Per una parte degli italiani parlare male dell’Europa e come parlar male di Garibaldi, non si può, e la cosa strana è che ciò succede soprattutto a sinistra. Costoro rimarranno sorpresi da quanto sta succedendo tra la sinistra francese, almeno una sua parte, e l’Ue, o meglio il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso. Uno scontro a base di male parole, che metterà in imbarazzo chi si adonta per Berlusconi che dice di infischiarci di ciò che ci dice la Ue.
Domenica scorsa, in un’intervista alla radio France Inter, il ministro del Risanamento produttivo Arnaud Montebourg ha attaccato il presidente della Commissione accusandolo di essere il “carburante del Fronte Nazionale”, cioè il responsabile del successo del partito di destra di Marine Le Pen in una elezione supplementare. In questa circoscrizione è stato eletto un deputato dell’Ump, il partito di Sarkozy, per intenderci, ma il Fronte Nazionale ha conquistato il 47% dei voti. I socialisti erano fuori della partita per uno scandalo che aveva portato alle dimissioni il loro deputato, in una circoscrizione tradizionalmente socialista.
Barroso ha quindi avuto buon gioco a rigettare l’accusa, ma si è rifatto ampiamente definendo il ministro un “sovranista”, cioè un assertore della sovranità nazionale, dichiarando che “certi ‘sovranisti’ di sinistra fanno esattamente gli stessi discorsi dell’estrema destra”. Inoltre, in un comunicato della Commissione si legge che sarebbe bene che alcuni responsabili politici francesi abbandonassero “certe ambiguità verso l’Europa e la difendessero invece nei confronti del nazionalismo, del populismo e dello sciovinismo.” Non male, direi.
Dalla parte di Barroso si è schierato Michel Barnier, commissario europeo al Mercato interno e aderente all’Ump, che ha accusato Montebourg di dire cose false e assurde, invitandolo a pensare piuttosto a fare il suo mestiere, che dovrebbe essere quello di ridare competitività all’economia francese. Barnier si è anche detto certo che il presidente Hollande è su tutt’altra linea e, in effetti, nei confronti dell’Europa la sinistra francese sembra divisa tra chi sostiene un ruolo sempre più forte dell’Ue e chi invece difende la sovranità nazionale francese. A quanto pare un tale dibattito non è tipico della provincialità italiana, come qualcuno vorrebbe farci credere.
Ci sono anche punti più specifici di conflitto, come le raccomandazioni europee per una revisione della politica pensionistica francese, che non sono state prese bene almeno da una parte del governo francese. A questo proposito, Cécile Duflot, ministro ecologista della Giustizia territoriale e della Casa, ha dichiarato che “L’Europa è un gendarme che guarda dall’alto i Paesi invece di costruire il futuro.”
Un altro punto di conflitto è stata la cosiddetta “eccezione culturale”, che ha portato la Francia a far escludere dall’accordo di libero commercio in discussione con gli Stati Uniti, il settore audiovisivo, che così potrebbe continuare a essere protetto. L’esclusione è stata votata da tutti i 27 Stati, ma Barroso ha definito il protezionismo francese “reazionario”, dichiarazione che Hollande ha bollata come “scandalosa e intollerabile”.
Come se non bastasse, martedì scorso un editoriale dell’autorevole Le Monde ricordava a Barroso che lui era vincolato alle decisioni prese dagli Stati, che gli piacessero o no, definendolo un “camaleonte in cerca di futuro”, alla ricerca di un posto alla Nato o magari all’Onu, che ha deciso di “adulare” i suoi soci anglosassoni. E, colpo finale, dicendo che alla testa della Commissione Barroso è stato un buono specchio di ciò che è l’Europa: “un decennio di involuzione”
Ma la Francia non era uno degli Stati del “cerchio virtuoso”, pappa e ciccia con l’Europa e la sua guida, la Germania? Ed è sorprendente che l’europeista sia il centrista Ump e contro l’Europa si schieri il partito socialista, o una sua parte importante. Sarà interessante vedere chi vincerà le prossime elezioni tedesche, ma l’impressione è che se anche vincessero i socialisti la situazione non cambierebbe di molto e che l’entente cordiale franco- tedesca sia finita. A riprova che ormai ciascuno gioca solo per i propri interessi. Magari potremmo provarci anche noi, prima che sia troppo tardi. .