“Giustizia è fatta”, come ha detto il padre della vittima Melissa Bassi, perché c’è un colpevole reo confesso. Si chiama Giovanni Vantaggiato, 68 anni, è un commerciante di carburanti agricoli di Copertino, provincia di Lecce. Lui ha ammesso: sì, ho portato quelle bombole e le ho fatte esplodere. Ma il buco nero della strage di Brindisi è ancora il movente. Le spiegazioni offerte dall’uomo arrestato sono generiche. “Ce l’avevo col mondo”. Ovvio che qualsiasi spiegazione addotta ad un gesto così terribile e disumano lascia sgomenti, non è mai proporzionata. E tuttavia qui ci troviamo di fronte ad un’incertezza che ci lascia un disagio profondo. Perché quest’uomo, descritto come molto lucido e molto cattivo dagli inquirenti, ha fatto quello che ha fatto? Era da solo? Qual era il suo, seppur folle e insensato, obiettivo?
Senza la risposta adeguata a queste domande, si rischiano di aggiungere speculazioni infondate a ricami ideologici privi di senso. Per fare un esempio di come anche i commentatori più in voga possano incorrere in infortuni, pensate all’effetto che potrebbe avere oggi rileggere le due paginate su Repubblica del 20 maggio, all’indomani del fatto, scritte da Roberto Saviano e dall’inequivocabile titolo anti mafia: “Così crescono i nipotini di Riina”…
Un dato certo è che Vantaggiato aveva un conto da regolare con la giustizia e forse col destino. Oggetto di una truffa, non si era sentito difeso e garantito dalla macchina della giustizia civile italiana. Non solo. Il suo truffatore è stato in passato vittima di due terribili attentati incendiari che solo per caso non gli sono costati la vita e per i quali non è mai stato trovato il colpevole.
Per dire, anche Olindo e Rosa, i due stragisti della porta accanto di Erba, provincia di Como, hanno agito sulla spinta di una causa giudiziaria con Raffaella Castagna, una delle loro vittime, una vicina con cui erano entrati spesso in lite. Epperò viene da chiedersi: quale legame esiste, se poi esiste, fra il truffatore di Vantaggiato, o i giudici e la scuola colpita? Basta il nome della magistrato, moglie di magistrato, cui è intitolato l’istituto per scatenare la furia omicida? Anche qui siamo ancora senza risposta.
Aveva comunque visto giusto chi riteneva che l’uomo del filmato fosse cinico e spietato, cosciente di sfidare tutto e tutti. Quel suo gesto di odio radicale, di rifiuto totale della vita e del mondo, è un gesto molto contemporaneo di negazione del futuro. Un gesto terrorista sì, ma perché, come direbbe Dostoevskij, è prima nichilista: uccidere una giovanissima indifesa, di questo si è trattato.
Una giovanissima indifesa anonima che non si conosce, che si riesce a scegliere come vittima perché il suo essere persona, il suo essere Melissa, viene censurato, denegato. Lei conta come simbolo del futuro, della speranza, forse della femminilità. Il vero movente di Vantaggiato è forse l’odio alla vita, al mondo, al futuro. Un odio che circola troppo in questa terribile e crepuscolare fine dei tempi, in cui ci tocca vivere.