Lo scontro a distanza con Macron ha fatto scintille, ma il Ministero degli Interni ha rilanciato le sue posizioni e tracciato un bilancio su quanto emerso. Il Ministro Matteo Salvini ha lanciato un altro ultimatum, se non verranno accolte le istanze e le proposte che l’Italia avanza da tempo all’Unione Europea: “Noi stiamo facendo un sacco di proposte all’Europa ma abbiamo ricevuto una sequela di no, da Macron e tutti gli altri. Finiti i bonus dei no, faremo da soli,” ha affermato Salvini. Parole che rischiano di alzare ulteriormente il livello dello scontro con Bruxelles, considerando anche le parole che il Commissario al Bilancio Oettinger e l’altro vicepremier Di Maio si sono scambiati nella giornata di mercoledì sul tema dei contributi che l’Italia deve versare all’UE. (agg. di Fabio Belli)
“SO COME SCONFIGGERE GLI XENOFOBI”
Continua il duello a distanza tra Matteo Salvini ed Emmanuel Macron, con quest’ultimo che non sembra avere alcuna intenzione di sottrarsi allo scontro che questa mattina aveva portato il ministro dell’Interno italiano a “bacchettare” l’inquilino dell’Eliseo:”Più di 48.000 respingimenti alle frontiere francesi con l’Italia dall’anno scorso, altro che solidarietà e accoglienza. Macron abbia il buon gusto di tacere e non dare lezioni agli italiani”. Il presidente francese, ricordando come per Salvini e soci (che lui ha definito “demagoghi”) se crolla un ponte sia colpa dell’Europa, è passato al contrattacco, come riporta La Repubblica:”Ci sono idee sempre più xenofobe e nazionaliste che si esprimono in Europa e dobbiamo guardarle in faccia. Avendole combattute nel mio Paese e avendole sconfitte alle elezioni presidenziali, posso dirvi che la condanna morale non è sufficiente. Bisogna guardare cosa porta i nostri connazionali ad essere sedotti e in qualche caso a seguire queste idee”. (agg. di Dario D’Angelo)
MACRON RISPONDE A SALVINI: “PER DEMAGOGHI SE CROLLA PONTE E’ COLPA DELL’EUROPA”
Si è fatto attendere ma ora arriva dritto e in prima istanza alquanto brutale il commento di Macron – indiretto – alle critiche piovute addosso da Salvini (il quale già aveva replicato alle polemiche alzate dal Presidente francese dopo il vertice con Orban, ndr): Macron torna a criticare tutti coloro che «vogliono prendere l’Europa in ostaggio utilizzando la demagogia. Dicono che tutti i problemi vengono dall’Ue, un ponte crolla? È colpa dell’Europa. Siete preoccupati perché ci sono immigrazioni dall’Africa? E’ colpa dell’Europa. Questi – sottolinea senza pietà il presidente francese – non sono quelli che vengono chiamati populisti, sono i demagoghi». Terminata la sua visita ad Helsinki, il presidente definito da Salvini come “chiacchierone” ha voluto sottolineare che «c’è chi dimentica quello che l’Europa ha portato in 70 anni, e vuole soltanto una cosa: la divisione, la chiusura nazionalista dietro ogni piccola cosa che ci separa».
“NO LEZIONI DI SOLIDARIETÀ DA NESSUNO”
Parlando ancora dal Veneto dove è in visita dal Governatore Zaia per la vicenda Pedemontana, Salvini torna ancora ad attaccare Macron dopo che l’Eliseo, almeno per il momento, ha deciso di non replicare al duro messaggio sui social lanciato stamane dal vicepremier leghista. «Leader anti-sovranista? L’anno scorso alle frontiere con l’Italia ha respinto 40mila immigrati, quindi è un buono molto particolare. È un ipocrita, un chiacchierone», spiega a RadioPadova il leader del Carroccio che vede in Macron il simbolo di quell’Europa che vuole contrastare e riformare. Nel merito, aggiunge ancora Salvini, «lui si muove solo per interesse economico, l’Italia ha fatto, ha soccorso, ed ha pagato più che a sufficienza,e quindi lezioni di solidarietà non ne prendiamo da nessuno». Tracciando poi una linea di “bilancio” di questi primi mesi al Governo, il Ministro degli Interni conclude «Siamo al lavoro da nemmeno tre mesi, mi sembrano trent’anni visto il lavoro fatto e il numero di inchieste aperte: oggi ho scoperto che ho altri due capi di imputazione» per il caso Diciotti. (ecco qui tutti i dettagli).
