzi fuoriusciti dal sistema scolastico.
I ragazzi, attraverso un percorso di alternanza scuola-lavoro, la mattina frequentano le botteghe degli artigiani, pranzano insieme con tutor e docenti in una dimensione familiare, al pomeriggio fanno scuola. Ragazzi che avevano rifiutato la scuola ritrovano il loro percorso di vita rientrando nei percorsi formativi istituzionali o stipulando contratti di lavoro. Per i diciottenni non ancora pronti per entrare nel mondo del lavoro e per chi vuole continuare a formarsi la scuola offre i percorsi di professionalizzazione dei Minimaster.
Le prossime sfide su cui stiamo lavorando puntano molto sulla prosecuzione della necessaria integrazione tra scuola e mondo del lavoro. Dovremo portare non solo la scuola in azienda, ma anche l’azienda a scuola favorendo la realizzazione di attività economiche rivolte al pubblico realizzate dai ragazzi della scuola all’interno di essa come già in Francia e in altri paesi.
Occorrerà promuovere in modo deciso la formazione superiore, non solo con le esperienze in partenza degli Istituti Tecnici Superiori, ma anche mediante i contratti di apprendistato di secondo livello e in alta formazione, in stretta collaborazione con le imprese per agevolare la transizione al mondo del lavoro.
Il primo contributo della Scuola Oliver Twist di Cometa, e delle ormai numerose esperienze analoghe a questa, oltre ai risultati educativi a favore dei ragazzi e delle loro famiglie, è forse proprio il suggerimento di ripartire dall’esperienza per arrivare alla conoscenza, possibilità di ripensare un sistema educativo nazionale ormai drammaticamente lontano dall’esperienza reale dei ragazzi.
(Alessandro Mele)