Un Santoro realmente emozionato saluta Biagi e Montanelli, poi dice che è finalmente l’ora di fare la rivoluzione come diceva Monicelli, e che comunque è una vergogna che trasmissioni come questa siano espulse dalla Rai di servizio pubblico. Parte soft, insinuante: “Ma come abbiamo fatto ad arrivare sino qui e scoprire solo oggi che la crisi è assai più grave, molto più grave del previsto? E come è stato possibile che la mia trasmissione, semplicemente colpevole di dire la verità, sia stata spenta? Bene, 100.000 persone hanno reagito, e hanno acceso questa serata, mettendoci a disposizione un milione di euro”.
Dopo il primo pistolotto recitato in una scenografia di tubi Innocenti, passa subito la palla a Travaglio, con la sua nuova rubrica “La balla della settimana”. Travaglio va sul facile citando un po’ di titoli del Giornale di Sallusti sul pm Ingroia: praticamente è come sparare sula Croce Rossa. Yoda si aspettava di più, l’attesa dell’evento multimediale del secolo ha moltiplicato le attese…si vedrà più tardi. Ma si prosegue su strade assai consuete: alcune intercettazioni di Lavitola sceneggiate da attori, come non gli faceva più fare la Rai. Le intercettazioni le abbiamo lette, le storie pure: solo che quelle sceneggiate da attori davvero ben scelti e capaci (ovviamente fanno più impressione) mancavano dal teleschermo da un po’.
Non si sa se appena uscito da una recita scolastica, appare Vauro, vestito da fratacchione della “Santa Indignazione”…che scodella qualche battuta tipo “mi sono rotto i cordoni” (sic) e simili mirabilia.
Yoda sta guardando la trasmissione con una famiglia della borghesia romana lavoratrice, i genitori entrambi medici, tre figli di cui una diciottenne, che proprio ieri è andata con la scuola a fare una visita al Senato, ed è tornata scandalizzata dal fatto che tutti i senatori facessero tutto tranne che il loro dovere di ascoltarsi (leggere i giornali, guardare l’I-Pad, scaccolarsi, chiacchierare, dormire, telefonare), esattamente come risulta da un servizio sulla casta che mostra proprio ciò che la ragazza ha visto con i suoi occhi.
Altro colpo basso, ma di quelli facili facili: si mostra Scilipoti che fa pregare i presenti al convegno dei responsabili, Berlusconi che lo elogia, e poi di nuovo si va con le intercettazioni sceneggiate di Lavitola. Inframmezzate da interviste con onorevoli comprati e venduti, e dulcis in fundo Scajola, che non avendo ancora trovato alcun compratore per quella casa che incredibilmente qualcuno aveva pagato per lui, con enorme impudenza afferma che per il momento ci va ancora, ma “solo per dormire”. Come ritratto di una casta vergognosa indifendibile e invisa ai cittadini che lavorano, è ben riuscito. Ma non era mica difficile farlo.
Servizio pubblico continua come Annozero, con gli stessi ospiti: stasera infatti ci sono Mieli, Della Valle, De Magistris: l’unica novità è che non va in onda sulla Rai, e che Santoro ha trovato i soldi per rifarlo trasmettendolo da un teatro di posa e diffondendolo tramite tv locali, Sky, siti internet anche importanti come quello del Corriere e di Repubblica. Sono riusciti pure a raccogliere la pubblicità!
Solo in questo senso la trasmissione è realmente rivoluzionaria: perchè sta cominciando a rompere il duopolio approfittando della cosiddetta cross-medialità. Sarà interessante vedere che tipologia di ascoltatori ci sarà stata e su quali mezzi: ma per questo ci vorrà un po’.
Della Valle fa il Della Valle: l’imprenditore illuminato che gira il mondo e che conosce sia l’industria che la politica. Secondo lui ci sono pure politici decenti e capaci come Tremonti, Maroni e pochi altri, e poi un bel po’ di cialtroni.
