L’omicidio di Francesco Augieri, giovane 23enne cosentino ucciso a coltellate lo scorso 22 agosto a Diamante è arrivato ad una svolta importante in seguito all’individuazione del suo autore. Si tratta di un ragazzo di appena 19 anni di origini campane, fermato per ordine del procuratore di Paola e del pm con l’accusa di aver commesso il delitto. Nel tardo pomeriggio di ieri, come riporta Repubblica.it, dal carcere di Napoli di Secondigliano dove era da qualche giorno detenuto, il 19enne ha confessato di essere stato lui ad uccidere Augieri, morto ancor prima di arrivare in ospedale. Da giorni ormai gli investigatori avevano concentrato la loro attenzione sul ragazzo campano. Le ferite e gli ematomi sul volto avevano rappresentato in parte la conferma che alla rissa costata la vita al 23enne cosentino e gravi ferite ad un ragazzo di origini campane di 28 anni, aveva partecipato anche il 19enne. Solo però nella giornata di ieri, probabilmente “sentendosi braccato”, avrebbe però deciso di costituirsi. Nelle passate ore infatti, i carabinieri di Scalea con il supporto dei colleghi di Napoli si erano presentati presso la sua abitazione ma anche da parenti ed amici con un decreto di perquisizione e sequestro. Proprio le ultime novità avrebbero spinto il giovane a consegnarsi.
A CACCIA DI EVENTUALI COMPLICI
Secondo quanto emerso dalle indagini, il delitto di Francesco Augieri fu scatenato da una rissa per futili motivi, legata ad una banale spinta. Un amico del 23enne cosentino avrebbe urtato accidentalmente il 19enne e dopo questo banalissimo episodio erano volate parole grosse e minacce prima che le rispettive comitive si allontanassero. Poco dopo però i due si incontrarono nuovamente nei pressi di un noto locale di Diamante e la lite rimasta in sospeso si trasformò ben presto in un vero e proprio scontro fisico durante il quale il 19enne sfoderò un coltello, come ricostruito dagli investigatori grazie al racconto dei testimoni ed alle immagini delle telecamere di videosorveglianza. Augieri sarebbe morto per difendere un amico poiché il 23enne intervenne ricevendo però un fendente che gli fu fatale. Sono ancora molti i punti della vicenda da chiarire, a partire dal motivo per il quale il giovane reo confesso avesse con sé un coltello. Sconosciuti anche gli altri ragazzi della sua comitiva. Le indagini proseguiranno al fine di individuare altri eventuali complici.