Interviene per difendere due ragazze importunate da un uomo e viene presa a pugni. È accaduto ad una vigilessa di Torino, finita in codice giallo – poi mutato in verde – al pronto soccorso dell’ospedale Mauriziano. Roberta, questo il nome della vigilessa che però non vuole fornire altre informazioni di sé per non essere riconoscibile, ha un naso rotto e dolori alla testa. Non le era avvenuto niente di simile in 23 anni di servizio al comando Mirafiori, di cui 13 trascorsi al Nucleo nomadi. L’aggressione è avvenuta in via Roma, in pieno centro, tra la folla di turisti. È stato necessario l’intervento di tre passanti per immobilizzare l’uomo, poi sono arrivate sette pattuglie della municipale e un’ambulanza. «Non ricordo dove mi abbia colpita prima. Non ho visto nulla. Mi sembra di avere il vuoto. Solo alla fine ho sentito qualcosa, penso fosse l’ultimo pugno. Quello per cui sono qui, ridotta così», ha raccontato al Corriere della Sera. Dopo le botte però non si è persa d’animo: «Ho trovato la forza per rialzarmi, per girarlo e metterlo a terra. L’ho ammanettato io, l’arresto l’ho fatto io», ha precisato con orgoglio.
TORINO, VIGILESSA DIFENDE DUE RAGAZZE: PRESA A PUGNI
«Era talmente violento che c’è stato un attimo in cui ho temuto di dover sparare». Quello sembra «l’unico modo per bloccarlo». La confessione è della vigilessa brutalmente picchiata a Torino. La sua “colpa” è stata quella di essere intervenuta in difesa di due ragazze. «Io e la collega siamo intervenute perché stava infastidendo due ragazze e quando ha visto me e la collega ha infierito senza motivo», ha raccontato al Corriere della Sera. L’identità e i trascorsi di chi l’ha colpita non sono ancora chiari, ma la vigilessa sostiene che non si tratti di un paziente psichiatrico vero e proprio. «Mi è parso, più che un matto, un violento, uno di quelli che lo è con le donne». Sono arrivati i passanti e si sono rivelati fondamentali: «In tre lo abbiamo bloccato. Uno dei due era più grosso di lui. A volte il destino aiuta. Siamo abituati a sentirci sempre insultare, ma questa volta non è andata così ed è stato bello rendersene conto».