È il minuto 40 di Inter-Juve, quando dalla tribuna rossa dello stadio più bello del mondo, Meazza di San Siro in Milano, conosciuto anche come La Scala del Calcio, si alza il coro “ladri, ladri, ladri”. Il popolo dell’Inter è arrabbiato per davvero: ancora una volta sembra che qualcosa di più grande del rettangolo di gioco stia influendo sul normale svolgimento del corso della vita all’interno del rettangolo di gioco. A quanto pare la squadra avversaria, guarda caso la Juventus, sta rubando quella che dovrebbe essere la posta in palio in barba a regolamenti sportivi ed etici, qualcosa di simile a quel che accadde in Jurassic Park per intenderci. Non posso sapere se questa sconcertante faccenda sia davvero come l’istinto della gente interista suggerisca e un po’ mi preoccupa vista la lezione che Spielberg volle dare attraverso quel film, ma ancora una volta tocca starci. Neanche un gol (giustamente) annullato alla Juve placherà lo sdegno dei tifosi interisti. Evidentemente ci sono stati dei fatti oggettivi che hanno chiarito una volta per tutta che gli altri sono dei ladri. Speriamo che non sia così. Speriamo che si tratti di un gioco all’interno del gioco. Se così fosse sarebbe un film già visto. Da decenni.
Per quanto mi riguarda ero alle elementari quando il mio insegnante di matematica, tale Nino Jacovazzi, arrivando a scuola mi guardava e con il classico gesto à la pubblicità Invernizzi tanto ci teneva a togliermi quel sorriso dal viso che negli anni lippiani era gioia mista a libertà. Se non si è capito: sì era interista. Il primo interlocutore nerazzurro che ricordi. Jacovazzi si impegnava anche nelle ore successive a mettere in scena il suo j’accuse, con tanto di disegni alla lavagna, giornali e magliette a tema. Lui ne usciva rinforzato e appagato, io distaccato. Non che fosse tutto questo divertimento ma almeno non si lavorava.
Comunque si torna in campo per il secondo tempo di Inter-Juve “solo rubare, sapete solo rubare, solo rubare, sapete solo rubare”. Immaginavo. Fatto sta che al ritorno dagli spogliatoi la squadra in dubbio svantaggio tira fuori tutto il carattere che ha per avere la meglio sugli avversari. Pressione alta, fase difensiva ordinata, cambi di gioco: il crimine non vincerà. L’Inter in poco tempo riesce con uno-due micidiale ad azzannare l’avversario, che parecchio in bambola addirittura si fa un autogol, quasi volesse implicitamente ammettere di aver sbagliato qualcosa. Inter sul 2-1 e seria possibilità che la Juventus perda lo Scudetto. Chissà dove sarà Jacovazzi e chissà se in questo momento mi pensa, come sto facendo io. Forse neanche si ricorda. Sicuramente domani non lo vedrò, meglio così.
Minuto 86: tira una bella aria tra la gente dell’Inter, sorrisi, selfie, speranze. I tifosi guardano il cielo sempre più blu e nero vedendo le nuvole che quasi sorridono pensando che queste notte qui neanche nei sogni più belli. Dalla tribuna rossa ecco il celebre “trombettiere” dell’Inter dilettarsi in un freestyle mal interpretato da Caressa, che in questo caso quasi volendo nascondere la sua intelligenza presume si tratti di un tifoso bianconero. Non è così. Bergomi lo corregge, chiarendo una volta per tutte che se si tratta di cose nerazzurre lui ne sa, eccome. La festa è qui. Le due tribune un attimo dopo improvvisano un bel battimani volto da una parte a scoraggiare gli avversari e dall’altra a incoraggiare i propri beniamini. Tutto giusto e prevedibile.
Attenzione, però. A quel punto le corde di chi era in vantaggio iniziano a muoversi. Altro autogol: è 2-2. Palla al centro. A quel punto l’ambiente interista inizia a dubitare anche perché intanto il capitano è uscito dal campo perché un altro giocatore non voleva obbedire al mister che l’aveva sostituito. Cose strane che potrebbero risultare pericolose per l’allenatore in caso di sconfitta. D’altra parte la Juve sembra ancora inappagata. Sembra quasi voler rimediare al tempo perduto, sembra quasi si senta in colpa per aver fatto da spettatore e non da attore. Comprensibile, siamo comunque alla Scala del Calcio. La pressione messa in campo dalla squadra bianco e nera è esagerata. I movimenti sono quelli giusti: accerchiamento e colpo sul lato debole. Punizione. A favore della Juve. Dybala crossa e trova Higuain che forse tra tutti è quello più arrabbiato: 2-3. E’ finita? Quasi. Giusto il tempo di udire ancora una volta il “ladri, ladri, ladri” dagli spalti e vedere la Juventus esultare e l’Inter non tacere ma recriminare e quasi sorridere per l’ennesima beffa. Un classico. Vince chi ama.