Un vero e proprio tornado si è abbattuto in queste ore sull’amministrazione Trump. La scintilla che ha fatto scatenare l’incendio arriva dal giornalista Bob Woodward, due volte premio Pulitzer e colui che ha scoperchiato il caso Watergate, che ha pubblicato un libro in cui descrive la vita alla Casa Bianca come una gabbia di matti, dove molti collaboratori di Trump tramano contro di lui, agendo alle sue spalle. La conferma del “crazytown” alla White House arriva da parte del New York Times, che nelle scorse ore ha pubblicato una lettera di un anonimo funzionario che lavora a fianco di Trump, e che ha ammesso di opporsi spesso e volentieri, senza che il tycoon se ne accorga, alle decisioni dello stesso: «Pensiamo che molte delle politiche di Trump abbiano già reso l’America più sicura e più prospera – scrive l’insider -, ma pensiamo che il Presidente continui ad agire in un modo che è dannoso alla salute della nostra Repubblica». L’insider ha quindi aggiunto: «Molti degli alti funzionari della sua stessa amministrazione stanno lavorando assiduamente dall’interno per opporsi a parti del suo programma e alle sue peggiori inclinazioni. Io lo so, sono uno di loro». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TRUMP REPLICA, “NYT DICA CHI E’ IL FUNZIONARIO”
Non si è fatta attendere la reazione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, alla lettera anonima pubblicata in prima pagina dal New York Times, scritta da un funzionario della Casa Bianca. Nella pubblicazione viene di fatto confermato il caos anticipato da Bob Woodward nel suo libro, descrivendo una serie di “magheggi” all’interno della residenza del presidente di Washington da parte dei suoi collaboratori, per evitare che lo stesso tycoon possa prendere decisioni a dir poco rischiose. La reazione, come dicevamo, è arrivata, e la Casa Bianca attraverso Twitter parla di «funzionario vigliacco e senza spina dorsale», mentre Trump commenta con le parole “vergogna” e “tradimento”, aggiungendo: «Se l’alto funzionario dell’amministrazione anonimo esiste, il New York Times deve consegnarlo o consegnarla al governo immediatamente per questioni di sicurezza nazionale», per poi mettere in dubbio lo stesso quotidiano: «Forse il cosiddetto alto funzionario non esista realmente, solo un’altra fonte falsa». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LA LETTERA ANONIMATA PUBBLICATA DAL NY TIMES
E’ una vera e propria tempesta quella che si sta abbattendo sull’amministrazione Trump in queste ore, dopo le anticipazioni del Washington Post sul libro di Bob Woodward. A rincarare la dose ci ha pensato il New York Times, che ha pubblicato un editoriale anonimo, cosa mai accaduta prima; a scriverlo, un dirigente della Casa Bianca, che conferma lo scenario descritto dal due volte premio Pulitzer: «È vero, ci sono molti senior official della Casa Bianca che lavorano per frenare parte dell’agenda del presidente e le sue peggiori inclinazioni – si legge sul NY Times, come riferito dal Corriere -lo so perché io sono uno di loro. La nostra non è una resistenza di sinistra. Vogliamo che questa presidenza abbia successo e su alcune cose funziona: abbiamo fatto una riforma fiscale storica. Ma è arrivata nonostante il presidente, non grazie a lui». Ed ora sono in molti a rischiare il posto, a cominciare da John Kelly, capo di gabinetto nonché braccio destro di Trump, che nel libro si sfoga contro il tycoon: «E’ un idiota – dice – inutile cercare di convincerlo di qualcosa. Questo è un posto di pazzi: non so che ci stiamo a fare, qui. E’ il peggior lavoro che ho avuto in vita mia». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL MANDATO DI UCCIDERE ASSAD
