SERIE A – Non si poteva oggettivamente chiedere di più alla pausa del campionato: quattro squadre raccolte in sei punti nella lotta scudetto non si vedevano da tempo immemorabile, incredibile per appassionati ormai assuefatti allo schema “Inter-contro un’avversaria”, quasi sempre impersonata dalla Roma. Invece ecco la filastrocca Milan-Inter-Napoli-Udinese, con le prime due a confermare i pronostici dell’estate e le seconde due a impersonare il ruolo della (grande) sorpresa. Rimangono otto giornate da qui alla fine del campionato e tutto sarà possibile, soprattuto se si pensa che si ripartirà il 2 aprile con Milan-Inter per proseguire il giorno dopo con Napoli-Lazio, due confronti ad alto livello che finiscono per mettere il posticipo Juventus-Roma sullo sfondo, per demerito di chi era chiamato a un torneo di vertice e non ha mantenuto le attese. Ci saranno adesso due settimane per analizzare i pro e i contro delle quattro contendenti, per capire chi andrà a favorire il calendario, per soppesare se e quanto conteranno le assenze.
Nell’immediato è forse più utile soffermarsi su chi ha permesso la creazione di una tale ammucchiata in vetta, possibile unicamente grazie alla frenata di cui è stato protagonista il Milan. Per i rossoneri un solo punto in due partite pronosticate da bottino pieno, visto valore e condizione delle avversarie. La squadra di Allegri paga le fatiche offensive, che hanno condotto all’eliminazione in Champions League (zero gol in 180 minuti contro il Tottenham) e a una rete appena nelle ultime due giornate. E, soprattutto, le amnesie difensive. Queste ultime devono preoccupare l’allenatore rossonero, perché non si possono concedere i gol concessi al Bari e al Palermo con un reparto teoricamente schierato e regolarmente beffato.
SERIE A, MILAN, INTER, NAPOLI, UDINESE CONTINUA, CLICCA QUI SOTTO
Un reparto, poi, sicuramente non privo di esperienza. Allegri dovrà lavorare a fondo su questi particolari, che già nell’ultimo periodo di Ancelotti e nella gestione di Leonardo, erano costati parecchi punti in classifica. Poi dovrà trovare alternative all’assenza di Ibrahimovic in attacco: a Palermo il Milan è sembrato incapace di capire che occorre battere nuove strade tattiche in assenza dello svedese. Una circostanza ancor più grave visti i guai fisici che impediscono a Boateng di creare la differenza, come avvenuto in passato, e visto l’evidente ritardo di Cassano quando viene chiamato a sostenere il reparto in una situazione che richiede ampia autonomia fisica e atletica. Perché il rischio per il Milan, dopo aver perso l’Europa, è quello di perdere anche l’Italia. Resta la capolista, come ama ripetere l’allenatore rossonero, ma dietro possiedono tanta, tantissima determinazione.