In Siria si avvicina il momento di quella che tutti ritengono essere l’offensiva finale portata dal Governo di Damasco e dagli alleati russi contro Idlib, la roccaforte dell’Isis che sembra vicina a una capitolazione: tuttavia, come molte organizzazioni umanitarie e osservatori internazionali fanno notare, il rischio è quello di una nuova Aleppo, in termine di vera e propria carneficina che coinvolgerebbe decine di migliaia di persone innocenti e, secondo alcune stime, ben 700mila sfollati che sarebbero pronti a fuggire intraprendendo la rotta europea. Intanto, mentre si avvicina lo scontro decisivo per la riconquista di Idlib, proprio da Mosca arrivano dure parole da parte di Sergei Lavrov, Ministro degli Esteri russo che inviato ad Onu e all’Aja un dossier secondo il quale sarebbero pronte delle provocazioni mediante l’uso di armi chimiche la cui colpa verrebbe fatta ricadere ancora una volta su Vladimir Putin e Bashar al-Assad. Lavrov ha aggiunto che la Russia su questo punto non ha bisogno di convincere nessuno “dato che cose simili sono già avvenute in precedenza” e riferendosi sibillinamente a qualche complotto occidentale ordito in chiave anti-Cremlino. Infine, Lavrov ha sottolineato come complotti e depistaggi non debbano minare il diritto, a suo dire, del Governo di Damasco di “liquidare i terroristi che ancora si annidano ad Idlib”, rimasta oramai l’unica provincia siriana in mano alle forze dell’Isis e che nelle prossime ore diverrà teatro, molto probabilmente, di un attacco su larga scala. (agg. R. G. Flore)
ERDOGAN, VERTICE A TRE CON PUTIN E ROUHANI
Il presidente Bashar al-Assad ha deciso: con l’aiuto della Russia è arrivata l’ora di schiacciare anche le ultime sacche di resistenza ribelli. Da qui la decisione, con il sostegno di Mosca e Teheran, di porre sotto assedio la città di Idlib, ultima roccaforte dei ribelli filo-turchi. E proprio il leader di Ankara, il presidente Recep Tayyip Erdogan, come riportato dall’Ansa ha dichiarato che la Turchia sta conducendo “un lavoro congiunto con i russi e gli iraniani su Idlib per evitare un altro disastro come quello di Aleppo”. Confermate dunque le trattative in atto sulla regione della Siria nordoccidentale, che vedranno il loro culmine la prossima settimana con un vertice a tre fra lo stesso Erdogan, il presidente russo Vladimir Putin e quello iraniano Hassan Rouhani. Il rischio di un attacco su Idlib, secondo l’ONU, è quello di provocare una “catastrofe umanitaria” e un’ondata migratoria che porterà centinaia di migliaia di nuovi profughi verso la Turchia, e dunque alle porte dell’Europa. (agg. di Dario D’Angelo)
FIUME UMANO DI 700MILA PROFUGHI?
E’ pronta una nuova offensiva di Damasco e dei russi in Siria, con l’obiettivo di sconfiggere l’ultima roccaforte dell’Isis della regione, quella di Idlib. Una battaglia che potrebbero però avere conseguenze devastanti, a cominciare dal rischio di vittime innocenti. Inoltre, si potrebbe creare un fiume umano di profughi, che secondo La Stampa potrebbero essere costituto da circa 700.000 persone. Si calcola che del mezzo milione di persone che vivino a Idlib, due/terzi circa sarebbero già sfollati arrivati da altre zone siriane, e pronti quindi a muoversi nuovamente, magari verso il Vecchio Continente. Una situazione che preoccupa i paesi dell’Unione Europea, anche perché nell’intera provincia vi sono circa 3 milioni di persone, e gran parte di queste saranno costrette a fuggire lontane, visto che non hanno parenti nelle vicinanze. Forse anche per questi motivi sono in corso trattative fra Mosca e la Turchia (che ha militari di stanza nella zona), per trovare un’intesa, evitando l’assalto: il giorno chiave sarà il 7 settembre. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
VERSO LA BATTAGLIA A IDLIB
Potrebbe ormai essere questione di ore prima che possa combattersi ufficialmente la battaglia per liberare Idlib e la sua provincia, nel nord ovest della Siria, dalle ultime sacche di resistenza dei ribelli. Damasco attende solo il via libera dal palazzo presidenziale e questa volta le truffe siriane hanno seriamente intenzione di andare “fino in fondo”. Lo ha spiegato il ministro degli esteri Miallem dopo l’incontro a Mosca con l’omologo russo Lavrov. L’intento del ministro siriano è quello di combattere i miliziani di Al Nusra senza fare ricorso ad armi chimiche: “Non ne abbiamo bisogno perché otteniamo vittorie sui campi di battaglia”, ha commentato. Nei giorni scorsi, come rammenta Il Fatto Quotidiano, erano stati gli Usa e l’Onu ad avanzare il timore dell’impiego di armi chimiche da parte della Siria. Per tale ragione nella giornata odierna è arrivato un appello a Russia, Turchia e Iran affinché non diano vita ad una battaglia devastante con gravi conseguenze sui civili. L’inviato Onu per la Siria, Staffan de Mistura, ha quindi auspicato il non utilizzo di armi chimiche il quale sarebbe altrimenti “assolutamente inaccettabile”.
MOSCA ALLEATA DELLA SIRIA
Mosca resta al fianco della Siria in vista della battaglia che sta per combattersi per la liberazione di Idlib dal terrorismo. Per tale ragione ha potenziato il suo contingente nell’area e spera di poter arginare una eventuale reazione della coalizione anti-Isis guidata da Usa. Il ministero della Difesa russo oggi ha fatto sapere che “esercitazioni su larga scala delle forze navali e aerospaziali russe si svolgeranno dall’1 all’8 settembre nel Mar Mediterraneo sotto il comando del capo di Stato maggiore della Marina, ammiraglio Vladimir Koroliov”. In questo caso saranno impiegate ben 25 navi da guerra e battelli di supporto “guidati dall’incrociatore missilistico Maresciallo Ustinov”. Sempre Mosca ha fatto sapere che “nello spazio aereo internazionale, attività di addestramento saranno messe in atto con circa 30 caccia, tra cui i bombardieri strategici missilistici Tu-160, gli aerei antisommergibili Tu-142 Mk e Il-38, i caccia Su-33 e Su-30Sm dell’aviazione marina”. Chiaramente queste previsioni hanno aumentato l’allarme dell’Onu mentre Lavrov, dal canto suo, ha messo in guardia l’Occidente affinché non giochi “col fuoco”.