L’ambiente soffre? Evitiamo le nascite nel terzo mondo. Francamente la ricetta di Al Gore, Premio Nobel per la Pace tra i più contestati della storia, appare fuori luogo e “razzista”. L’ex Vicepresidente degli Stati Uniti, tra i più influenti sponsor dell’allarme ambientale e più volte contestato per i suoi interessi diretti nell’industria ambientalista, nei giorni scorsi ha usato termini assolutamente incredibili per sensibilizzare l’opinione pubblicare sull’allarme ambientale del Pianeta.
A pochi giorni dalla entrata della sua “app” nel mondo iPad, con immagini bellissime e commenti allarmanti, Al Gore nella conferenza tenuta a New York qualche giorno fa si è concentrato quasi esclusivamente sulla crescita della popolazione mondiale facendo sfoggio di terminologie degne dei più noti e datati “maltusiani” ed eugenisti dei secoli scorsi. Tutto ciò, ovviamente, ha ricevuto apprezzamenti e applausi dalle potenti Fondazioni e Associazioni abortiste americane che operano su “larga scala”.
Il cambiamento climatico – ha detto Al Gore – si ottiene solo “stabilizzando la popolazione”. Ma la sua richiesta si è spinta oltre, “è indispensabile passare a una vera e propria amministrazione della fertilità” tra i poveri per ridurre la popolazione mondiale. Tutto ciò attraverso una vera e propria campagna massiccia di educazione per bambine e donne, affinché possano avere decidere quanti figli avere e a quale tempo di distanza l’uno dall’altro.
Gli intenti sono tra i più generosi di sempre, dovremmo commuoverci nell’ascoltare che è necessario “aumentare i tassi di sopravvivenza infantile, così che i padri si sentano a proprio agio nell’avere una famiglia piccola”. Tutti felici nella società più equilibrata e degna, secondo le commoventi menzogne di Sir Francis Galton, l’ideologo dell’eugenetica. Peccato che questa ideologica futura felicità non faccia il conto degli innocenti morti negli aborti di massa e della violenza che le donne subiscono attraverso i pressanti inviti alla sterilizzazione.
E ancora: padri felici e ragazze ben educate sono i due fattori fondamentali per avere un effetto moltiplicatore “positivo, cioè la popolazione comincia a stabilizzarsi e a prendere le migliori decisioni e le decisioni più equilibrate”. C’è da rimanere senza parole per l’arroganza e la misconoscenza ideologica della realtà: ad Al Gore sarebbe bastato leggere le ultime proiezioni dell’Onu sull’andamento della popolazione mondiale o i dati sconvolgenti sugli effetti disastrosi che deriveranno dalla politica del “figlio unico” in Cina e India.
Recentemente, proprio in Italia si è aperto un varco scientifico sulle “vetuste e orribili” teorie maltusiane con il libro, edito da Rubbettino, dei Professori Rosina e Tanturri (Goodbye Malthus), nel quale si dimostra la loro assoluta infondatezza. Allora perché rimangono così di moda anche da noi? Forse gli interessi di “dominio” e di “razza” da parte di lobbies e fondazioni internazionali, prontamente e potentemente finanziate dai nostri soldi attraverso l’Onu, consentono che rimanga in vita un mito dai piedi, scientificamente parlando, di argilla. Lo stesso Al Gore ha avuto la sfrontatezza di citare la pianificazione familiare, aborto compreso, come mezzo per ridurre in cinque anni i danni ambientali. Insomma, per salvare una foresta o un picchio sarebbe necessario accoppare qualche decina di bambini!?
Il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione, Unfpa, afferma che più di 200 milioni di donne hanno un desiderio insoddisfatto di anticoncezionali; tuttavia qualcosa sta cambiando. Il Presidente del Population Research Institute, Steven Mosher, ha dovuto ammettere che il calcolo di questa cifra è dovuto a una proiezione statistica partendo dai dati delle donne che avevano partorito negli ultimi due anni. Le menzogne cominciano ad avere le gambe corte: Al Gore dovrebbe “resettarsi” o rischia grosse figuracce…