Finalmente ci ho messo le mani sopra. È lui. C’è. BluRay 3D, of course, che non posso perdermi cotale perfezione con un banalissimo 2D e al diavolo il mal di testa da occhialini. È per una buona causa. Direi anzi ottima. Ho comprato infatti “Thor 2 – The Dark World”, per la gioia delle mie pupille. Non sono l’unica a pensarla così. La fine e circostanziata critica che mia cugina ha fatto di questo film è infatti stata la seguente: “C’era una scena… una scena che non c’entrava un tubo con quello che era appena successo, non serviva a un tubo per quello che sarebbe successo, non serviva nemmeno per il film… ma, oh, Dana… era la scena più bella del film!” Trattandosi di Chris Hemsworth a torso nudo, dai, diciamolo… non posso darle torto. Ondepercuiciò, oggi sono in mood superereroi fumettari e Vendicatori sparsi: welcome to Marvel movies!
Cominciamo, ovviamente, da “Thor”. Thor, in tutta onestà, è un vero e proprio pacioccone patatone, come testimonia anche il suo appendere il martellone al chiodo quando torna a casa nel secondo film. Sorvolando su un Guardiano del Bifrost di colore (noto abitante dell’Islanda d’epoca, del resto…) e su un Jackie Chan tipicamente scandinavo (del resto si sa che i cinesi ormai sono un po’ ovunque), segnaliamo questo: Thor e il prof stanno bevendo una pinta di birra corretta alla goccia. Notiamo come nei primi piani la birra sia quasi a metà boccale, mentre nei campi lunghi sia ancora a boccale quasi pieno. Un tipico bicchierismo che fa tenerezza anche lui.
In “Thor 2 – The Dark World”, che io ambivo a vedere soprattutto per sapere come avrebbe giustificato il patatone di cui sopra l’essere atterrato, appunto, per aiutare gli altri Avengers due anni prima, ma NON essere passato a mantenere la promessa del “farò ritorno per te” fatta alla Natalie Portman che lo attendeva, novella Penelope. Ho scoperto che se l’è cavata con una giustificazione modello “Il traffico, il lavoro, ho fatto proprio una toccata e fuga, ho citofonato e non ha risposto nessuno…” che mi ha steso. Vabbè. Jane parla al cellulare con il tizio del suo appuntamento. C’è solo da capire che rete sta usando perché lei, tecnicamente, è in un altro mondo rispetto al tizio… Non oso immaginare quanto costi una telefonata del genere, giuro!
Passiamo a “Daredevil”, ora, un altro eroe Marvel che ha avuto meno fortuna rispetto ai suoi fratellini. Forse non era ancora il momento adatto, visto che ora funghettano un po’ ovunque. Daredevil è in ospedale e viene svegliato dalle gocce della flebo. Peccato che nulla di nulla lo colleghi alla flebo e se la flebo non è in vena, col piffero che la goccia può scendere. Nemmeno per svegliare DD.
Il suo spin off, “Elektra”, mi piace per la presenza nei tre minuti iniziali di Jason Isaacs, il mio secondo attore preferito. Elektra ha appena sorpreso una ragazzotta, tale Abby, che tentava di spazzarle il suo importantissimo ciondolo. Nelle prime due inquadrature (la seconda è un dettaglio dell’oggetto, per capirci) è chiarissimo come la Garner abbia la catenina nella mano sinistra, ma nella terza clamorosamente ecco l’oggetto passato di colpo nella destra!
Un altro Marvellino che adoro perché è toposissimo come Thor è “HellBoy”. Hellboy è il tipico maschio tordo che non capirebbe che una gli sbava dietro nemmeno se glielo dicesse spiegandolo coi disegnini. Proprio per questo è toposo, perché quando poi lo capisce (è dura, eh, ma a volte capiscono anche loro anche se ci vuole un film intero…) è tutto coccole e pensierini. Cucciolo, lui… Hellboy ha una pistolazza da far invidia a Terminator e ci infila un tamburo da 6 colpi fatti “con le sue sante manine” (cito testualmente). Lui, però, al mostrone piovroso ne spara sette… il settimo da dove l’ha tirato fuori, per curiosità?
Per completezza di patatosità segnaliamo anche “Hellboy 2 – The Golden Army”. Nella parte iniziale del film Hellboy e colleghi affrontano uno sciame di creature chiamate “fate dei denti” perché, come dice Abe, divorano tutto di una persona però preferiscono partire dai denti. Eppure, quando si ha uno stacco sul corpo di un agente del BPRD mangiato vivo da queste creature, si intravede il teschio di costui che ha ancora tutti i denti al loro posto. Che avesse una dentiera?
Torniamo ora nella sezione più extrafaiga dei nostri Supereroi. Tipo, come non considerare “Captain America”? Da dire che Chris Evans anche come Torcia Umana dei “Fantastici 4” aveva il suo perché, ma qui… è un perché più convinto, ecco. Steve è stato potenziato e si apre la capsula; nella tasca sinistra dei pantaloni si distingue chiaramente la sagoma di un cellulare, non più presente quando, un paio di scene dopo, corre verso il dottore.
Prima del gran finale, andiamo a spulciare quello che è probabilmente il mio Vendicatore preferito, l’unico con un ego che può rivaleggiare col mio: “Iron Man”. Tony Stark si risveglia dall’anestesia e si sfila un sondino nasogastrico fissato con del cerotto alla narice destra. Mentre è inquadrato di lato (inquadratura necessaria a dare l’illusione che stia sfilando davvero qualcosa dal naso) il cerotto scompare per poi ricomparire quando è inquadrato di fronte.
In “Iron Man 2”, forse il peggiore dei tre film, quello con un Mickey Rourke che sembra il trisavolo delle “Nove settimane e mezzo” di erotica memoria, citiamo un bicchierismo: mentre Vanko e Hammer parlano a cena, un cameriere sta riempiendo a Vanko il bicchiere di vino rosso… ma l’istante successivo il cameriere è svanito nel nulla e il vino nel bicchiere è perfettamente immobile.
“Iron Man 3” invece, ci presenta questo: dopo il primo attacco di panico, Stark indossa l’armatura e vola via, mentre la folla lo osserva. Alcuni, come ad esempio la bella ragazza col reggiseno del bikini nero che è proprio accanto a Stark, non alzano la testa quando Iron Man gli decolla davanti, perché in fase di riprese non c’era nulla e Iron Man è stato aggiunto in postproduzione. Forse non è un errore, ma sembra piuttosto inusuale guardare in adorazione Iron Man a terra e non alzare la testa per seguirlo quando decolla a due metri da te…
Concludiamo con “The Avengers”, in attesa di poter sbav… ehm, vedere il secondo. Ovviamente per la trama, cosa credete? Qui più che altro siamo perplessi: fanno parte di un’agenzia supersegreta che ha una finta portaerei come base (il resto della base è sott’acqua e si alza in volo) eppure sul ponte principale della portaerei è stampato in un colore giallo, proprio il logo dell’agenzia segreta…
Bene, fanciulli, anche per oggi è tutto. Fate i bravi e ci sentiamo venerdì: puntuale come Equitalia & prolissa come i regolamenti europei, as usual. Baciuz!