Un colloquio di lavoro che si è trasformato quasi in un film thriller. E’ accaduto qualche giorno fa a Mestre, come riporta Il Gazzettino, e le protagoniste sono due ragazze di circa 25 anni, contattate dall’agenzia del lavoro di via Piave. «Cercavano due posizioni di segretaria – racconta una delle due vittime, rimasta volutamente anonima – una di back office, l’altra per inserimento dati. Col senno di poi non riesco a capire come a abbiano avuto i nostri numeri di cellulari. Ma lì per non ci ho pensato». La ragazza dice di non sentirsi tranquilla, anche ora che la vicenda si è conclusa: «Hanno i nostri dati, i nostri recapiti… Ci siamo rivolte ai carabinieri. Abbiano fatto una segnalazione dettagliata ma i nomi con cui si sono presentati sono risultati inesistenti e il telefono con cui ci hanno chiamate è risultato disattivato. L’ufficio? Sbaraccato nel giro di poche ore».
LA CRONACA
Ma cosa è successo durante quel “colloquio”? Due ragazzi si presentano al colloquio, fra i venti e i trent’anni. Invece di “selezionare” le giovani donne in azienda, dicono loro di volerle portare in un bar non poco lontano, invitandole poi a salire in auto. Peccato però che il bar non è proprio dietro l’angolo, visto che i due selezionatori portano le ragazze in direzione Marghera, imboccando la tangenziale, e poi la Romea. Durante il tragitto le due capiscono che qualcosa non quadra, ma cercano di sdrammatizzare, e nel contempo una delle giovani manda la propria posizione al ragazzo via WhatsApp. Il gruppo arriva quindi in un bar di Dolo, e qui i selezionatori confessano alle due che il posto da segretaria non è più libero, ma volendo c’è la possibilità di svolgere un lavoro di vendita porta a porta per una società di energia. Le ragazze rifiutano e i due replicano ironicamente dicendo loro «Se volete possiamo fare delle rapine. Magari in banca» mostrando delle maschere di lattice. Le due iniziano ad avere seriamente paura, ma i selezionatori, capendo che non vi era nulla da fare, decidono di lasciare le ragazze al bar.