Aspettando Ronaldo, la Gobba macina la Lazietta (cinque sconfitte nelle ultime cinque gare in campionato) che si è spinta a Torino pensando di poter giocare una gara aperta, anzi d’attacco contro la Juve che, nel campionato italiano, è gia difficile contenere stando raccolti in difesa. Nonostante Ronaldo sia ancora lontano da una forma decente, riesce comunque a tenere impegnati un paio di avversari permettendo a gregari di lusso come Pjanic e Mandzukic di andare in rete. Nei bianconeri, sono convinto, non ci sarà grande spazio per Dybala: Ronaldo ha bisogno di una spalla che lotti da centravanti vero per poter svariare sugli esterni, questa non può essere il fantasista argentino. Sulla sponda laziale vedo un Inzaghino traballante, già non mi pare stia in grande spolvero con Lotito, se anche perde…
NAPOLI MILAN
Pareva di assistere ad una grande festa: pubblico numeroso ed entusiasta, come in tutte le feste bisogna anche distribuire del cibo ed è toccato ai casciavit la parte del pollo, prima ingrassato e poi, con tre golletti, ucciso dagli azzurri. Insomma ottimo pollo alla diavola. Nel primo tempo Ancelotti non ha capito nulla: ha costretto il Napoli ad un gioco molto compassato e, quel paio di volte che il Milan ha potuto partire in contropiede, sono state due reti. Raccomando Ospina a chi avesse bisogno di un portiere condominiale, la serie A non è per lui. Hamsik, ad oggi, non è un regista e, fortuna dei ciucci, Biglia è stato il peggiore in campo. Fra i rossoneri solo Suso si è mostrato all’altezza anche perché Higuain, che dovrebbe essere il cuneo milanista nelle difese avversarie, è apparso in serata meditativa. A proposito di cuneo: si sente spesso dire che va diminuito il cuneo fiscale. Detto in questo modo i cittadini, ora così si chiama il popolo, non ci capiscono una mazza. Non è più semplice dire che va trovato il sistema, i soldi, per far avere più grano in busta paga ai lavoratori e, contemporaneamente, far risparmiare le aziende? Per far questo vanno trovate le risorse per diminuire le imposte trattenute in busta paga e diminuire quelle a carico delle imprese. Cuneo, nell’immaginario, è qualcosa che punge e può far pensare a inserimenti dolorosi. Poi, per creare lavoro, non si capisce perché non si possa arrivare a togliere ogni imposizione, accreditando contributi figurativi a nuovi assunti, al momento disoccupati, nei primi due anni di ingresso in azienda, portandoli a quattro – in totale – nel caso di passaggio a lavoro a tempo indeterminato. In questo caso lo Stato diminuirebbe i propri costi, infatti non avrebbe da pagare sussidi, redditi di inclusione o di cittadinanza. Andrebbe almeno studiato.
INTER TORINO
Ha studiato, molto bene, la partita contro il Toro Spalletti: partenza lanciata, con difesa a tre. Icardi, Politano e Perisic, muovendosi su tutto il fronte d’attacco, non davano riferimenti alla difesa granata. Dopo pochi minuti, il popolo bauscia già esultava: assist di Maurito a Perisic con tiro implacabile di Ivan nella rete di Sirigu. Regia di Brozovic ad alto livello, nonostante Rincon e Soriano si alternino nel disturbarlo; Belotti schiacciato dai centrali nerazzurri, primo tempo con i granata molto volonterosi ma nettamente inferiori, Handanovic avrebbe potuto fare una partitina a carte con i raccattapalle. È illogico che una squadra così abbia perso con il Sassuolo. D’altra parte stiamo parlando della pazza Inter; parte il secondo tempo e il Torino, spostato Soriano in avanti, parte con spirito molto aggressivo. La partita cambia completamente, e in pochi minuti rete di Belotti e scontro riaperto. I nerazzurri non tengono più sulle fasce e Spalletti dovrebbe sostituire almeno uno fra gli esterni o portate a quattro la difesa: niente da fare e arriva il pareggio torinista. Poi è “fuffa”: attacchi velleitari della Beneamata ma il risultato non cambia ed è giusto, anche se per pareggiare il Toro ha dovuto ricorrere ad un Sirigu super. Se l’Inter è un diesel ha un riscaldamento troppo lungo, sarà dura essere l’anti Juve. Ora aspettiamo la Maggica vs la Dea per vedere chi raggiungerà la vetta della classifica.