Servizio Pubblico inizia con Santoro che snocciola il rosario delle disgrazie: un giovane su due che non lavora, tre milioni e mezzo di disoccupati, i laureati della Bocconi che vanno all’estero… e il Paese che, invece, canta “topolin, topolin”. Facile per Travaglio ricordare che è stata votata una legge che dice che un condannato non può sedere in Parlamento, ma poi ci si riserva di dare un giudizio politico… e così da mesi ci si sta baloccando con voto palese, voto segreto, retroattività, eccetera. Santoro ricorda che i Ligresti hanno chiesto al ministro Cancellieri di far uscire Giulia Ligresti che mal sopporta il carcere, la Cancellieri è intervenuta e l’ha fatta uscire, poi si è scoperto che il figlio della Cancellieri per un anno di lavoro alla Fonsai di Ligresti avrebbe percepito 3,6 milioni di euro. Se la ministra non mentirà, sostiene Santoro, vuol dire che il Paese è oramai un paese da favoletta, dove tutti quanti, in coro, e in fila cantano semplicemente “topolin, topolin”, con l’etica e il paese reale sull’orlo del baratro. Pubblicità
La trasmissione prosegue con la solita gag, oramai usurata, del riccioluto giornalista che tenta inutilmente di farsi rispondere sulla caduta del governo in caso di decadenza di Berlusconi, Tutti i leader Pdl si negano, tranne Formigoni, Casini, Giovanardi e Fitto (la DC) che non resistono alla tentazione di dichiarare qualcosa. In studio Santoro fa discutere il comportamento della Cancellieri. Mauro dice di fidarsi ma attende spiegazioni, Belpietro e Mentana trovano concordemente che il comportamento della ministra sia stato come minimo poco opportuno. Nitto Palma, già ex-ministro della giustizia di un governo Berlusconi, non commenta, e non ha tentennamenti nel sostenere che il voto sulla decadenza di Berlusconi doveva essere segreto. Persino Travaglio afferma di non capire perché non si è proseguita una tradizione di voto segreto… poi la spiegazione la trova: in gioco non c’è la prassi parlamentare, ma ben altre questioni che hanno a che fare, piuttosto, con il desiderio di elezioni. Pubblicità.
Nel suo editoriale, Travaglio sostiene che la missione dell’attuale governo è solo quella di tirare in lungo, perché se fa qualcosa, tipo la legge elettorale, concluderebbe il suo mandato. Così le larghe intese diventano le lunghe attese… nulla da dire, Travaglio si rivela anche un umorista niente male. La trasmissione prosegue stancamente soffermandosi su distinguo e ipotesi che possono interessare solamente degli appassionati politologi. Chissà a casa come si annoiano, persino al vecchio Yoda cascano le palpebre.
A un certo punto emerge le dura verità, anche grazie alla lucida analisi di Rampini da New York: tutto il mondo se la passa male, ma l’Italia è il Paese più indietro di tutti. Inoltre, mentre negli Stati Uniti gli aiuti alle banche si stanno riversando pian piano su imprese e cittadini, in Italia le banche si muovono solo per i pochi soliti noti. Interessante il servizio sui bancari, oggi in sciopero, in cui emergono le verità dei funzionari delle filiali che devono fronteggiare la gente disperata a fronte dei compensi milionari dei manager che passano da una banca all’altra con liquidazioni da capogiro, vedi Profumo con 38 milioni di euro!
Questa è la dura verità, il resto sono chiacchiere. E si va a dormire senza un briciolo di speranza.