Pronunciano parole prudenti alla fine del vertice di 3 ore a Palazzo Chigi sulla Manovra i due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Dichiarazioni che dovrebbero far piacere ai mercati, che confermano la volontà di rispettare gli impegni e tagliare gli sprechi. Il leader della Lega, come riportato dall’Ansa, ha parlato di un “bello e proficuo lavoro, per far crescere l’economia italiana (senza regali alla Renzi) rispettando gli impegni presi con tutti a partire da quelli con gli italiani, su tasse, pensioni reddito di cittadinanza e maggiori posti di lavoro”. Simile il tono delle dichiarazioni del capo politico M5s, Luigi Di Maio, all’uscita dal vertice:”Le scelte sulla legge di bilancio devono essere coraggiose e devono esserlo nell’interesse dei cittadini. La mia posizione è ferma: vanno tagliati tutti gli sprechi, tutti i rami secchi, così come devono essere recuperate quelle risorse che, ad oggi, vanno nella direzione sbagliata. Gli italiani si aspettano tanto da noi e noi non li deluderemo perché saremo anche pronti a fare scelte coraggiose”. (agg. di Dario D’Angelo)
VERTICE DI GOVERNO A PALAZZO CHIGI
È un vertice di Governo con tutti i crismi quello che sta andando in scena a Palazzo Chigi alla presenza del premier Conte e definito come una sorta di “incontro preparatorio” in vista di quelli che definiranno perimetro e contenuti della tanto attesa Manovra economica d’autunno. Presenti anche i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, oggi divisi dalle rispettive dichiarazioni in merito alla proposta leghista della pace fiscale, da molti ritenuta un maxi condono che proprio il leader del Movimento 5 Stelle ha annunciato che i suoi non voteranno se avrà questi crismi. Sul tavolo, a cui partecipano anche il Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, c’è infatti pure la misura cavallo di battaglia dei grillini, il reddito di cittadinanza, che secondo Carlo Sibilia arriverà nel marzo 2019, mentre per quel che concerne le pensioni minime (altro nodo da sciogliere per il titolare del Mef) lo stesso Sibilia ha parlato di gennaio e nelle ultime ore Di Maio ha parlato della cosiddetta “pensione di cittadinanza” (innalzata alla soglia minima di 780 euro) come di una misura da varare il prima possibile dato che è nel contratto di Governo con la Lega. (agg. di R. G. Flore)
I NODI DEL VERTICE A PALAZZO CHIGI
In questi minuti a Palazzo Chigi il Governo si riunisce per discutere, ancora una volta, di Manovra economica con tanti nodi al pettine che proseguiranno per tutte le prossime settimane fino all’arrivo del testo nelle commissioni in Parlamento. Dal condono alle pensioni fino al reddito di cittadinanza, ma non solo: il premier Conte oggi ha anticipato che un capitolo importante saranno le cifre da destinare alla sanità, «La ministra Grillo ci ha fatto pervenire le sue richieste, c’è molta attenzione». Da aggiungere il capitolo sulle clausole di salvaguardia, per poter evitare in extremis l’aumento dell’Iva: il primissimo impegno del contratto Lega-M5s fu quello di “sterilizzare” l’aumento dell’Iva, destinato altrimenti a scattare dal primo gennaio 2019. «L’aliquota più bassa passerebbe dal 10 all’11,5%, quella più alta dal 22 al 24%. Un fardello da 12,5 miliardi di euro, che limita gli spazi disponibili per altre misure espansive», spiega il focus sulla Manovra del Sole 24 ore, in attesa che il Premier questa sera informi su quali punti saranno stati trovati gli accordi giusti per poter proseguire la stesura della complicata legge di bilancio. (agg. di Niccolò Magnani)