MINISTRO ATTACCA: “EUROPA FA FINTA DI NIENTE”
Un Salvini scatenato ancora questa mattina, dopo Macron è l’Europa intera ad essere criticata dal Ministro degli Interni, infuriato per la mancata gestione del caso Diciotti che tra l’altro lo ha portato ad essere indagato dalla Procura di Agrigento. «La Cei l’ho chiamata io, non è che si siano chiamati da soli. Irlanda, Albania e vescovi sono stati contattati da noi. L’Europa per l’ennesima volta si è girata dall’altra parte ed ha fatto finta di niente», ha puntualizzato il vicepremier parlando a ‘Radio Padova’ del caso della Diciotti. In merito alla distruzione degli stessi migranti, Salvini attacca ancora Bruxelles e spiega «Ci siamo rivolti fuori dall’Europa, con l’Albania, ed abbiamo chiamato anche altri Paesi che potranno essere utili nei prossimi eventuali, spero di no, sbarchi. Abbiamo chiamato la Chiesa cattolica perché a parole proclama accoglienza e generosità, si è fatta anche economicamente carico di queste persone». Intanto da Parigi è ancora “silenzio” dopo il duro attacco di Salvini avvenuto questa mattina.
DATI VIMINALE: SCONTRO UE-SOVRANISTI
Il livello della tensione tra Ue e sovranisti ha ormai raggiunto un punto davvero di difficile “ritorno”: dovrà intervenire il premier Conte, probabilmente, per risanare ancora una volta lo scontro duro tra il Presidente Macron (“Salvini e Orban sono i nemici dell’Ue”) e il Ministro degli Interni (“Macron ipocrita, deve tacere”). Nel frattempo però, il Viminale ha diffuso poco fa alcuni dati relativi ai controlli di frontiera messi in campo dal Governo di Parigi da circa un anno e mezzo: si evidenzia che «nel 2017 sono state 30.911 le persone respinte alla frontiera francese e di queste 10.407 erano stranieri con un permesso di soggiorno valido in Italia», mentre 20mila erano irregolari, riporta Fanpage. Per quanto riguarda invece il 2018, dal 1 gennaio ad oggi sono invece 17mila i respingimenti a Ventimiglia: 6.561 con permesso di soggiorno italiano (tra cui 933 pakistani, 651 malesi, 613 albanesi), 10.915 irregolari. In tutto fanno 48.387 migranti respinti dalla Francia in soli due anni.
SALVINI: “MACRON TACCIA, FRANCIA RESPINGE 48MILA MIGRANTI”
Il nuovo capitolo della “sfida” a distanza tra Salvini e Macron arriva questa mattina con un tweet al veleno del Ministro degli Interni che si scaglia contro l’inquilino dell’Eliseo che continua a tentare di rappresentare l’Europa anche se non soprattutto per provare ad uscire dall’impasse in cui il suo governo si è cacciato in Francia negli ultimi mesi. «Da inizio 2017 ad oggi la Francia del “bravo Macron” ha respinto più di 48mila immigrati alle frontiere con l’Italia, comprese donne e bambini. Sarebbe questa l’Europa “accogliente e solidale” di cui parlano Macron e i buonisti?», con riferimento anche alla piazza di Milano della Sinistra, intervenuta due giorni fa dopo il vertice in prefettura con Orban. Salvini poi rinfocola ancora la paglia della polemica, affermando «al posto di dare lezioni agli altri, inviterei l’ipocrita presidente francese a riaprire i confini e accogliere le migliaia di rifugiati che aveva promesso di prendere». Secondo il vicepremier della Lega, che torna così ad aprire un serio fronte di scontro diplomatica tra Italia e Francia, «noi non siamo il campo profughi d’Europa, la pacchia per gli scafisti e buonisti è finita!», conclude su Facebook il Ministro degli Interni.