Rischia di creare un vero e proprio tornado il libro di Bob Woodward, dal titolo “Fear: Trump in the White House”, che racconta tutti i retroscena della vita alla Casa Bianca, definita dallo stesso autore una gabbia di matti. Il Washington Post ha pubblicato qualche anticipazione decisamente scomoda per il tycoon, in vista dell’uscita definitiva del libro fissata al prossimo 11 settembre. Il due volte premio Pulitzer, ad esempio, ha svelato che il presidente americano voleva assassinare il numero uno della Siria, Bashar al-Assad. L’episodio risale precisamente al 2017, dopo che venne eseguito l’attacco con il gas nervino contro i civili, durante il mese di aprile. Un evento che venne fermamente condannato dal mondo intero, e che mandò su tutte le furie Trump: peccato però che James Mattis, capo del Pentagono, ignorò la richiesta di assassino da parte dell’uomo più potente al mondo, orchestrando in alternativa un attacco missilistico sulla Siria, senza minacciare direttamente Assad. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ANTICIPAZIONI DEL RUSSIAGATE
Bob Woodward, il famoso giornalista del Washington Post, porta scompiglio alla Casa Bianca con la prossima pubblicazione del libro “Fear” (tradotto: “Paura”) che racconta dei retroscena sul primo anno e mezzo di amministrazione Trump. Tra i capitoli anticipati dal Washington Post c’è quello relativo al Russiagate e ai metodi utilizzati dal capo degli avvocati di The Donald, John Dowd – dimessosi lo scorso marzo – per convincerlo a rifiutare di sottoporsi all’interrogatorio del procuratore Mueller, convinto che avrebbe commesso il reato di falsa testimonianza. Secondo Woodward, Dowd simulò una deposizione, facendogli domande incalzanti e portando Trump a contraddirsi. Il tycoon si infuriò e in un primo momento decise di non farsi interrogare, salvo ripensarci. Secondo l’autore del libro, Dowd parlo con lo stesso Mueller, dicendogli com’era andata la preparazione alla deposizione, cercando di spiegargli che non voleva che Trump testimoniasse per paura che la trascrizione uscisse sui giornali e spingesse le potenze estere a prendere meno sul serio l’inquilino della Casa Bianca. La risposta di Mueller fu la seguente. “John, capisco. Non testimoni. O fa così, o finisce in una tuta arancione (quella dei detenuti, ndr)”. E Trump? Rimase convinto della sua idea:”Sarei un buon testimone”, disse. Il giorno dopo Dowd si dimise:”Ho paura di non poterla aiutare più di così”. (agg. di Dario D’Angelo)
LO STAFF PRESIDENZIALE “SOVVERSIVO”
E’ destinato certamente a far discutere il nuovo libro di Bob Woodward, in uscita il prossimo 11 settembre – giorno importante per l’America – e dal titolo “Fear: Trump in the White House”. Le anticipazioni sembrano già aver creato non poche polemiche poiché si tratterebbe di un volume nel quale il celebre giornalista del caso Watergate avrebbe riportato aneddoti spiazzanti relativi al primo anno e mezzo di presidenza di Trump. La politica americana è già in fermento in vista dell’uscita del libro del quale Washington Post – lo stesso giornale in cui lavora Woodward – ha già pubblicato alcuni passaggi scottanti. Tutto sembra essere destinato a rappresentare una Casa Bianca letteralmente alla deriva ed uno staff che ogni giorno deve combattere con l’eccessiva impulsività del tycoon. Sono soprattutto ciò che gli ex dipendenti della sua amministrazione dicono di lui ad attrarre l’attenzione. In molti lo avrebbero descritto come disinteressato agli affari esteri nonché inconsapevole circa il funzionamento del governo. Ed ancora, nel medesimo libro di Woodward, sarà possibile trovare le macchinazioni quotidiane dello staff di Trump al fine di evitare crisi internazionali e descritte come una sorta di vero e proprio “colpo di stato amministrativo”. E così non è raro imbattersi in collaboratori che disobbediscono i folli ordini di Trump o rubano documenti importanti dalla sua scrivania per evitare che possa leggerli o firmarli. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
ECCO COSA SI NASCONDE AL SUO INTERNO