DI MAIO, “PENSIONI MINIME A 750 EURO”
Doppia sfida, alla Lega e al Ministro dell’Economia, Giovanni Tria: è un Luigi Di Maio non ancora sul piede di guerra ma che, una volta tanto, all’interno della maggioranza di Governo alza la voce e mette alcuni paletti nell’azione dell’esecutivo, e laddove il Movimento 5 Stelle si è adagiato alla linea del Carroccio sul tema migranti, su quelli economici e sociali intende portare a casa tutte le promesse fatte in campagna elettorale, a partire dal reddito di cittadinanza, fino alle pensioni minime. Intanto, in giornata, è arrivata da parte del leader dei pentastellati la doccia fredda per Matteo Salvini, dato che ha ribadito che i grillini non voteranno mai nessun condono, con riferimento al provvedimento della cosiddetta pace fiscale voluto dalla Lega: un gioco di parole per dire che, così com’è, il provvedimento non sarà votato oppure è un no secco senza replica a intervenire sulla materia secondo i desiderata dell’alleato di Governo? Intanto, sulle pensioni arriva un’altra grana per Tria, dato che il vicepremier, tornando sulle pensioni di cittadinanza, ha parlato della volontà ferrea del Movimento di alzare gli assegni minimi fino a quota 780 euro, andando contro quanto ha affermato Alberto Brambilla, economista in quota Lega, che a tal proposito aveva parlato di possibile rischio per i conti pubblici. (agg. di R. G. Flore)
RILANCIO SULLA PENSIONE DI CITTADINANZA
Prima un “avviso” alla Lega sul fronte del condono-pace fiscale, poi un chiaro avvertimento al Ministro Tria che in mattinata aveva messo in dubbio la “tenuta” di tutti i provvedimenti che il Governo vuole mettere in Manovra. Ecco ancora Di Maio: «La pensione di cittadinanza è nel contratto di governo e lo sappiamo sia noi che la Lega. Più in generale le promesse che abbiamo fatto sulle pensioni vogliamo mantenerle tutte. La riforma delle pensioni, e quindi superare la Fornero, significa svecchiare la pubblica amministrazione». A stretto giro arriva però, questa volta, la replica pubblica del titolare del Mef che prima di dirigersi a Palazzo Chigi per il vertice di maggioranza, fa sapere a margine di un convegno a Napoli del Cnr sul Mediterraneo, «Pensare di regolare i conti delle future pensioni lucrando sulle badanti non mi pare un approccio volto a risolvere i veri problemi. Sento dire in alcuni ambienti che quei contributi ci fanno comodo, ma non è questo l’approccio». Qui Tria si riferisce, con chiaro obiettivo Di Maio e il M5s, che molti lavoratori stranieri versano contributi che poi però vengono incassati attraverso diverse prestazioni pensionistiche, dato che poi questi lavoratori tornano appena possibile nel proprio Paese. (agg. di Niccolò Magnani)
ROVENTINI: “PACE FISCALE? SOLITO NEOLOGISMO..”
Luigi Di Maio avverte la Lega sulla pace fiscale: non dovrà essere un condono. Il leader del Movimento 5 Stelle lancia questo segnale alla vigilia di un nuovo vertice di Governo sulla Legge di bilancio, forse anche spinto da quanto ha dichiarato Andrea Roventini, che era stato indicato come candidato alla poltrona di ministro del Tesoro dal Movimento 5 Stelle prima del voto, a Repubblica. “Pace fiscale? È il solito neologismo. Una definizione che sembra spuntare da ‘1984’ di Orwell. Lo si chiami una volta per tutte per quello che veramente è, cioè un condono. Una promessa molto diseducativa”, ha detto l’economista, che ha anche spiegato che non adotterebbe nessuna delle proposte della Lega, perché non avranno un effetto positivo sull’economia, mentre quelle messe a punto dal Movimento 5 Stelle “puntano a stimolare la domanda”.
