Perché così tanto stupore? La richiesta di risarcimento avanzata dalla Juventus nei confronti della Federazione e dell’Inter non è niente di nuovo, ma è solo la normale evoluzione del percorso che ha portato Andrea Agnelli alla carica di presidente. Da subito il figlio di Umberto ha alzato la voce e ha fatto capire che la Juve sarebbe andata avanti alla ricerca di un trattamento equo. Lasciando perdere il capitolo intercettazioni (chi le ha commissionate e soprattutto chi le ha selezionate), la Juventus ha il diritto-dovere di chiedere un risarcimento. Non tanto all’Inter (ha beneficiato di un regalo), ma alla Federazione che ha permesso con i suoi saggi di arrivare alle decisioni dell’estate 2006 e che ha tollerato un immediato (e troppo repentino) processo sportivo. La caccia alle streghe di cinque anni fa ha portato sul rogo la storia del club italiano con più tricolori nel cassetto. E ad Abete, che ha polemizzato sulla data della richiesta bianconera (nel giorno in cui veniva consegnato a Platini il premio Facchetti), va ricordato che non ci si può sempre trincerare dietro a un sorriso di circostanza, ma che in certi casi chi ha delle responsabilità, deve avere il coraggio di prendere delle decisioni. L’arringa di Palazzi nei confronti dell’Inter esige una risposta dal mondo del calcio: nessuno vuole una punizione retroattiva, ma semplicemente la parola fine a questa vicenda che rischia di avvelenare per altri anni il mondo del pallone. La politica del vedremo non porta da nessuna parte. La Vecchia Signora fa bene a invocare la giustizia, fa un po’ meno bene a coinvolgere continuamente in ballo l’Inter: rischia di rendersi antipatica agli occhi degli appassionati di calcio. Come ha fatto male a suo tempo a non prendere le difese dei suoi tesserati (Moggi e Giraudo), esponendo così il club al massacro mediatico. Come ha fatto male, all’indomani del processo ordinario di Napoli, a scaricare nuovamente l’ex direttore generale Luciano Moggi. Andrea Agnelli si sta dimostrando un presidente coraggioso (con il rischio non troppo remoto che la squadra venga messa all’indice dal Palazzo e dalla classe arbitrale), anche se deve ancora assimilare l’arte della temperanza come quando parla del capitano nonché bandiera Alessandro Del Piero. La Juve ha il dovere di rendere omaggio al 37enne Pinturicchio e di fare tutto il possibile perché il rapporto non si interrompa bruscamente. Agnelli, amato dai tifosi, dovrebbe sapere che anche…
…Alessandro è amato. E’ giusto che ogni decisione venga presa a giugno, ma la società deve avere il buon gusto di non tornare continuamente sull’argomento. Del Piero, campione di stile, non lo merita. Luciano Zanardini