Per Antonio Tajani, il dibattito sul copyright in rete significa che oggi “Se tu puoi pubblicare in Rete senza nessun problema il contenuto realizzato da un altro è come se tu andassi in libreria, prendessi un libro e uscissi senza passare dalla cassa”. Sempre Tafani denuncia le pressioni indebite che ricevono i deputati dell’Europarlamento in vista del voto sul copyright, molte delle quali non arrivano neanche dall’Europa “per esercitare indebite pressioni, una operazione chiaramente orchestrata”. Da chi? Per il politico italiano nessun dubbio: i giganti del web come Amazon e Google (Agg. Paolo Vites)
L’APPELLO DI WIKIPEDIA
Se nelle ultime ore Antonio Tajani, presidente del Parlamento UE, ha voluto rassicurare che la riforma in discussione non lederà la libertà di siti quali Wikipedia, è proprio la stessa enciclopedia online a manifestare da tempo dubbi su un provvedimento a giudizio dei suoi fondatori estremamente dannoso. Anche per questo motivo, nella giornata di oggi, per tutte quante le “voci” presenti sulla Enciclopedia Libera, è stato deciso in segno di protesta l’oscuramento di tutte le immagini con delle sagome nere: “È tempo di aggiornare il diritto di autore” si legge nell’appello comparso oggi sul sito, ricordando che oramai quotidianamente Wikipedia trova ostacoli messi da coloro che non voglio che la conoscenza sia accessibile a chiunque. “Il 12 settembre l’Europarlamento potrà decidere se approvare o meno la #LibertàDiPanorama e permetterci di aggiungere foto ora vietate di monumenti e palazzi” si legge ancora nell’appello, in cui si invitano i lettori a far sentire la propria voce. (agg. di R. G. Flore)
TAJANI, “NO MINACCE A WIKIPEDIA”
Tutto nasce dalla oggettiva constatazione delle difficoltà che oggi si incontra nel mondo dei media alla tutela del diritto d’autore nel mondo digitale: il voto che si terrà domani in Parlamento Europeo proverà a superare la vecchia norma che mal si sposa con le esigenze digitali di oggi, ovvero con l’espansione dei social e delle iper-condivisioni online. Oggi la Fieg (Federazione italiana editori giornali) ha rivolto un appello-invito pubblicato a tutta pagina su diversi quotidiani: ai 72 europarlamentari italiani, l’invito è il medesimo «approvate la direttiva europea sul copyright». Mentre da più parti si osserva un vero e proprio rischio di minacciare la libertà e gratuità dei vari social, oltre che di Wikipedia, il Presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani ha provato a replicare con nettezza: «non c’è nessuna minaccia a Wikipedia, non c’è nessuna minaccia alla libertà nel testo che viene votato dal Parlamento, anzi c’è una richiesta di dare delle regole chiare per garantire la libertà, per garantire l’identità europea, per garantire il prodotto europeo” e anche “i consumatori che devono avere notizie certe, non fake news». Particolarmente significativo l’ultimo appello lanciato dal neo-presidente Siae, il grande Mogol: «La partita resta più che mai aperta. Lo status quo andrebbe a beneficio di una sola categoria: i giganti del web, che continuerebbero a lucrare su autori e creatori senza riconoscere loro il giusto compenso».
IL VOTO SULLA RIFORMA
Copyright, Commissione Ue: “Riforma oggi o mai più”, questo il moniito che arriva dall’Unione Europea. Domani è in programma il dibattito e il voto in plenario a Strasburgo sul dossier particolarmente scottante: “se il Parlamento europeo non riuscirà a concordare una posizione, la riforma non potrà essere conclusa entro l’anno prossimo”, ovvero quando scadrà l’attuale legislatura europea sottolinea l’Ansa. Un portavoce dell’Unione Europea ha evidenziato che, qualora la proposta venisse respinta, “verrà mantenuto lo status quo da cui solo le grandi piattaforme come Facebook trarranno beneficio”. Una materia delicata, dunque, con le nuove regole sul copyright che sono necessarie al fine di “consentire ai creatori e alla stampa di ottenere accordi migliori quando i loro lavori sono resi disponibili online”.
COPYRIGHT, IL MONITO DELLA COMMISSIONE UE
L’attuale direttiva in vigore risale al 2001 ed è evidentemente superata dai tempi: come sottolinea l’Ansa, continuerebbero a non approfittare del nuovo ecosistema online creatori, utenti e piattaforme europee. Al contrario, chi trarrebbero vantaggio? I giganti americani: da Google a Facebook, passando per Youtube. La portavoce al digitale dell’esecutivo comunitario ha aggiunto: “ci aspettiamo ora che l’Europarlamento raggiunga una posizione e cominci i negoziati su questa importante riforma”. Anche perchè se accadesse quanto successo a luglio, ovvero il rinvio del voto a settembre, non ci sarebbero più i tempi tecnici per approvare la riforma del copyright entro la fine del mandato di questo Parlamento europeo, ovvero il 2019. “La nostra proposta salvaguarda la libertà di espressione, non mette al bando né i meme né i link”, ha sottolineato la Commissione.