Con 70 telecamere accese 24 ore su 24 piazzate all’interno del King’s College Hospital di Londra si costruisce uno dei tanti programmi di successo marcati Real Time, che va in onda a opera di Discovery Channel. “24 ore al Pronto soccorso” è una serie che racconta storie intense, drammatiche, d’amore, di vita e di morte. Protagonisti di ogni episodio sono i pazienti, che si ritrovano a essere curati nel medesimo arco di tempo di 24 ore. Catturando le gioie e i dolori che i pazienti e le loro famiglie devono affrontare, la serie mostra anche il duro lavoro e il livello di professionalità dello staff medico.
Si potrebbe dire che l’impianto dei programmi di Real Time è imperniato su un unico format, quello del reality, declinato in tutte le sue possibili accezioni. Reality che hanno anche tutti lo scopo di insegnare qualcosa o a fare qualcosa. Scorrendo i titoli scopriamo i tanti temi: si va da “Cerco casa disperatamente” a “Guardaroba perfetto”, da “Abito da sposa cercasi” ad “Alberi di Natale da favola” o a “Feste al risparmio”.
Quasi trenta sono i programmi originali creati in Italia, mentre molti altri sono ripresi e sottotitolati da programmi analoghi trasmessi in Inghilterra da Channel 4 e TLC. È non è l’unica offerta di Discovery Italia, l’editore televisivo che in breve tempo si è conquistato il terzo posto dietro Rai e Mediaset. Editore che ha anche la particolare caratteristica di essere gestito da una donna, Marinella Soldi, e che impiega quasi tutte donne.
Con un processo mirato di acquisizioni, Discovery Italia, che fa parte di Discovery Communications (potentissima multinazionale a livello mondiale) ha costruito un portfolio di 12 canali (sei free, sei pay) che insieme superano il 5% di share nelle 24 ore, superando Ti Media (La 7, Mtv) che raggiunge il 4,5%. Ma Marinella Soldi non si accontenta: pochi giorni fa ha appena acquistato Deejay TV dal Gruppo Espresso, conquistando di fatto il canale 9 del DTT.
Può sembrare curioso che un leader della tv a pagamento decida di investire nella tv tradizionale, ma in realtà non è così. Perché non è vero che il digitale terrestre è fatto per un’offerta generalista solo perché vi ha trasmigrato in blocco l’offerta di Rai e Mediaset. In realtà, la moltiplicazione dei canali gratuiti permessa dal digitale terrestre consente agli editori che lo vogliano di raggiungere segmenti di pubblico con una programmazione dedicata. Il successo dei canali di Discovery sulla tv-pay spinge naturalmente a cercare di portare la propria offerta a un pubblico potenzialmente assai più vasto che accede gratuitamente ai canali DTT.
L’intelligente mossa di Discovery, che non è nuova a questo tipo di operazioni, mira – come già accadde conReal Time – a far guadagnare visibilità ai canali di tutto il gruppo, trasformando il canale 9 in una brillante vetrina per tutto il resto dell’offerta. “Partendo dall’Italia – sottolinea Marinella Soldi – e cogliendo l’occasione dell’arrivo del digitale terrestre, abbiamo preso uno dei canali che avevamo su Sky, Real Time, e lo abbiamo messo anche sul free to air. Da lì è partito un grandissimo successo e si sa che l’appetito vien mangiando. Per noi, ora, significherà farsi conoscere, vedere e testare un nuovo pubblico, e poter contare su un’ammiraglia per tutto il resto del portfolio. È un ampliamento naturale, anche se non scontato, del tipo di televisione che abbiamo fatto fino adesso”.
Che cosa avrebbe impedito a Rai e Mediaset di fare lo stesso? Nulla, naturalmente, se non la pigrizia di riposare sugli allori e lo sfruttare all’infinito rendite di posizione consolidate. Così di fronte a un’offerta fatta di programmi sempre uguali da dieci-quindici anni (!), ti arriva una manager che, con la sensibilità pratica delle donne, inventando programmi nuovi e traducendone o adattandone di già esistenti, riesce a catturare con un’offerta apparentemente generalista – ad esempio – una grande fetta di pubblico giovanissimo che la tv generalista “classica” non era più capace di intercettare.
Basta provare a chiedere a qualche ragazza ventenne, una di quelle che credereste persa solo nei social network, se non ha mai visto “Abito da sposa cercasi”, magari solo per divertirsi all’approccio scanzonato intorno a sogni che i giovani non sembrano più avere, e invece, sotto sotto… Tutto lascia credere che l’intuizione di Marinella Soldi sarà per Discovery un ulteriore successo: i pachidermi della tv stanno soffrendo a causa della loro stessa dimensione, inseguendo sanguinolente spending review su obsoleti e farraginosi meccanismi produttivi e investendo inoltre somme enormi per cercare di espandersi nell’offerta pay… mentre la gazzella Discovery, abituata a creare e produrre idee nuove con pochi mezzi sulla pay, si appresta ora a farlo sui canali in chiaro. Ne vedremo delle belle: in tutti i sensi.