Stranamente si sentono pochi e fievoli applausi del pure folto pubblico presente, Santoro stesso è molto più pacato. L’impressione del vostro vecchio Yoda è che la pressione psicologica che gravava sul conduttore quando era in Rai in fondo gli giovava perché lo rendeva più aggressivo e teso. Il confronto con la corrida balza subito alla mente: le dichiarazioni di consiglieri governativi, politici della maggioranza, membri governativi della Commissione di Vigilanza, erano altrettante banderillas usate per far infuriare il toro. Che però era stranamente capace di comportarsi come un torero.
E infatti eccolo di nuovo qui, attraverso una inconsueta rete di mezzi diversi, a far ruotare la sua veronica sotto il naso dei telespettatori. Ma non sotto il naso di Gasparri, Santanchè, Sallusti eccetera, perché non ci sono proprio: scelta voluta o aventino degli ospiti governativi? Sembra una scelta subìta, ma anche questo toglie mordente alla trasmissione, che diventa un servizio pubblico del tutto a senso unico.
Nuova filippica di Travaglio, che sceneggia la dura vita di un senatore: oltre a lavorare pochissimo, paga un risotto coi tartufi meno di 4 euro, quando qualunque povero cristo ne paga oltre sei in un qualsiasi bar per un panino col salame. Ma la filippica è terribilmente lunga, Travaglio è documentato come sempre, ma il troppo è troppo… insomma, uscire dai tempi televisivi della Rai non giova. Così la diciottenne di casa, che era partita gasata dall’attesa della novità, annuncia che se ne andrà a letto. Santoro introduce il giornalista Bechis che teneva nascosto, e lo incarica di azzannare De Magistris. Lui esegue rimproverandogli di avere dato un posto importante ad un ex-organizzatore dell’Italia dei valori. L’ex magistrato si difende rispondendo che i politici scelti saranno due o tre su venticinque, e che comunque non può passar il concetto che tutti i politici sono da buttare.
Poi tocca alla Costamagna, salutato da un meritato applauso, perché oltre che di bella presenza è molto più spigliata e capace di argomentare di tante sue colleghe. Domanda a Della Valle in cosa si sente diverso da Berlusconi, e cosa si dovrebbe fare in pratica per uscire dalla crisi. Della Valle delude, rispondendo che ci vogliono competitività e solidarietà…termini troppo generici, quindi nessuna ricetta concreta, nessun ingrediente ben definito.
Non risponde sulla domanda su cosa lo differenzia da Berlusconi.
Ma competitività e solidarietà… suvvìa, uno sforzino in più no? Tocca alla Innocenzi che non sta nella pelle, perché ha scoperto che su Facebook 120.000 persone seguono la trasmissione, mentre 46.000 hanno risposto al sondaggio se il governo deve andare a casa…E chi mai l’avrebbe dubitato? L’86% infatti ritiene di sì. Ridacchia il cardiologo di casa, che è un ricercatore universitario, con il linguaggio che userebbe a lezione: il sondaggio fatto su Facebook presenta un problema di “bias di selezione del pubblico” (proviamo a tradurre: una chiave distorsiva, dato che è un pubblico tutto giovane, quindi non rappresentativo della realtà italiana).
Dopo la pubblicità intervengono Stella e Rizzo, la stra-collaudata compagnia di giro anticasta, che in sostanza si fa come sempre pubblicità al libro. Il resto è il solito contorno di mafia, antimafia, corruzioni varie.
Un palermitano che la sa lunga racconta come funzionano le commissioni pubbliche, e quanto vengono pagati i componenti per non fare quasi nulla, ottenendo pure un rimborso spese quotidiano per andare e tornare tutti i giorni da Palermo a Cefalù. Giusto per farci arrabbiare ancora di più con la casta. E come se non lo sapessimo.
