Solo pareggio ma pareggio comunque importante. Perché il Milan resta ampiamente in corsa per il passaggio agli ottavi di Champions League (e ora la partita decisiva diventa la prossima in trasferta contro l’Anderlecht) e perché sono arrivate risposte interessanti dal campo, a cominciare dalla reazione al gol incassato in una delle rare sortite offensive del Malaga. Ma ci sono anche i singoli, come la conferma della crescita costante di Montolivo, sempre più leader della squadra, la nuova buona prova di Bojan e, soprattutto, il ritorno al gol di Pato dopo undici mesi. Un altro passo verso la riconquista dell’autostima, sicuramente più probante dei pur risultati positivi del campionato: l’Europa è sempre banco di prova più significativo. Milan in cui Allegri sta mettendo mano a un interessante trapianto generazionale, con i limiti dell’immediato ma con interessanti sviluppi per il futuro, a patto di difendere il lavoro del tecnico e di attendere la crescita complessiva di chi oggi ha poco più di vent’anni. Per questo si può perdonare una serata non al massimo come inevitabilmente avvenuto per il celebrato El Sharaawy. Malaga che esce imbattuto da San Siro e che accede già agli ottavi, in compagnia del Porto. Quasi fatta per il Paris Saint Germain, dove Ibrahimovic si diverte a servire quattro assist, e tutto aperto negli altri gironi. Stupisce ancora una volta (in positivo) il Borussia Dortmund, che strappa il pareggio in casa del Real Madrid con un atteggiamento tremendamente offensivo e obbligando la squadra di Mourinho a una doppia rimonta, con 2-2 ottenuto solamente nel finale. Stupisce ancora una volta (in negativo) il Manchester City, obbligato a sua volta al 2-2 interno dall’Ajax, un pareggio che estromette praticamente la squadra di Mancini dalla Champions al primo turno, come avvenuto la passata stagione. A parziale giustificazione ci sono i danni provocati dal danese Rasmussen nel finale: prima annulla una rete regolare ad Aguero per presunto fuorigioco di Kolarov, poi nega il rigore a Balotelli nell’ultima azione utile. Una direzione di gara da sbattere in faccia a parecchi dei nostri dirigenti, più abili a polemizzare con gli arbitri che ad ammettere i propri errori. Ma prima il City – ricordiamolo – aveva permesso agli olandesi di andare sul 2-0 in 17 minuti. E anche questo qualcosa conta nel pallone. O no?