Dunque, ricapitolando, lunedì il mercato italiano è salito del 2,2%, ieri è sceso dell’1,8% e nel frattempo non è cambiato nulla, nè in peggio nè in meglio. A parte un report dell’Ocse che ha rivisto, al ribasso (dal -1,8% al -1,9%), la stima di calo del Pil in Italia per il 2013 e, al rialzo (dal +0,4% al +0,6%), quella per il 2014, tutto è esattamente come era prima che iniziasse la settimana. Ieri si festeggiava per una borsa spumeggiante, forse oggi ci si interrogherà sulle ragioni del tonfo dei mercati che non si può proprio evitare di notare. Gli indici americani stanno battendo ogni record e sono ai massimi di sempre, nel 2013 lo S&P 500 è salito del 25%, il Nasdaq del 31%, l’indice italiano, nonostante i tragici dati economici, quest’anno è salito del 15%. A proposito, lo spread Btp-Bund che era stato a 500 oggi è a 235 e il debito italiano viene piazzato e sottoscritto senza nessun problema. Chi guardasse gli indici finanziari potrebbe concludere che si sta attraversando un periodo di prosperità economica e che l’Italia non ne sia affatto esclusa.
La situazione però è più complessa; la crescita economica molto anemica negli Stati Uniti al punto che il mercato del lavoro stenta a mostrare segni tangibili di miglioramento, in Italia e in buona parte d’Europa non si vede minimamente, anzi nella terza economia dell’area euro, che sarebbe l’Italia, si registrano disoccupazione record, debito pubblico in aumento vertiginoso e si sta per la prima volta nella storia affacciando lo spettro della deflazione. Ci si potrebbe chiedere se i mercati e gli investitori non abbiano per caso avuto le allucinazioni negli ultimi dodici mesi.
La storia però ormai è nota ed è la stessa da tante settimane. La liquidità è abbondante grazie innanzitutto all’azione della Fed e, in questo clima che invita a prendere rischi, l’incentivo a comprare azioni sposando uno scenario di recupero e ripresa di cui pure non si vede il minimo segno, collocando il miglioramento economico in un futuro indefinito, è esagerato. Si sono create bolle finanziarie che ormai tutti chiamano per nome e cognome dalle azioni, appunto, alle obbligazioni; l’Europa schiantata e le economie più in sofferenza sono passate da essere disastri senza fine e con finali imprevedibilmente negativi, a mercati con più potenzialità di recupero e quindi più interessanti e su cui si può lavorare di più di fantasia immaginando scenari di ripresa che, al momento, stanno solo nei modelli degli analisti.
Dicevamo delle bolle finanziarie, ma possiamo allo stesso modo dire che la coperta di liquidità sta coprendo squilibri economici e finanziari evidenti. Per esempio, quelli all’interno dell’Europa o quelli italiani con un’economia che si sta avvitando pericolosissimamente: disoccupazione record, banche che non concedono finanziamenti, imprese che chiudono, un sistema industriale pesantissimanente intaccato dalla crisi e un debito al 132,7% del Pil senza che ci siano segnali di inversione e, ripetiamo, con lo spettro della deflazione. I mercati finanziari hanno corso e possono continuare a corre ancora, ma è impensabile che la situazione possa rimanere tale se queste criticità non si risolvono.
Non è per essere pessimisti a tutti i costi, ma senza uno shock, senza un cambiamento di qualche tipo non si vede cosa e come possa rompere un andamento di cali che ormai dura da tantissimi trimestri; e se questo andamento non viene invertito alla fine qualcosa si rompe. Nel caso italiano o cambia la politica monetaria europea e si da modo all’economia italiana di respirare un minimo e ripartire, mettendo fine alla scomparsa delle imprese e garantendo che la coperta di liquidità possa durare quanto serve, oppure i destini valutari di Germania e Italia si separano oppure ancora si può rispolverare il finale greco; tutto questo non per sostituire l’azione del governo, le riforme e i tagli alla spesa pubblica improduttiva ma per dare a qualsiasi governo una minima chance di riuscita, sperando che prima o poi, più prima che poi, si facciano le riforme giuste.
L’illusione che tutto vada bene o non troppo male perchè gli indici salgono e il debito italiano continua a essere comprato è, appunto, solo un’illusione. I mercati pur un motivo o per l’altro hanno fatto la scommessa che tutto si concluda per il verso giusto, ma assumere che questo sia scontato o facile perchè la borsa tutto sommato regge sarebbe davvero un’ingenuità enorme.