Tre aspetti oggi meritano una riflessione. Anzitutto il clima di una settimana strana ad Udine: i tifosi hanno voluto incontrare la squadra, non succede spesso in Friuli, e anche in questo l’Udinese si distingue. Il clima di tensione è comunque legato sempre e comunque a un livello sportivo che mai sfocia in violenza gratuita. Dallo slogan esposto davanti al campo di allenamento “maglia sudata, maglia onorata” a quello spuntato prima della partenza “forza ragazzi, la nord è con voi!” si denota affezione e cultura sportiva. Nervi “tesi” dunque a fare bene, ma probabilmente all’interno dello spogliatoio in maniera troppo accentuata, da segnalare infatti il litigio fra Guidolin e Allan risolto in fretta e bene da compagni e dirigenti. La riflessione su questi fatti è che a Udine spesso si respira tanta mentalità imprenditoriale che a volte ci si dimentica che a usufruire del prodotto, quindi a tifare la squadra, ci sono esseri umani dotati di sangue e materia grigia. E non sono stati tanto i risultati tardivi quanto la mancanza di gioco a scuotere veramente l’ambiente. L’intervento dei tifosi in effetti è servito a vedere cuore e polmoni in campo da parte dei propri giocatori, possiamo dire di aver visto la prima trasferta degna di essere classificata come partita di calcio, con tante occasioni da gol, molto agonismo e molta voglia di fare bene. Finalmente. La seconda riflessione è proprio sulla partita, partenza contratta per l’Udinese. Muriel non vede proprio palla, il Catania è asfissiante. Poi come era prevedibile comincia la gara di nervi fra due squadre in difficoltà, e alla prima azione dell’Udinese dopo un bello scambio Silva-Fernades, Muriel tira a lato di poco, la partita cambia decisamente, si iniziano ad accumulare tantissime occasioni da gol da entrambe le parti, velocità e determinazione mettono in crisi le difese che non riescono sempre a reggere l’urto degli attacchi. Ai punti probabilmente meriterebbe qualcosina di più l’Udinese, che ha preso anche un palo, ma a passare in vantaggio è il Catania su rigore. I bianconeri non perdono la voglia e anzi aumentano gli attacchi, quando sfruttano bene le fasce tornano a far vedere per la prima volta gli antichi fasti di una squadra che gli anni scorsi ha stupito l’Italia, Bruno Fernandes in mezzo al campo a 19 anni dimostra una personalità disarmante, Pereyra ieri sera ha ricordato a tratti quel Sanchez che molti rimpiangono per la facilità di corsa, il dribling e la capacità di giocare nello stretto. Nel secondo tempo diminuiscono le occasioni da gol e il motivo è che il Catania dopo dieci minuti di ripresa aveva già deciso di difendere il gol fatto, e gli assalti dell’Udinese si infrangono quasi tutti contro il muro rosa azzurro. Fra gli appunti un altro palo, tanta corsa, pochi palloni persi, giusta concentrazione in difesa, ma l’Udinese un pò come successo contro lo Slovan Liberec durante i preliminari non riesce a recuperare il gol subito nonostante la schiacciante supremazia. Ottimi punti per il Catania, altra occasione persa per l’Udinese per uscire dalla crisi, e il triplete che adesso aspetta i bianconeri non fa presagire niente di buono: Fiorentina, Juventus, Napoli. In bocca ai lupi. Stop. Niente da aggiungere, fuori l’orgoglio dimostrato oggi e la conseguente voglia di fare risultato e chissà che non ci scappi il solito sgambetto alle grandi che dall’Udinese ci si aspetta ogni campionato. Ultima riflessione è sul calcio in generale in una delle sue componenti essenziali: l’arbitraggio di ieri è stato pessimo, l’arbitro De Marco non è nuovo a partite arbitrate indegnamente. Ci vado giù duro, ero già cosciente prima della partita che qualcosa sarebbe successo, non in malafede badate bene, ma per una oggettiva incapacità dell’arbitro anche questa volta mal assistito dai suoi assistenti. Su De Marco i tifosi friulani avrebbero tanto da dire, tanto tanto, ma per essere obiettivi ci tengo a segnalare gli errori del cosiddetto arbitro anche “solo” in questa stagione. In Fiorentina-Cagliari rigore netto per Rossi non concesso e relativa espulsione per proteste a Pizarro; in Chievo-Juventus gol annullato a Paloschi per fuorigioco (inesistente) segnalato dal guardalinee Preti e confermato da De Marco, in Napoli-Torino rigore inesistente per il Napoli per un colpo di braccio di Glik colpevole di non essersi amputato il braccio prima della gara (braccio adeso al corpo), ed infine la partita di ieri. Insieme ad alcuni amici friulani avevo già puntato il dito contro i designatori per una assegnazione così scellerata, due squadre in crisi, zeppe peraltro di sudamericani sanguigni e agonisticamente dopati, in mano a un arbitro malato di protagonismo e probabilmente sopravvalutato. Risultato? Dopo sei minuti erano già due i giocatori friulani ammoniti (giusto il primo a Domizzi, assurdo il secondo a Basta), dopo una decina di minuti rischia anche Pinzi per un fallo inesistente a centrocampo, rigore per il Catania sacrosanto (contrariamente a quanto dica Michele Criscitiello, direttore di Udinese Channel, Domizzi si disinteressa completamente del pallone e abbraccia un avversario a cui stava per arrivare la palla, ingenuo il difensore bianconero), rigore per l’Udinese altrettanto lampante per fallo di mano netto di Tachtsidis, cartellino risparmiato a Pereyra per reazione dopo un fallo prolungato di Guarente, secondo regolamento probabilmente avrebbe potuto essere rosso per l’argentino. Nel secondo tempo da segnalare un cartellino “arancione” per un fallo (nemmeno fischiato) su Pereyra da parte di Capuano, altro rigore netto per mano di Legrottaglie che aumenta il volume del proprio corpo colpendo di gomito il pallone che Muriel si era portato avanti. Insomma la domanda che bisognerebbe porsi è se certi arbitri meritano veramente di arbitrare una partita di calcio, non riesco nemmeno a fare distinzioni di categorie, sono errori imbarazzanti quelli evidenziati, che denotano una incapacità di leggere le situazioni da segnalare a chi decide ogni domenica le assegnazioni.