Un nuovo tavolo sull’Ilva potrebbe essere riconvocato questa settimana, ma solo a patto che ci siano segnali di miglioramento sul piano occupazione da parte di Arcelor Mittal. Lo ha annunciato Luigi Di Maio al termine dell’incontro al Mise con l’azienda e i sindacati, aggiungendo che «non ha senso rivederci se si prevedono 10.000 assunti su oltre 13.500 e tutti gli altri che devono restare a carico dello Stato». Proprio su questo aspetto si è focalizzato ad Agorà: «Quelli che mi fanno la lezione sul vaso Ilva hanno firmato una gara» in cui Arcelor prevede 10mila lavoratori contro 14mila». Per Di Maio la situazione dell’acciaieria è paradossale, perché il privato ha già un contratto firmato con un numero di dipendenti da assumere, e anche senza un accordo sindacale può entrare nell’Ilva, ma è complicato garantire la funzionalità dell’impianto senza il consenso delle organizzazioni sindacali. Tornano le accuse al precedente governo: «La vicenda Ilva è la perfetta rappresentazione di chi erano quelli che ci comandavano prima, 6 anni per fare una procedura di gara, lasciarci un accordo mai fatto ma che il ministro aveva dato mandato di firmare anche senza accordo sindacale, questo vuol dire alimentare il conflitto sociale». (agg. di Silvana Palazzo)
ILVA, DI MAIO VERSO ANNULLAMENTO DELLA GARA
Non si registrano passi in avanti nella trattativa per l’Ilva. Si è concluso con un nulla di fatto l’incontro di oggi tra Luigi Di Maio, i rappresentanti di Arcelor Mittal e i sindacati. Il ministro dello Sviluppo economico lamenta il fatto che la cordata non ha avanzato una proposta migliorativa su occupazione e ambiente, e ha annunciato che chiederà un parere all’Avvocatura dello Stato per avviare l’annullamento della gara. Ora i sindacati temono per la sopravvivenza dell’acciaieria di Taranto dopo l’ennesimo nulla di fatto. Di Maio ha dichiarato di organizzato il tavolo per riaprire il dialogo, ma «il piano di Arcelor Mittal non è soddisfacente e i sindacati hanno sempre detto che non ci sono le condizioni per far ripartire la trattativa se l’azienda non batte un colpo». Il rischio dell’annullamento della gara è alto. Il vicepremier vuole che l’azienda dica «se si sposta dai numeri concordati con l’ex ministro Calenda e forse allora possiamo cominciare a ridiscutere». Domani mattina, al massimo domani pomeriggio, verrà mandata «la richiesta di parere in autotutela all’avvocatura dello Stato per quanto riguarda l’annullamento della gara».
SINDACATI DELUSI DOPO INCONTRO CON DI MAIO E ARCELOR MITTAL
I sindacati hanno espresso delusione dopo l’incontro di oggi con il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio e i rappresentanti di Arcelor Mittal. La posizione dell’azienda sull’Ilva è «immutata» e il «governo non ha sciolto i nodi di sua competenza», inoltre «la distanza verso l’accordo si allontana anche rispetto all’avvio della trattativa di 15 mesi fa». Lo ha dichiarato il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli, dopo l’incontro tenuto al Mise. Bentivogli ha espresso critiche nei confronti di Di Maio: «La sostanza è che mentre Di Maio verifica se annullare la gara, fa ripartire la trattativa su condizioni di partenza più arretrate rispetto al governo precedente». Il segretario generale della Fim ha assicurato di essere disposto a trattare ad oltranza, ma chiede fatti al ministro. L’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, tirato in ballo da Di Maio come capro espiatorio per l’attuale stallo, è intervenuto su Twitter con ironia. «No, in realtà qualcosa è stato fatto. Un altro parere richiesto (all’Avvocatura) e un altro milione buttato. La confusione regna sovrana».