MENTANA: “SALVINI HA UN PROGETTO, M5S NO”
Il direttore del Tg La7 Enrico Mentana se la prende con il Movimento 5 Stelle – e non è la prima volta – dopo che anche sul fronte Orban e architetture europee, il M5s e il premier Conte non si sono distinti per una posizione chiara, certa e con un progetto a lungo termine. «Salvini ha un progetto di alleanza internazionale», mentre il M5s no: il ragionamento di Mentana non fa una grinza e dopo il vertice di Milano tra Orban e il Ministro della Lega avanza, «la stessa lingua per i due leader: no ai migranti – scrive il giornalista su Facebook – Soros emblema del cosmopolitismo affaristico e favorevole alla ‘invasione’, no agli eurocrati, no al liberalisimo, no al multiculturalismo, sì alla politica securitaria, ai confini come limiti della patria, ai valori cristiani contrapposti a quelli liberali». Il progetto della Lega è chiaro e incarna le mosse al Governo, ma quelle di Di Maio e Grillo, quali sono? La “mossa” di Mentana non fa altro che alimentare una voce sempre più grande nella fronda di minoranza M5s, da Fico in giù, che vede in Di Maio una leadership non del tutto “convincente”..
LE PEN E RENZI: LE “OPPOSTE” REAZIONI
Marine Le Pen, leader dell’estrema destra francese, ha salutato positivamente l’incontro di ieri tra Salvini e Orban, definendolo «fondativo»: per la leader di Rassemblement national (ex FN), «la scelta degli europei nel 2019 sarà fra l’Ue di Macron, verso il federalismo e l’immigrazione di massa, e l’Europa delle nazioni libere, delle identità e delle protezioni che noi rappresentiamo!», scrive su Twitter l’alleata della Lega in Parlamento Ue. Durante la relazione di ieri in prefettura a Milano, il presidente ungherese aveva anche spiegato come nei governi scorsi, quelli a guida Pd, il rapporto tra Italia e Ungheria era stato pessimo: non si fa attende la replica di Matteo Renzi, che oggi su Twitter avanza «ieri Orban ha detto che la relazione con il nostro Governo era pessima. Su questo ha ragione. E io ne vado orgoglioso! Niente di personale, Viktor. Ma tu rappresenti l’opposto di ciò che per noi significa #Europa. Tu tieniti Salvini e Di Maio, noi teniamo gli ideali di Ventotene».
LE TENSIONI VERSO LE EUROPEE
Lo scontro a distanza tra Macron e Salvini ricorda la primissima fase del Governo Conte quando l’attacco frontale sui migranti tra Italia e Francia mise in difficoltà il primo incontro ufficiale del neo-premier in terra estera: il rapporto tra Salvini e Macron però non è migliorato e il vertice con Orban, con conseguente strigliata del presidente francese, di certo non ha aiutato. L’Europa è molto tesa, specie se pensiamo che verso le prossime Elezioni Europee nel 2019 si prefila un deciso cambio di passo nel Parlamento di Bruxelles: Salvini si avvicina ancora di più ai sovranisti e prova a portarsi dalla sua parte Orban (ad oggi ancora nel Ppe), mentre Berlusconi vuole ancorare FI tra i conservatori provando a diventare quella destra moderata europeista che possa distinguersi dalla Lega. In tutto questo, c’è un Movimento 5 Stelle che tenta il riposizionamento, non tra i socialisti, non tra il Ppe e neanche con Salvini: potrebbe prendere il “posto” della linea estrema di Farage con l’Ukip, prossimo all’addio dopo la Brexit.
