C’è un vero e proprio rischio psicosi a Bresso, la cittadina alle porte di Milano alle prese con l’incubo legionella, l’infezione che ha già fatto 4 vittime e che ha contagiato altre 52 persone. Come riportato da Il Corriere della Sera, per la popolazione di questo comune di 20mila anime anche fare la doccia è diventato un rischio, ma non è questo l’unico disagio. C’è chi non usa più l’acqua corrente, né per bere né per cucinare. Ma un altro sintomo del fatto che qualcosa non vada è dato anche dalla fontana del Mappamondo, sigillata perché è concreto il rischio che nelle gocce d’acqua possano annidarsi i batteri del contagio. Per cercare di capire qualcosa in più su quel che sta accadendo sono arrivati anche gli uomini dell’Istituto Superiore di Sanità. Ma è la signora Maria Nevis Beretta, a dare la dimensione del problema:”Era già successo quattro anni fa. Il guaio è che, allora come oggi, non è ancora stata individuata la causa”. (agg. di Dario D’Angelo)
LEGIONELLA ANCHE A ROZZANO
È salito a quattro morti il bilancio delle vittime per l’emergenza legionella nei comuni a Nord di Milano. I casi di contagio accertati invece sono arrivati a 53. Il batterio è stato individuato a Bresso nell’acqua presente in casa di una delle persone contagiate e in una fontana decorativa chiamata mappamondo, chiusa fin dai primi giorni dell’emergenza in via cautelativa. Ma la presenza di legionella è stata riscontrata anche nelle acque di un condominio a Rozzano. «Nessuna epidemia», prova a rassicurare il sindaco Barbara Agogliati. Nell’acquedotto di Bresso invece, come riportato da Milano Today, non è stata trovata traccia del batterio della legionella: lo assicura il Gruppo Cap che gestisce la rete idrica dei comuni della Città Metropolitana di Milano, compreso Bresso. Sono stati fatti 13 prelievi di campioni presi nella zona dove abitano le persone che si sono ammalate. (agg. di Silvana Palazzo)
L’INCUBO DI FARE UNA DOCCIA, BATTERIO SI CELA NELL’ACQUA
Quattro morti in pochi giorni e 52 ammalati fanno sì che la legionella in quel di Bresso, cittadina distante solo 8 km da Piazza Duomo, a Milano, diventi uno spettro con cui fare i conti quotidianamente. E allora ecco che se l’infezione si contrae respirando le goccioline d’acqua in cui è presente il batterio, anche fare la doccia può diventare un incubo. Il Corriere della Sera racconta che c’è chi come Lorenzo Micheli, 50 anni e una vita da impiegato a Bresso, che alla fine ha preso una decisione drastica:”Mi lavo con l’acqua fredda”. Immacolata Margione, 86enne, ha studiato un altro metodo per tentare di scampare al contagio. Prima di aprire i rubinetti spalanca le finestre: “L’altro giorno sono venuti gli esperti del Comune a pulire i filtri dove può annidarsi il batterio e ci hanno spiegato gli accorgimenti da seguire. Prima di utilizzare l’acqua bisogna fare scorrere per un po’ la calda, poi la fredda e allontanarsi dal rubinetto”. Ma fino a quando si potrà andare avanti in questo modo?
BRESSO, LEGIONELLA: VITTIME SALGONO A 4
C’è una cittadina alle porte di Milano, che di nome fa Bresso, i cui abitanti da qualche tempo devono convivere con la paura di farsi una doccia calda. Tutta colpa della legionella, l’infezione che si contrae respirando goccioline di acqua infetta che dal 10 luglio è diventata un vero e proprio incubo per tutta la popolazione. E adesso, con la morte di un anziano di 89 anni deceduto venerdì sera all’ospedale Bassini, il conto delle vittime è salito fino a 4. Le prime due persone, due anziani, erano state colpite dall’infezione e decedute nel giro di 48 ore, a causa delle complicanze derivanti dal contatto con il batterio, mentre il giorno seguente la stessa sorte era capitata ad una donna di 84 anni. Ma a dare la dimensione di quello che rischia di diventare un vero e proprio allarme è probabilmente il numero di contagi registrati in Italia: al momento si sono ammalate 52 persone. Un numero preoccupante, in attesa di capire come difendersi…
L’ESPERTO, “MAI TANTI CASI IN ITALIA”
L’allarme legionella che sta interessando soprattutto la città di Bresso, ancora di più dopo che il conto delle vittime è salito a 4 e gli ammalati costretti a letto sono 52 non può essere sottovalutato. Ecco che allora si sta cercando di risalire alle cause che hanno portato ad un deciso aumento dei casi di contagio, con il dispiegamento di una task force di 30 esperti dell’Ats di Milano chiamata ad individuare la fonte dell’acqua infetta. Nel frattempo, però, è Oscar Di Marino, tra i massimi esperti a livello nazionale, a non nascondere le preoccupazioni per questo fenomeno. Sentito da Il Corriere della Sera, l’esperto ammette: “È la prima volta in Italia che si registra un numero così elevato. Il problema nasce perché qualcuno non ha osservato le norme tecniche di buona manutenzione degli impianti idrici o aeraulici. Vi sono dunque dei responsabili per queste morti?