Uscirà il prossimo 11 settembre il libro del noto giornalista Bob Woodward su Donald Trump, dal titolo “Fear: Trump in the White House”. Si tratta di un docu-libro in cui il due volte premio Pulitzer racconta con minuziosi particolari la vita all’interno della Casa Bianca dopo aver ascoltato diversi testimoni ritenuti attendibili, fra cui ex e attuali collaboratori del presidente degli Stati Uniti. Si racconta una serie di situazioni al limite dell’inverosimile, con collaboratori che hanno addirittura tolto documenti dalla scrivania di Trump per evitare che lo stesso li firmasse, e salvaguardare così il mondo, scongiurando crisi internazionali. Woodward descrive queste azioni come una sorta di colpo di stato amministrativo, dove sono gli stessi collaboratori di Trump ad aver capito che qualcosa non quadra nella politica del tycoon. Il libro, anticipato dal Wahsington Post, rischia di creare un vero e proprio tornado in seno all’amministrazione Trump, a poche settimane dalle elezioni di mid-term, ed è già fra i bestseller nelle prenotazioni di Amazon. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TELEFONATA DEL 14 AGOSTO FRA TRUMP E WOODWARD
Oltre alle anticipazioni del libro, il Washington Post ha anche pubblicato l’audio di una telefonata di Bob Woodward a Donald Trump, avvenuta lo scorso 14 agosto. Il presidente americano si lamenta con il giornalista di non aver avuto diritto di replica alle accuse contenute nel libro, ma Woodward sostiene di aver chiesto per ben sei volte di incontrarlo ricevendo sempre dei rifiuti. Naturalmente tutti o quasi i fatti descritti nel libro vengono oggi smentiti dai diretti protagonisti, ad esempio John Kelly a capo dello staff della Casa Bianca che avrebbe definito Trump “un idiota”. Lo stesso vale per il segretario alla difesa John Matis. Nel libro si dice Matis disubbidì agli ordini di Trump di uccidere Assad convincendolo a bombardare come poi successe, ma anche qui Matis smentisce ogni cosa definendo il libro di Woodward “una fiction” (Agg. Paolo Vites)
“TRUMP E’ UN IDIOTA”
Non le manda di certo a dire il noto giornalista Bob Woodward, nel suo nuovo libro su Donald Trump dal titolo “Fear: Trump in the White House”, che tradotto significa “Paura: Trump alla Casa Bianca”. Molti i passaggi del due volte premio Pulitzer che screditano l’operato del presidente degli Stati Uniti, che descrive la vita a Washington come un totale “esaurimento nervoso”, un “presidente da scuole elementari”, confermando di fatto quanto già scritto da Michael Wolff nel suo libro “Fire and Fury”. Ovviamente il tycoon ha seccamente smentito ogni parola presente nell’opera di Woodward, e attraverso Twitter ha fatto sapere: «Il libro di Woodward è già stato smentito e screditato dal generale (segretario alla difesa) James Mattis e dal generale (capo di stato maggiore) John Kelly. Le loro citazioni erano false, una truffa al pubblico. Allo stesso modo altre storie e citazioni. Woodward è un operativo Dem? Notare i tempi?». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL LIBRO DI BOB WOODWARD
Rischia di creare un vero e proprio scossone in casa Trump, il nuovo libro di Bob Woodward. Il giornalista vincitore per ben due volte del prestigioso premio Pulitzer, pubblicherà il prossimo 11 settembre “Fear: Trump in the White House”, che promette di svelare il vero volto del presidente degli Stati Uniti. Il noto giornalista che ha svelato lo scandalo Watergate, descrive la Casa Bianca guidata dal tycoon come una sorta di città dei matti gestita da un incapace, come sottolineato dai colleghi di Rai News. Woodward cita le parole di John Kelly, capo di gabinetto, e di James Mattis, numero uno del Pentagono, che definiscono Trump rispettivamente, “un idiota” e con l’intelletto di un ragazzino.
TRUMP E LA CASA BIANCA NON CI STANNO
Ovviamente non ci sta l’uomo più potente al mondo, definendo il libro di Woodward solo come una frode, accusando lo stesso giornalista di lavorare per i democratici, anche per il fatto che il libro uscirà l’11 settembre, a esattamente due mesi dalle elezioni di metà mandato. Anche la Casa Bianca è intervenuta sulla vicenda, definendo la questione come “storie inventate da dipendenti frustrati”, ma il libro sta già volando nelle prenotazioni, essendo già primo in classifica fra i bestseller di Amazon. Non ci resta quindi che attendere la sua uscita.