Con ogni probabilità mentre state leggendo queste righe l’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne ha già iniziato la presentazione del nuovo piano industriale. Se siete mattinieri invece mancheranno solo poche ore a uno degli eventi più attesi dalla comunità finanziaria italiana e non.
Un po’ Marchionne si è assunto l’onere durante i mesi peggiori della crisi di parlare a nome dell’industria auto delineando strategie e prospettive di lungo termine, un po’ Fiat complice il risanamento e l’acquisizione di Chrysler è diventata un caso aziendale molto conosciuto, fatto sta che l’appuntamento odierno ha un numero elevato di aspetti degni di nota.
Quello di cui tutti hanno parlato nelle ultime settimane e ieri in particolare (lasciando da parte il passaggio di consegne tra Luca Cordero di Montezemolo e John Elkann) è il piano di spin-off di Fiat auto che almeno dalla scorsa estate è ritornato a più riprese alla ribalta. Prima di arrivare a questo argomento, che è di gran lunga il più sensibile, bisogna però soffrire un po’ facendo qualche premessa.
Il primo trimestre di Fiat sarà con ogni probabilità molto positivo e forse superiore alle attese; Iveco e Cnh stanno migliorando, l’auto in Brasile non ha mai rallentato e in Europa occidentale si sentirà lo strascico degli incentivi finiti a dicembre. Marchionne, quando presenterà i risultati del primo trimestre, darà quindi indicazioni incoraggianti; certamente una buona notizia anche se in gran parte scontata dal mercato. È altrettanto scontato che, con le attuali prospettive macroeconomiche, il 2010 proseguirà invece con un andamento molto meno univoco.
Cnh e Iveco andranno per la loro strada con buoni risultati, il Brasile continuerà sugli ottimi livelli cui ci abituato, mentre l’auto subirà il contraccolpo pesante della fine degli incentivi e di una domanda che sembra tutto fuorché tonica.
Questa piccola premessa ci aiuta a inquadrare il problema spin-off. Il concetto che non si deve rischiare di dimenticare a questo proposito è che i tempi dell’industria sono molto diversi da quelli della finanza. Lo spin-off può essere annunciato in un giorno e finalizzato in qualche mese; tutt’altra cosa è presentare al mercato una Fiat solida, una Chrysler risanata e sinergie tra le due società a pieno regime.
L’idea sembra sia costituire un polo auto autonomo dal resto del gruppo che, tra l’altro, consenta agli Agnelli di minimizzare il rischio. Facciamo l’ipotesi che oggi Marchionne annunci lo spin-off per l’estate e chiediamoci cosa vedrebbe o avrebbe il mercato. L’ipotesi ovviamente non è di scuola perché la performance di ieri del titolo (+9.3%) è l’indizione più convincente del probabile annuncio di oggi.
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Il mercato saprebbe che almeno per tutto il 2010 Fiat auto deve ancora soffrire (sempre escludendo il Brasile che fa storia a sé) e che il progetto di ristrutturazione della presenza italiana è ancora da completare. Probabilmente i target per l’auto al 2014 saranno lusinghieri e superiori alle aspettative, ma questo non ci sembra ancora un mercato disposto a fare scommesse a così lungo termine.
I numeri del primo trimestre di Chrysler non sono stati ancora resi noti, ma con le informazioni disponibili e con un po’ di buon senso si arriva alla conclusione che anche in questo caso il 2010 sarà ancora un anno di ristrutturazione senza grandi soddisfazioni. Le sinergie hanno bisogno di mesi e anni per andare a regime.
Quelle sugli acquisiti sono “facili” e forse anche quelle sulla rete non sono così complesse, ma quelle sulla ricerca e sviluppo richiedono molto tempo e molto lavoro. Per mettere a punto un nuovo modello servono circa 18 mesi. Se oggi le due società iniziassero a sviluppare una nuova vettura occorrerebbe un anno e mezzo per raccogliere i frutti della cooperazione. Probabilmente ci sono aspetti più immediati, ma nessuno può farsi illusioni sulla mole di impegno che occorre per mettere in comune sforzi e investimenti. Quindi anche dal lato sinergie nei prossimi mesi poco sarà visibile e tangibile di quello che potrà essere in futuro.
Diciamo quindi che questo potrebbe essere, più o meno, il quadro che emergerà (siate clementi in caso contrario) unito ai soliti buoni numeri di Cnh e Iveco. Di quest’ultima potrebbe essere annunciato lo sbarco nel continente americano, ma si tratterebbe pur sempre di un’ulteriore conferma di ciò che è già noto.
Se lo scenario è questo e se spin-off deve essere potremmo realisticamente scommettere per la nuova società dell’auto costituita a partire dalla prima parte del 2011. Questa tempistica confermerebbe uno scenario ancora difficile nel 2010, mentre potrebbe darci indicazioni di segno opposto per il futuro.
Potremmo dedurre che il piano di ristrutturazione di Fiat in Italia darà frutti sensibili e che il punto di break-even di Fiat sarà molto al di sotto delle vecchie 1,85 milioni di auto all’anno. Potremmo anche far coincidere lo spin-off con i molti modelli che Fiat lancerà nel 2011 (dopo il limitatissimo sforzo del 2010) che daranno agli investitori buoni motivi per scommettere sulla società. Infine potremmo anche arrivare a dire che le potenzialità di Chrysler e i suoi numeri (al momento coperti dal mistero) siano migliori o più a portata di mano di quanto si creda.
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Dopo ieri è ancora più chiaro che Marchionne capisce perfettamente i mercati ed è altrettanto evidente che il feeling tra gli investitori e l’ad di Fiat è più forte che mai. Questa operazione non solo ha un notevole senso industriale nell’ottica dell’operazione Chrysler e nell’ottica di altre aggregazioni future, ma ha anche un grande “senso finanziario”.
Siamo sicuri che in caso di annuncio di spin-off nel giro di due giorni sarebbero già pronti i calcoli sulla creazione di valore. Due società per due business diversi, con profili di rischio diversi di cui una (la parte ex auto) da subito generatrice di cassa e dividendi e l’altra pronta a catturare ogni minima ripresa futura: il non plus ultra per i mercati finanziari.
Come già detto è la performance di ieri del titolo che ha parlato al posto di Marchionne annunciando lo spin-off. Se non venisse annunciato sarebbe molto difficile trovare altri argomenti per giustificare quell’andamento. Scommettiamo sulle buone notizie future di cui sopra (ripresa e PIGS permettendo) non perché confidiamo nelle capacità miracolose di Marchionne e nemmeno perché crederemo ciecamente ai numeri al 2014 che verranno presentati oggi.
Ci scommettiamo perché Marchionne non può fare lo spin-off di una società che non abbia già in mano qualche buona carta da giocare nel business insidioso dell’auto. Lo diciamo giusto per mettere in chiaro fin d’ora che nessuno regalerà al mercato niente.
Lo spin-off verrà fatto quando si potrà far pagare il massimo o una cosa vicina al massimo; né un secondo prima né un secondo dopo. Qualsiasi sia la tempistica annunciata oggi potremo farci un’idea se non del futuro in generale, almeno di cosa pensa Marchionne del futuro della sua azienda.