Rick Gates, socio d’affari e collaboratore dell’uomo che guidò la campagna elettorale di Donald Trump, ha ammesso di aver commesso diversi reati fiscali per Paul Manafort, quando questi era il principale collaboratore del tycoon. Buona parte di questi reati – si va da frode fiscale e bancaria ad appropriazione indebita – sono stati compiuti di comune intesa o su ordine di Manafort. Questo è un tassello importante nell’indagine sul capo della campagna elettorale di Trump e un passo avanti nell’inchiesta Russiagate. Si sapeva che Gates aveva raggiunto un accordo con Robert Mueller: una confessione piena per una riduzione di pena. Ma nessuno immaginava che sarebbe andato oltre le accuse che gli erano state mosse dal procuratore. Il consulente e lobbista ha spiegato di aver aperto con Manafort 15 conti bancaria all’estero, principalmente a Cipro, e di non averli dichiarati al governo Usa «su richiesta di Manafort». Parte del denaro finito su quei conti arrivava da oligarchi del circolo di Viktor Yanukovych, ex presidente ucraino sostenuto dalla Russia. Il processo a Gates non è legato direttamente all’inchiesta Russiagaet ma potrebbe essere una tappa del cerchio che Mueller sta chiudendo attorno alla Casa Bianca. E l’eventualità che a Manafort venga chiesta una riduzione di pena per raccontare quello che sa delle ingerenze russe nella campagna è molto probabile.
“TRUMP SAPEVA DEI DOSSIER CONTRO HILLARY CLINTON”
Ma Donald Trump deve fare i conti con l’ennesima bufera. Per difendere il primogenito dagli attacchi sul controverso incontro con un’avvocatessa russa alla Trump Tower nel 2016, ha ammesso che si è trattato di un «meeting per avere informazioni su un rivale», precisando però che era «totalmente legale». Ma per molti è l’ammissione che l’incontro abbia avuto lo scopo di ottenere materiale compromettente sulla candidata dem Hillary Clinton. «È cosa che si fa continuamente in politica e che non portò a nulla. Io non ne sapevo nulla», si legge nel tweet. Questa ammissione viene letta come una nuova versione dei fatti, visto che inizialmente si era parlato principalmente di un incontro per discutere di un programma per l’adozione di bambini russi. E ora ci si chiede quale piega possa prendere l’inchiesta Russiagate, mentre monta l’attesa per la convocazione del presidente Usa in persona. Una decisione in tal senso non è stata ancora presa.