“NO A ODIO E NAZIONALISMI”
«Sono il nemico degli odiatori, dei razzisti e dei nazionalisti»: un Macron in piena crisi di sondaggio e popolarità in Francia prova a rilanciare la propria figura europea contrapponessi, in maniera più pressante rispetto alla Merkel, al “nuovo” asse che collega Visegrad all’Austria e soprattutto all’Italia. Orban aveva parlato ieri da Milano di un Macron «capo delle forze politiche che sostengono l’immigrazione», e il presidente francese ha risposto in merito: «Nei prossimi giorni e nei prossimi mesi dovremo prendere decisioni approfondite per affrontare il tema delle migrazioni, servirà serietà e spirito di responsabilità, restando fedeli ai nostri valori, come il diritto d’asilo, cone una vera politica in relazione ai Paesi d’origine e all’interno. Non è ciò che propongono Orban e Salvini». Rispetto all’opposizione da lanciare all’asse Italia-Ungheria, l’intervento di Macron segue “idealmente” la piazza di Milano di ieri, dove Pd e Pse si sono di fatto “conformati” nell’attaccare l’incontro tra il Ministro e il premier “illiberale”: «Se si considera che in Francia c’è un nemico del nazionalismo, della politica dell’odio, dell’Europa che deve pagare quel che ci fa comodo e non impone alcuna forma di responsabilità e solidarietà, hanno ragione», ha concluso Macron.
MACRON, “IO NEMICO DI ORBAN E SALVINI”
Dopo il vertice “rumoroso” tenutosi ieri a Milano tra il premier ungherese Viktor Orban e il Ministro degli Interni italiano, Matteo Salvini, arriva la prima risposta internazionale dopo le forti critiche che invece hanno accompagnato le ultime ore qui in Italia giunte dall’opposizione di sinistra. «Hanno ragione nel considerarmi il loro principale oppositore», ha spiegato il Presidente francese Emmanuel Macron intervenendo dall’Eliseo; «Non cederò niente ai nazionalisti e a coloro che difendono i discorsi di odio – ha detto a BfmTv – Se vogliono vedere in me il loro oppositore principale, hanno ragione». Dai migranti alla accoglienza “condivisa” fino al bilancio Ue e al rilancio anti-eurocratico e pro-sovranismo dei due leader: su questi temi Macron non ci sta e, prendendo le difese della “vecchia” Ue, attacca tanto Orban quanto Salvini. Non poteva certo mancare l’immediata risposta del vicepremier che in un Tweet avanza, «l principale avversario di Macron, sondaggi alla mano, è il popolo francese. Anzichè dare lezioni agli altri governi spalanchi le proprie frontiere, a partire da quella di Ventimiglia. E la smetta di destabilizzare la Libia per interessi economici».
SALA, LA MILANO-ANTISOVRANISTA: “NO A UE DEI MURI”
L’altro fronte di giornata, ieri, è stata certamente la piazza di Milano: per un giorno è come se le sinistre, tutte, si fossero unite nel nome dell’antisovranismo, dell’antirazzismo e dell’anti-Salvinismo. Un po’ come Berlusconi nello scorso ventennio, oggi è il leader della Lega a rappresentare un perfetto (o quasi) collante della Sinistr: dal Pd a Leu, da Possibile a SI, fino a centri sociali e associazioni LGBT e pro migranti, c’erano tutti ed erano tanti ieri in piazza vicino alla prefettura per manifestare contro i due leader in vertice. «Milano non cambierà di un millimetro il suo modo di essere», ha scritto su Facebook il sindaco di Milano, Beppe Sala, che il giorno dopo la piazza commenta il risultato dell’opposizione, «L’incontro di Salvini con Orbán a Milano è figlio di quella volontà provocatoria propria di molte delle mosse del leader della Lega. Fare patti con un illiberale e vittimista di professione come Orbán (se ha così in odio l’Europa, cominci a restituire i tanti fondi che dall’Europa arrivano in Ungheria ogni anno…) significa negare quei valori sui quali la nostra democrazia, pur fragile, è costruita». Il ministro non c’era ma ha dato tutto il suo appoggio: «Diritti e doveri. Lavoro, tanto lavoro. Solidarietà. Apertura al mondo. Impegno per un’Europa unita e migliore. Un mix di valori che ha fatto, fa e farà sempre grande la nostra città».