L’Europeo entra nella fase più appassionante, comincia la fase degli scontri diretti, quella che sa rendere affascinante ogni torneo che li prevede. Cominciano i quarti, si parte con Repubblica Ceca-Portogallo, una possibile sorpresa contro un’eterna incompiuta. Cristiano Ronaldo ha finalmente dato segni di risveglio nella partita contro l’Olanda, facendo quello che fa abitualmente nel Real Madrid: la differenza. Serve alla squadra, per poter aspirare a un minimo sogno di grandezza; serve a lui personalmente, per poter vincere il Pallone d’oro e togliersi di dosso il complesso d’inferiorità nei confronti di Leo Messi venuto a galla anche da queste parti. Il Portogallo dovrà però prestare attenzione alla compattezza della Repubblica Ceca, una squadra difficile da inquadrare e capace di colpire nelle maniere più differenti possibile. A naso, i rischi sono tutti dalla parte della squadra allenata da Paulo Bento. E la Repubblica Ceca dovrà anche dare una risposta a chi considera l’Europeo sottotono dal punto di vista tecnico. I gol si sono visti – per carità – ma in parecchie occasioni il gioco è latitato e la capacità ha dovuto soccombere all’assalto del podismo. Soltanto Spagna e Germania hanno dato un’impressione di un gioco ragionato e costruito, ma si tratta di un lavoro impostato nel corso degli anni che – per la Spagna – dà i frutti adesso e – per la Germania – li darà più avanti, vista l’età media della rosa allenata da Joaquim Loew. Si tratta di un argomento su cui ragionare oggi perché tra quattro anni sarà troppo tardi, dopo l’allargamento a 24 squadre voluto per l’edizione francese del torneo. Un numero eccessivo di squadre, rispetto a quanto offre il Vecchio Continente. Chi vedremo? Turchia e Svizzera potrebbero essere presenze apprezzabili, magari la Serbia se si risveglia. E poi? Bielorussia, una Nazionale baltica, la Slovacchia oppure il Belgio? Una scelta che appare senza senso, operata soltanto per diluire i tempi (e gli introiti) della manifestazione. Il consiglio: l’Uefa dia sempre una wild-card all’Irlanda, i suoi tifosi si muovono in massa, generano consumi e non sono violenti.