Secondo quanto raccontato dal Ministro degli Esteri siriano, Walid Muallem, a Russia Today la tensione presente nel Paese è tutt’altro che “ridotta” alla guerra tra ribelli e regime: «Non ci sono incontri segreti tra Siria e Usa, perché a cosa ci servirebbero? Questa amministrazione è credibile? Adempie agli obblighi derivanti dagli accordi conclusi? Assolutamente no!». Secondo il ministro di Assad, infatti, Trump si è dedicato «solo a servire gli interessi di Israele nel condurre in Medio Oriente una politica dettata da Tel Aviv», ma non solo: secondo Muallem, «’amministrazione americana, senza incontri o contatti, ha dimostrato aperta ostilità nei confronti della Siria nel 2011, quando è iniziata la crisi che continua ancora oggi. Supporta ancora l’ISIS e fornisce armi ad al-Nusra». Insomma, alla vigilia di un possibile attacco su Idlib i rapporti internazionali tra Usa, Russia, Iran, Turchia e Cina, addirittura, sono tutt’altro che “sereni” attorno al dramma e snodo siriano. (agg. di Niccolò Magnani)
ATTACCO IMMINENTE A IDLIB?
Dopo l’appello di Papa Francesco, il mondo – almeno quello “superficiale” che della Siria se n’è interessato forse fino a che imperava la minaccia dello Stato Islamico – ha riacceso le luci sul pericolo fortissimo che avverrà nei prossimi giorni a Idlib, una delle roccaforti dove i ribelli anti-Assad ancora combattono gli eserciti russi e turchi che cercano invece di far ristabilire la forza del regime “naturale” nelle aree devastate dalla guerra all’Isis. Un attacco su Idlib, giudicato imminente dopo le ultime mosse dei ribelli e le controffensive di Putin e Assad, porterebbe nell’area dove vive metà della popolazione già composta di profughi, un maxi esodo di almeno 700mila persone, secondo le stime dell’agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr). Di contro però, «La conquista di Idlib lascerebbe fuori dal controllo di Damasco solo le zone curde del nord-est, governate dai curdi del Pyd-Ypg con il patrocinio degli Usa e altre due province del centro e sud-est, terra di nessuno e rifugio di jihadisti di varie sigle, tra cui i reduci dell’Isis in fuga», spiega il portale esperto Jobsnews. Dovunque ci si situi, il problema e l’emergenza umanitaria rimane con le prossime settimane che purtroppo potrebbero avanzare queste “emergenze”.. (agg. di Niccolò Magnani)
L’APPELLO DI PAPA FRANCESCO
La Siria e Papa Francesco, un rapporto strettissimo con la Chiesa Cattolica che in questi anni di guerra ha sempre accompagnato diversi appelli e operazioni umanitarie volte a stabilire un filo, un minimo ponte di speranza per la terra martoriata nel Medio Oriente: «ricordo le inquietanti notizie sui rischi di una possibile catastrofe umanitaria in Siria, nella Provincia di Idlib. Rinnovo il mio accorato appello alla Comunità internazionale e a tutti gli attori coinvolti ad avvalersi degli strumenti della diplomazia, del dialogo e dei negoziati, nel rispetto del Diritto umanitario internazionale e per salvaguardare le vite dei civili». La situazione drammatica che da Damasco arriva fino ad Idlib passando per Aleppo e per tutte le zone disastrate dallo Stato Islamico e dai continui scontri tra le “fazioni” interne al regime siriano e di oppositori nel mondo sunnita fondamentalista (anche oltre l’Isis): l’appello e la richiesta di preghiera e digiuno a tutti i cattolici nel mondo prosegue con «l’amata Siria» sempre come obiettivo primario. (agg. di Niccolò Magnani)
ESPLOSIONI IN AEROPORTO DAMASCO
Giallo a seguito di due forti esplosioni che sono state udite nelle scorse ore in Siria, vicino all’aeroporto militare di Damasco. Secondo quanto riferito da Russia Today, sarebbe esploso un deposito di munizioni, ma stando invece a quanto riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, si sarebbe trattato di un missile israeliano che avrebbe colpito la base aerea di Mezzeh, dove risiedono funzionari e ufficiali dell’esercito, e i sistemi di difesa aerea, provocando due vittime. Questa seconda ipotesi è stata smentita seccamente dalle fonti militari e statali siriane, che parlano di incidente nel deposito, un cortocircuito elettrico, negando qualsiasi vittima.
ACCORDO IRAN-ASSAD, ISRAELE NON CI STA
Come riferisce La Stampa, è la prima volta che la tv di stato siriana smentisce in maniera così netta un raid israeliano, a differenza invece di quanto sostenuto dall’opposizione siriana, che parla di missili terra-aria lanciati dal Golan da Israele. Settimana scorsa il governo di Netanyahu aveva detto che l’accordo di collaborazione firmato dal ministro della difesa iraniana e da Assad, superava «la nostra linea rossa»: Israele vuole il ritiro delle forze dell’Iran dalla Siria, nonché lo smantellamento delle basi di missili presenti.