C’era bisogno del salto di qualità e salto di qualità non è stato. La squadra di Mazzarri incappa nell’ennesima giornata negativa di stagione e si fa fermare da un onesto Bologna. I felsieni, ordinati e sempre “sul pezzo”, hanno buon gioco nello spegnere le fonti di gioco azzurre sul nascere. Una manovra troppo lenta quella dei partenopei, come sempre in affanno quando c’è da fraseggiare negli spazi stretti. La cronistoria di una non-vittoria scontata, si apre con l’erroraccio di Hamsik e si chiude con il Bologna nella metà campo del Napoli, a frustrare ogni speranza di acciuffare i tre punti nel finale. Purtroppo non c’è nulla da recriminare, semplicemente accettare il verdetto del campo ed essere consapevoli che a doversi rammaricare maggiormente è il Bologna e non la squadra azzurra. Sul piano tattico, Pioli si conferma ancora una volta bestia nera per Mazzarri. Il tecnico del Bologna, dopo aver già bloccato per ben due volte il Napoli nella scorsa stagione, quando allenava il Chievo, fa passare un’altra serata difficile alla squadra partenopea. L’allenatore felsineo vince ampiamente lo scontro tattico ingolfando il motore delle fasce azzurre e riducendo al minimo le occasioni da rete dei padroni di casa. Se a questo si aggiunge che la difesa di Mazzarri decide di farsi gol praticamente da sola, allora ecco che la serata diventa, se possibile, ancora più difficile. È un liscio di Campagnaro (e l’assoluta staticità dell’intero pacchetto arretrato) a spianare la strada per la rete di Acquafresca, ancora incredulo per tanta grazia. Per carità un passaggio a vuoto capita, ma quando un regalo difensivo a partita diventa la regola, c’è davvero qualcosa che non va. Poco importa che sia una questione di singoli o di automatismi, la porta azzurra non termina una gara inviolata da ormai tempo immemore e la colpa non è sicuramente di De Sanctis. Questione di testa più che di gambe perché un innocuo tiro-cross di Pulzetti non può diventare tanto letale, soprattutto in partite così equilibrate, dove ogni minimo errore lo si paga caro. Il conto odierno sono due punti persi ed un’occasione di avvicinarsi al treno di vetta malamente sprecata. Verdetti definitivi non si possono ancora dare, manca più di metà campionato ed i punti in palio sono ancora tanti. Una consapevolezza che deve però essere uno stimolo, non un alibi.
Perché, a furia di dire che il campionato è ancora lungo, passano le giornate e la continuità sembra non entrare nel patrimonio genetico della squadra di Mazzarri. Settimana prossima si va a Siena, con due punti in meno nel carniere e con la voglia di recuperarli immediatamente. In fondo è solo questione di concentrazione e voglia; per tornare a sperare basta Pocho.
(Massimiliano de Cesare)