Parlando ieri alla Fiera di Rho, Berlusconi ha ammesso di essersi sbagliato e di non aver fatto caso al taglio previsto da Tremonti e Gelmini per le scuole non statali, soprattutto cattoliche, ed in particolare materne ed elementari. IlSussidiario.net, che ha ospitato numerosi interventi di proposta e di protesta in questa direzione, segnala con soddisfazione questa solenne dichiarazione. E ora siamo certi che, con la sua capacità nel trasferire le parole nel regno dei fatti, consentirà di recuperare i 133,4 milioni di euro sottratti alla libertà di educazione. La finanziaria inopinatamente consegnata ai lavori parlamentari – e giudicata fino a poco fa immodificabile – giace ancora in commissione bilancio, e conserva nella sua pancia questa rovinosa disposizione. Ma in quella medesima commissione c’è anche un ottimo emendamento firmato da Gabriele Toccafondi (Pdl), e sottoscritto da una bella pattuglia di deputati (Lupi, Vignali, Aprea, Pagano, Goisis, Rivolta, e altri tra cui il sottoscritto) decisa a vendere cara la pelle delle scuole nate dalla tradizione della nostra terra. L’emendamento citato consente il reintegro delle cifre. L’alternativa secca sarebbe, nel caso fosse respinto e non si trovassero altre uscite di sicurezza, la chiusura di molte di queste scuole, con un danno gravissimo all’anima e al corpo dell’Italia. Come si fa ad opporsi a scelte di chi proclama la triade Dio Patria e Famiglia e poi pugnala l’unica libera espressione delle famiglie portando via alle scuole libere il pochissimo ossigeno dello Stato?
Detto questo, ed elogiato Berlusconi (ma anche la Lega che ha sostenuto vigorosamente questa necessità di reintegrare i denari espropriati), diciamo che se non va bene l’emendamento Toccafondi si possono trovare risorse in altre pieghe del bilancio, purché si faccia. Alla fine, non ci stanchiamo di ripeterlo, sarebbe un risparmio formidabile anche per le casse dell’erario. In Italia la qualità dell’istruzione può migliorare solo se c’è la concorrenza di proposte educative grazie a cui si potrebbe ottimizzare il rapporto costo-benefici.
Resterebbe anche da regolare qualche conto con chi adesso, invece di compiacersi per la leale ammissione di Berlusconi e la sua volontà di rimediare, ne fa un pretesto per apparire il primo della classe. L’onorevole Savino Pezzotta dell’Unione di centro ha attaccato la maggioranza per il taglio, proprio quando Berlusconi proclama la necessità di sanare lo sbaglio. Peccato che non sia stato depositato alla Camera dei deputati ed in nessuna commissione anche un solo emendamento che giovi alle scuole cattoliche e comunque a quelle non statali. Né dell’Udc né del Partito democratico, il quale ultimo ora chiede la restituzione dei fondi alle paritarie, ma minaccia sfracelli se saranno decurtati da quelle cosiddette “pubbliche”. Non le chiama statali ma pubbliche, l’onorevole Bastico. Così confermando che l’idea di educazione di questa sinistra resta primariamente quella dello Stato che dispensa mentalità ed idee, e la società al massimo può proporre istituti che suppliscano temporaneamente alle carenze “pubbliche”. Se abbiamo capito male, ci scusiamo, e il Partito democratico sottoscriva l’emendamento Toccafondi e avrà dimostrato di credere davvero alla libertà.