Operazioni di marketing e non di mercato, così le hanno definite: elettorale, nel caso del Milan; commerciale, nel caso della Roma. Un ragionamento che, per carità, ci può anche stare. Perché, storicamente, chi ha vissuto il connubio pallone-politica ha sempre usato il primo per trainare la seconda nei momenti di ricerca del consenso, e il Milan di Silvio Berlusconi non ne è andato esente in passato. E perché, non solo storicamente, un prodotto è più facilmente vendibile quanto più traina sul mercato, e questo è il futuro che si augurano per la Roma.
Però, se l’analisi va più nel profondo, il finale di mercato da protagonisti riporta al centro dell’attenzione due club che si erano defilati per tutta l’estate (e non solo), con ricadute che vanno oltre la facile analisi di operazioni guidate maggiormente dall’opportunismo più che dal raziocinio tecnico. Prendete il Milan. Lo davamo smarrito nel mezzo dell’estate, tra i faticati primi passi della nuova gestione Allegri e una voce entrate dipendente dal Genoa (Amelia, Boateng e Papastathopoulos). Le ultime ore agostane, unite all’ottimo debutto in campionato e ai malesseri dell’Inter, l’hanno trasformato nel nuovo che avanza. Tutto merito di Zlatan Ibrahimovic uno che, volenti o nolenti, fa sempre la differenza nel club cui vende i propri servigi. Chiedere a Juventus, Inter e – nonostante tutto – Barcellona. Lo svedese è destinato a essere l’elemento che cambia drasticamente gli equilibri sul campo, per la capacità di portare sulle proprie spalle un intero reparto. Con la differenza che, rispetto all’Inter, potrà godere della qualità di Pirlo, della fantasia di Ronaldinho e della partnership di Pato, gente che segna e fa segnare. Con l’aggiunta dell’ultimo arrivo Robinho che, inserito nella colonia brasiliana rossonera, potrebbe ritrovare un equilibrio personale e divenire l’alternativa di lusso per la prima linea.
Prendete poi la Roma, dipendente direttamente dal Milan. Perché dai rossoneri arriva Marco Borriello, che nella Capitale ritrova la fiducia perduta a Milanello. Lui chiedeva attenzione e un progetto: per questo ha mollato uno schiaffone alla Juventus e si è affidato ai giallorossi. Per il godimento di Claudio Ranieri, in possesso ora di un terminale offensivo che – se non sarà bersagliato dai soliti infortuni – potrà essere un finalizzatore oggi ben più credibile di Adriano. Un ingresso che non mette la Roma al pari di Inter e Milan, ma sicuramente l’avvicina parecchio. Per la felicità di chi sperava in un campionato finalmente non più a senso unico.