Quello che non ti aspetti accade a Torino: neanche Allegri avrebbe potuto osare tanto. Il Lecce, sotto di un gol e ridotto in dieci, riesce a trovare il pareggio nel finale e garantisce emozioni in chiave scudetto agli ultimi 180 minuti del campionato. Certo, il calendario sorride ai bianconeri, che affrontano in trasferta (a Trieste ) un Cagliari già salvo e chiudono con un’Atalanta ampiamente appagata. Al contrario, il Milan dovrà saggiare la rabbia dell’Inter prima di congedarsi con il Novara. Un punto è poca roba in termini numerici ma è tantissimo se si considera in quale momento della stagione siamo. La Juventus non dovrebbe avere difficoltà a mantenerlo, se sarà la Juventus vista prima del turno di ieri sera, in cui è parsa appagata e sprecona, come nei momenti di passaggio a vuoto della stagione quando – per l’appunto – si ripetevano i pareggi. Il Milan ringrazia Buffon per l’errore (e bravi i giocatori pugliesi a consolare il portiere a fine gara) e resta attaccato alla speranza: le fatiche si sentono, resta l’aspetto temperamentale a tenere in piedi i rossoneri. Un aspetto che dovrà tornare estremamente utile domenica sera contro l’Inter. Stramaccioni ieri sera ha conosciuto la prima sconfitta, quella che brucia di più perché allontana (quasi) definitivamente da una zona Champions League appena riagguantata. Pesano gli errori della difesa, che consentono al Parma di ribaltare la serata. Nuovi appunti da prendere in chiave mercato, il reparto necessita di una profonda rifondazione. Per il terzo posto piazzano lo scatto giusto Napoli e Udinese: il primo ha ritrovato i suoi eccellenti solisti, la seconda regge grazie alla forza dell’impianto tattico disegnato da Guidolin. Calendario più difficile per i friulani, che nel prossimo turno ospitano un Genoa ancora in bilico. Ma il Napoli non dovrà sottovalutare gli ottimi Bologna e Siena che, pur salvi, mietono vittime illustri. Chiedere alla Lazio che, proprio a causa del pareggio contro i toscani, mette da parte nel finale le speranze Champions per la seconda stagione consecutiva.
Sul fondo saluta anche il Novara, che ha regalato un dignitoso finale di stagione con la seconda parentesi di Attilio Tesser. Si salvano Cagliari e Palermo, del Genoa si è detto, il Lecce non molla e alla Fiorentina manca poco. Proprio in casa viola si è vissuto l’episodio più clamoroso, con l’aggressione di Delio Rossi ai danni di Ljajic, che aveva appena platealmente contestato la sostituzione.
Una scazzottata magari abituale nelle segrete stanze dello spogliatoio ma mai vista su una panchina. E che fa ancor più male dopo che il calcio si è interrogato – almeno – pubblicamente dopo la morte di Piermario Morosini. Bene ha fatto la società a esonerare il tecnico: un gesto quasi inevitabile per chi aveva tentato di introdurre una ventata di aria nuova con il terzo tempo (a proposito: esiste ancora?) al fischio finale e con il cartellino viola per segnalare i gesti di fairplay. Ma ancora meglio ha fatto Andrea Della Valle ad adoperare parole di umana comprensione, pur condannando l’episodio, per l’attimo di follia vissuto dal tecnico. Come insegna la Chiesa: si condanna il peccato, ma si abbraccia il peccatore se intraprende un cammino di pentimento. Forse a Firenze non saranno partiti proprio da questo suggerimento però la strada scelta è parsa quella opportuna.