MANOVRA, DI MAIO: M5S NON VOTERÀ CONDONO
Di Maio non ci sta ad inserire “condoni” all’interno della prossima Manovra, nonostante la “pace fiscale” fosse un punto inserito nel contratto firmato con Salvini prima della nascita del Governo: «Questi sono giorni decisivi per la manovra, qui bisogna mantenere le promesse altrimenti è inutile che stiamo al governo», “gela” Di Maio gli altri membri dell’esecutivo in vista di un vertice a Palazzo Chigi che si preannuncia infuocato. «Noi abbiamo delle priorità, non solo il reddito di cittadinanza, ci sono temi importanti che noi abbiamo portato avanti per una vita e che bisogna affrontare, come ad esempio il taglio agli sprechi», avanza ancora il Ministro del Lavoro, non prima di concludere il suo ragionamento intervenendo all’esposizione internazionale delle calzature, «deve essere una Legge di Bilancio che vede il governo con in mano un paio di forbici che cominci a tagliare tutto quello che non serve. Io l’ho promesso agli imprenditori e ai cittadini, non ci dovranno essere più sprechi in questo Paese». (agg. di Niccolò Magnani)
OGGI VERTICE A P.CHIGI SULLA MANOVRA
Alle ore 18.30 oggi si terrà a Palazzo Chigi un nuovo vertice della maggioranza sulla Manovra Economica, come annunciato dallo stesso premier Conte: «Oggi pomeriggio alle 18.30, come sapete, abbiamo un ulteriore incontro sulla Manovra. La percentuale del deficit prevista dalla manovra sarà l’ultima notizia che vi daremo, quando avremo finito di discutere tutti i dettagli delle misure da approvare», rilancia il Presidente del Consiglio. Da segnalare negli ultimi minuti le parole del Ministro Di Maio che, assieme a Conte, Tria, Salvini e Savona dovrebbe partecipare al vertice di Governo: «Quindi se stiamo parlando di pace fiscale, di saldo e stralcio siamo d’accordo. Se invece parliamo di condoni non siamo assolutamente d’accordo. Perché abbiamo già visto per anni i governi Renzi e altri fare scudi fiscali e hanno creato solamente un deterrente a comportarsi bene e hanno fatto sempre pensare che in questo paese una via di uscita all’evasione ci potesse essere». (agg. di Niccolò Magnani)
TRIA E LA MANOVRA, COPERTA CORTA
Per Giovanni Tria la manovra non sarà una passeggiata. La coperta è corta per cercare di soddisfare le richieste di Lega e Movimento 5 Stelle, che oltretutto sembrano voler vedere assegnato lo stesso ammontare di risorse per i propri “provvedimenti bandiera”. Il ministro dell’Economia sembra voler rispettare il deficit/Pil all’1,6% in modo da non andare contro la Commissione europea, ma potrebbero non esserci sufficienti risorse per tutti i provvedimenti. A meno che non ci si limiti a farne di limitati, specialmente sul fronte della flat tax. Negli ultimi giorni è parso che Matteo Salvini sia disposto a partire dall’abbassamento della tassazione per le partite Iva e per le imprese, passando alle famiglie il prossimo anno. Questo per avere più risorse da stanziare sulla riforma delle pensioni, obiettivo condiviso dal Movimento 5 Stelle.
POSSIBILI TAGLI FISCALI
I pentastellati vogliono però varare il reddito di cittadinanza, ma anche si potrebbe cominciare a muovere qualche passo nella direzione del miglioramento dell’attività dei Centri per l’impiego, che sarebbero chiamati a fare da fulcro per l’erogazione della misura. Pare però che in ogni caso si vogliano varare le pensioni di cittadinanza. Potrebbe quindi esserci una manovra che guarda alle fasce più anziane della popolazione. Resta da capire se Tria, per reperire risorse, opererà misure di spending review o di revisione delle detrazioni e deduzioni fiscali. Quest’ultime rappresentano in alcuni casi degli sconti sulle tasse per le famiglie e dunque toccarle potrebbe scontentare non pochi italiani. Secondo i quotidiani, il Governo potrebbe anche pensare di aumentare le tasse su banche e grandi imprese per reperire fondi.