Napolitano è stato costretto a rimanere. Così come Moratti all’Inter che, forse, vorrebbe andarsene ma se non si trova nessuno … Stramaccioni e Renzi si assomigliano: entrambi fanno proclami per programmi futuri che nessuno (nemmeno loro?) conosce. Sono giovani, si faranno. Bersani pare Zamparini: uno cambia candidati, l’altro allenatori ma i risultati rimangono uguali, dimissioni (appena si forma il governo) serie B (appena finisce il campionato). La Bindi invece potrebbe fare il guardalinee: alza la bandiera del partito, suggerisce al Segretario chi può fare il Presidente del Consiglio e chi no, è imparziale perchè boccia anche i suoi. Passiamo al calcio che, almeno sul versante Inter, fa ridere di più. Quando a pochi minuti dalla fine di Inter-Parma Rocchi, colpendo il pallone con la caviglia destra e con l’aiuto del piede sinistro, ha, finalmente, battuto Mirante, tutta la tifoseria interista si è svegliata, incredula, dal torpore al quale la partita consigliava: sembrava l’ultima giornata di campionato, ritmo più che lento, giocatori svagati (o incapaci di fare meglio?). Almeno l’Inter ha scoperto che anche Jonathan e Alvarez sono giocatori da serie A, fino a quando gioca Zanetti non si può considerarli a lui inferiori. Kovacic è un ottimo acquisto come Handanovic, Schelotto da rivedere, il resto da buttare. Stramaccioni ha, finalmente, capito che la squadra (Inter B) è debole e quando ha la fortuna di andare in vantaggio va messo subito un difensore in più (ieri Chivu), l’avesse fatto, sul 3 a 1, con l’Atalanta, oggi sarebbe ancora in corsa per la Champions. In generale emerge chi ha maggiore fattore C; vedi Napoli, che segna quando si stavano già togliendo le reti della porta (95°) e la Fiorentina che, prima domina, poi si fa dominare e alla fine strappa una vittoria per nulla meritata. In fondo alla classifica tutte vogliono retrocedere: il Genoa che pareggia in casa non correndo e muovendosi con svogliatezza, il Siena che, peggio ancora, si fa battere dal “vecchio” Pellissier e il Palermo che non riesce a concretizzare il volume di gioco di cui è capace dopo il rientro in panchina di Sannino. Juve-Milan alla sera ha, per molti, conciliato il sonno corrispondendo in pieno alla mediocrità del nostro campionato. Meno male che ci ha pensato Amelia a svegliare tutti con una inutile uscita a travolgere Asamoah che se ne stava andando tranquillo a fondo campo. Così la Juve si è confermata la squadra più forte e pronta a cucirsi un nuovo scudetto sulla maglia. Come si vede, in Italia, non cambia mai niente.