Le fake news non si arrestano mai. C’è chi le crea e team numerosi che tentano di trovarle e eliminarle. Facebook nelle ultime ore, per contrastare questo fenomeno, ha eliminato seicentocinquanta profili considerati falsi che avrebbero potuto disturbare i risultati delle elezioni in programma negli Stati Uniti per il prossimo novembre. Anche Twitter ha seguito l’esempio sospendendo trecento account per sospetto di manipolazione coordinata, molti dei quali creati in Iran. Ma da chi vengono generate le fake news? Esse possono essere create sia da organizzazioni vere e proprie, come durante il caso Russiagate, sia da individui singoli. Ma ciò che preoccupa di più nel mondo dei social network non è il fatto che venga scritto un post falso, ma quante volte quella notizia inventata venga condivisa. È la viralità delle notizie a spaventare, possono fare velocemente il giro del mondo grazie a bot, ossia account falsi che ricondividono migliaia di volte.
ALGORITMO E ELEZIONI
Facebook sta realizzando un sistema di rating, molto simile a quello che viene utilizzato per valutare ristoranti o alberghi, per misurare l’affidabilità degli account. Quanto ogni utente pubblichi contenuti veri e affidabili. Questo è quanto riportato dal Washington Post che dichiara che un utente che segnala un contenuto falso, quando invece è vero, acquisisce un punteggio basso; al contrario, chi segnala come falso una notizia falsa, avrà un punteggio più alto. Non solo, i ricercatori del social network in Michigan stanno realizzando un nuovo algoritmo: un software che smaschera le fake news analizzando punteggiatura, grammatica, testi. I primi test sono stati effettuati su articoli di qualsiasi argomento, dimostrando essere più veloce ed efficace di un occhio umano. Ma quanto queste fake news possono influenzare le elezioni? Secondo un’inchiesta del New York Times, non c’è un vero impatto sul voto dal momento che queste notizie false raggiungono un esiguo numero di utenti, la maggior parte con idee già chiare.