Continua la caccia al magrebino di 30 anni che ha provato a stuprare una barista a Monte Mario, a Roma, e poi l’ha derubata prima di scappare. «Ho visto la morte in faccia. Era nudo e si dimenava su di me mentre mi picchiava», ha raccontato al Messaggero. «La mia assistita ha avuto la prontezza e la capacità di resistere allo stupro ma le conseguenze fisiche e psicologiche subite difficilmente potranno essere superate», ha dichiarato Eugenio Pini, avvocato della proprietaria del bar, ai microfoni di Fanpage. Il legale ha evidenziato quanto sia rimasta severamente colpita tutta la collettività e ha precisato che non si tratta di un caso isolato: «Le richieste di sicurezza aumentano in tutto il paese insieme alla necessità di difendere le donne che sono sempre più esposte alle violenze». L’avvocato Pini ha lanciato quindi un appello alle istituzioni affinché si facciano carico di questo problema: «La libertà e la dignità delle donne sono diritti imprescindibili ai quali non si deve rinunciare per non tornare al medioevo». (agg. di Silvana Palazzo)
ROMA, BARISTA SCAMPA A STUPRO: “PENSAVO DI MORIRE”
Sembrava un turno come tanti, invece lo ricorderà come quello in cui è scampata ad uno stupro. Un magrebino di circa 30 anni ha aspettato che restasse sola nel suo bar, nel quartiere Monte Mario di Roma, per provare a violentarla. L’ha trascinata per i capelli nel retrobottega e le si è avvinghiato addosso, dopo averle quasi staccato un dito con un morso. La donna ha raccolto tutte le forze che aveva dentro di sé e gli ha sferrato un calcio allo stomaco. «Avevo capito che non mi avrebbe risparmiato. Neppure la bugia che ero incinta l’ha fatto desistere, anzi mi dava pugni alla pancia», ha raccontato la proprietaria del bar, come riportato da Repubblica. L’aggressione è avvenuta all’alba di ieri. La polizia è ancora sulle tracce del magrebino, mentre la commerciale si trova ancora ricoverata all’ospedale Gemelli. Non c’era niente che non andasse in quell’uomo, entrato nel bar con un altro nordafricano. Passano le ore, i due bevono qualche bicchiere e cantano al karaoke, poi uno dei due cambia atteggiamento.
LA NOTTE DA INCUBO DI UNA BARISTA DI ROMA
Il 30enne magrebino ha cominciato a spogliarsi, si è abbassato i pantaloni e si è avvicinato alla barista. «Ho detto al suo amico di farlo smettere e sembrava che ci fosse riuscito». La vittima, una donna di 50 anni, ha raccontato a Repubblica di non aver fatto gesti avventati per non irritarli. Aveva paura, del resto nel locale erano rimasti solo loro e un ragazzo che l’aiuta a fare le pulizie. Quando la situazione sembrava tornare alla normalità, l’uomo è tornato: «Mi ha preso per i capelli e trascinato nel retro. Le mani al collo e i pugni in testa. Mi ha stritolato il mignolo con i denti». Mentre la teneva bloccata ha provato a dissuaderlo dicendogli che era incinta, anche se non era vero: «Era nudo sopra di me, speravo la finisse. Invece ha preso a colpirmi con pugni sulla pancia e a strapparmi i capelli. A quel punto non avevo più nulla da perdere». Pensava di morire, quindi ha raccolto tutta la forza che aveva: «Gli ho dato una gomitata. Poi, da terra, un calcio allo stomaco». Così è riuscita a fuggire da quella morsa, mentre lui anziché provare a fermarla le ha rubato quello che aveva in casa. Due ragazzi l’hanno soccorsa. Dopo un po’ in ospedale arriva l’altro uomo, pestato sul viso. Continua a chiedersi perché non abbia chiamato lui i soccorsi. «Mi hanno detto che ha tentato di violentare anche una ragazza alla fermata del bus, lungo la mia stessa via. È un maniaco che stupra e va fermato. Io ho pensato di morire».