Proseguendo con le non-novità ecco il collegamento con Lavitola, un doppione di quello che aveva già fatto Mentana. Si dà al faccendiere l’opportunità di spiegare a lungo (altro che “bastano 30 secondi”!) con un astruso schema, qual era il giro di soldi, tra lui, Tarantini e Berlusconi. Ad un certo punto Santoro gli fa sentire l’intercettazione sceneggiata con il testo vero, e domanda ai presenti come mai Tarantini avesse bisogno di tutti questi soldi. Domanda assai sciocca, alla quale Della Valle risponde molto semplicemente che dipende dai costi che uno ha! De Magistris chiede a Lavitola il perché dei suoi contatti con i vertici dei servizi segreti, ma la risposta è fumosa, anzi scandalosa: si era tra amici coinvolti in attività benefiche! E’ stupefacente che si continui a intervistare questo latitante per poi lasciargli mandare a destra e a manca messaggi confusivi o inquietanti.. Si capisce che Santoro, come Mentana, intervistando un furbo matricolato come Lavitola, non sono alla ricerca della verità ma dell’audience. Audience che ci sarà di sicuro, ma che probabilmente si starà annoiando come noi. La Costamagna tenta giustamente di portare il discorso sui perché del passaggio di tanto denaro…sottolineando che il come non ha importanza (e infatti Lavitola c’è stato su per quasi 10 minuti!). Per lei è chiaro che si tratta del prezzo del silenzio, quel silenzio che invece una ragazzina romperà alla fine della trasmissione. Intanto anche Della Valle mostra chiaramente di annoiarsi: in oltre due ore e mezza da che è in studio avrà parlato si e no otto minuti, e ogni tanto rischia di cadere addormentato dalla seggiola. Mah. Tanto tuonò… che non piovve.
Al vostro vecchio Yoda gli sembra tutto come prima, solo tutto più lungo, più noioso e già visto. Ehi, c’era pure Mieli, ma se ne sarà accorto qualcuno? E’ comparso un paio di volte gorgogliando come un tacchino addormentato le solite frasi di circostanza sui governi tecnici.
Finalmente la pubblicità, così possiamo chiacchierare un po’: tutti concordano sul fatto che la montagna ha partorito il classico topolino.
L’attenzione si risveglia con quello che può essere davvero il carico da 11 della serata: la registrazione di una intervista con Chiara, una aspirante meteorina che racconta particolari boccacceschi di una festa in stile bunga bunga a casa di Berlusconi ad Arcore. Dice cose già lette e sentite su ragazze nude e seminude (Minetti inclusa) che si dimenano davanti al Premier e a Fede che le toccano e si fanno toccare in modo lascivo. Ma le dice con una sincerità disarmante e a tratti davvero commovente. Racconta che il presidente e Fede non nascosero di essere seccati dalla sua ritrosìa. E che non mancò neppure la minaccia di perdere l’opportunità di fare la meteorina o di partecipare a Miss Italia. La ragazza appare pulita, vera, per nulla costruita e furba come la D’Addario. Comunica un senso di grande tristezza per ciò che ha visto, per quello che ha vissuto e per come è stata trattata.
Sarà per via del “bias del campione”, e quindi non stupisce affato che quasi l’80% dei partecipanti al sondaggio sul web vorrebbero cambiare governo subito, ma con una nuova legge elettorale.
Si conclude come al solito con Vauro, che fa ridere poco come gli capitava ad Annozero. Anzi, addirittura meno. E con Santoro che si scusa per le lungaggini, visto che la trasmissione è durata oltre tre ore e mezzo, una specie di Ben Hur del talk-show politico…Evidentemente non s’è potuto permettere l’aiuto regista che alla Rai gli faceva segno quando era il caso di stringere. Amaro il commento dei padroni di casa: si griderà alla novità, ma se non stringerà molto, nessuno sarà in grado di reggere così tanto…e non sempre càpita uno scoop vero come quello di Chiara.
Complessivamente l’amarezza riguarda il giudizio sulla classe dirigente di maggioranza e opposizione. Da Santoro come da Ballarò e da tutti gli altri, gli ospiti, gli intervistati e gli intervistatori (quindi tutta la classe politica e industriale) mirano solo a fare presenzialismo televisivo, mettere in difficoltà l’avversario, avere un po’ di audience. I soliti obbiettivi di corto respiro, la vera malattia del nostro paese.