Una delle prime conquiste del bambino è quella di imparare a camminare. E’ così che può raggiungere ciò che desidera: può far suoi gli oggetti e conoscere più a fondo la realtà, può gettarsi tra le braccia del papà o della mamma che vede tese verso di lui come un invito, come una meta sicura.
Tutta la nostra vita è destinata ad essere un cammino nel quale è possibile vivere esperienze significative che ci vedranno alla fine cambiati, arricchiti. Il pellegrino è chi si mette in cammino per raggiungere una meta certa, pronto ad affrontare fatiche e disagi ma anche a fare esperienza, durante il viaggio, della compagnia di amici che con lui condividono la strada.
Ecco perché una mostra sul pellegrinaggio: per ricordarci che l’atteggiamento più ragionevole è proprio quello che ogni mattina ci rimette in movimento, come il pellegrino, verso la meta. Ma un pellegrinaggio, per essere vero, non può limitarsi ad essere solo uno spostamento geografico da un luogo all’altro, a questo spostamento nello spazio deve corrispondere un cammino interiore, un cambiamento del cuore, proprio come avviene nel viaggio di Dante dalle tenebre dell’Inferno alla luce splendente di grazia del Paradiso. Un viaggio che permetta alla fine di uscire a “riveder le stelle” con occhi nuovi.
Come non guardare allora a Dante, modello esemplare del pellegrino che ognuno di noi è chiamato ad essere? E come però riuscire a proporre l’opera del “ Sommo Poeta” ai bambini della scuola primaria?
Innanzitutto partendo da una sua descrizione fisica e morale mutuata da Boccaccio. Dante ha così assunto una forma concreta ai loro occhi: è divenuto davvero un compagno di avventure. E’ stato poi utilizzata un’edizione per bambini della Divina commedia attraverso la lettura della quale è stato possibile seguire il fantastico viaggio di Dante. Ogni classe si è soffermata sul canto dell’opera che corrispondeva maggiormente all’attività didattica prevista e ha realizzato dei lavori creativi per l’allestimento delle stanze sensoriali della mostra.
Le classi prime hanno lavorato sull’incontro di Dante con il maestro Virgilio, Dante visto come discepolo in cammino, guidato dal maestro Virgilio, in grado di indicargli la strada. Per concretizzare l’idea dell’essere discepolo si sono proposti ai bambini dei giochi chiamati “di fiducia”: un percorso con alcuni ostacoli da compiersi bendati, prima da soli poi con la guida di un compagno. Nel primo caso i bambini non sono riusciti ad evitare gli ostacoli, mentre, nel secondo, guidati hanno fatto correttamente il percorso. In classe si è aperta poi la discussione che ha visto il contributo eccezionale delle loro esperienze (e lo stupore degli insegnanti per la bellezza delle cose udite!) raccolte poi in due libretti dal titolo: “Maestri per noi” e “Mi fido di te”. Aiutati dai bambini di seconda hanno realizzato i massi per rendere irto e fastidioso il cammino nell’Inferno.
Le classi seconde hanno letto la Genesi per assaporare la bellezza della Creazione che hanno poi ritrovato nella cantica del Purgatorio. È stato da loro realizzato un pannello introduttivo rappresentante la luce e il buio e create sei scatole all’interno di ciascuna delle quali si è rappresentato, con diversi materiali, ciò che Dio aveva creato giorno per giorno.
Le classi terze hanno svolto un lavoro sull’importanza delle tradizioni. Si è cercato di capire il significato della parola TRADIZIONE attraverso il lavoro didattico svolto sulla storia personale. Nei laboratori creativi si è costruita la “macchina del tempo” che, metaforicamente, è stato lo strumento attraverso il quale i bambini sono stati proiettati indietro nel passato. Dalla lettura del canto della Divina Commedia si è visto che anche Dante ha desiderato conoscere le sue radici e per questo chiede al suo antenato Cacciaguida di parlargliene. Ognuno di noi sente infatti il desiderio di appartenere ad una storia, ad una tradizione, dentro la quale, come accade all’albero con il terreno, poter affondare le proprie radici. In previsione del sacramento della Riconciliazione che i bambini avrebbero nell’anno ricevuto, è stato affrontato anche il tema del pentimento e del perdono attraverso il canto del Purgatorio che parla di Bonconte da Montefeltro.
Dopo aver letto il ritrovarsi di Dante nella selva oscura e il suo incontro con le tre fiere, le classi quarte hanno lavorato sui sentimenti e in particolare su quello della paura, sentimento difficile da accettare, creando testi su esperienze personali, leggendo brani d’autore sull’argomento, creando la selva oscura e il bellissimo pannello raffigurante le tre fiere e conoscendo approfonditamente alcune opere d’arte (P. Picasso, “Guernica”, 1937; E. Munch, “Il Grido” 1893; V. Van Gogh, “Campo di grano con corvi” 1890). Hanno inoltre approfondito la figura di San Benedetto e del lavoro dei monaci creando, dopo una visita al monastero “La Cascinazza” e all’Abbazia di Chiaravalle, un manoscritto con miniature e un pannello sulle abbazie e i lavori dei monaci.
I bambini di quinta hanno incontrato la figura di Ulisse realizzando, aiutatati da un papà, la nave rivestita di strisce di cartoncino ciascuna delle quali riportava un obiettivo raggiunto durante il viaggio di quest’anno a scuola, e il telaio di Penelope. Molto interessante è stato il lavoro nato dal loro stupore quando hanno ritrovato Ulisse nell’Inferno, al fondo era stato mosso da un desiderio di conoscenza! Dopo varie riflessioni sono giunti a cogliere però la differenza tra Dante, che nel suo viaggio si affida ad una guida, e Ulisse che ha sempre scelto di agire da solo. Hanno capito cioè che all’uomo è chiesto di imparare ad accettare i propri limiti imparando ad affidarsi a chi è più grande di lui. Hanno inoltre lavorato sul concetto di misericordia e di perdono, attraverso il canto di Bonconte da Montefeltro e sul saluto a Virgilio che è un po’ come l’esperienza che, alla fine della quinta, i bambini fanno per intraprendere una nuova avventura, con nuovi “maestri”. A noi adulti è dato il compito di affidarli ad altri con la speranza di essere riusciti ad educare il loro “arbitrio libero, dritto e sano” I grandi hanno inoltre contribuito alla creazione della montagna del Purgatorio e all’allestimento della stanza del Paradiso, che accoglie come un abbraccio morbido tutti coloro che entrano.
La mostra termina con le parole della canzone di Chieffo stampate sopra un’immagine che ritrae genitori, bambini, insegnanti e tutto il personale della scuola. Proprio come un popolo in cammino, anche noi invochiamo la protezione di Maria , perché la Sua tenerezza sostenga i nostri incerti passi verso la meta: “Protegga il nostro popolo in cammino la tenerezza del Tuo vero amore”