Certamente il gesto di alcune donne che si sono radunate intorno a un banchetto di Casapound poteva risultare pericoloso, come dice la questura di Roma aggiungendo “socialmente” in quanto provocazione che avrebbe potuto provocare incidenti. Ma applicare l’articolo 3 del codice antimafia per aver cantato Bella ciao davanti ai neofascisti è sicuramente esagerato. Il provvedimento, hanno commentato gli esponenti della Rete antifascisti di Roma sud, è “riservato a persone socialmente pericolose che si sono dimostrate dedite alla commissione di reati”. A nessuna delle tre fermate però è stato specificato dalla questura quale sarebbe il reato. Si tratta, è evidente, da parte della questura di un provvedimento preso come dicevamo all’inizio per la possibile nascita di incidenti fra gli esponenti delle due aree politiche, tenendo conto però che a rischio di provocare incidenti è la presenza in strada a volantinare di una associazione neo fascista che dovrebbe essere proibita dalla legge come prevede la costituzione (Agg. Paolo Vites)
L’INTERVENTO DI FRANTOIANNI
Tre donne della Garbatella che hanno cantato “Bella Ciao” lo scorso 20 maggio durante una manifestazione di CasaPound sono state ritenute “socialmente pericolose” dal questore di Roma perché “dedite alla commissione di reati”. L’avviso orale è stato recapitato alle attiviste, come hanno raccontato Rete Antifasciste e Antifascisti Roma Sud in un lungo comunicato. «Il bello è che a nessuna di loro viene specificato quali sarebbero questi reati, anzi, ad alcune di loro viene chiesto: “ma cosa ha fatto negli ultimi anni?”». Per la Rete Antifascista questo provvedimento «fa pensare» che scatti «non per la pericolosità di ciò che viene fatto (cantare Bella Ciao), ma per quello che si dice o che si urla e verso quale “specie protetta” sono rivolte quelle proteste». Sulla vicenda è intervenuto anche il parlamentare di LeU, Nicola Frantoianni: «Io sapevo che socialmente pericolosi sono ladri, mafiosi, stupratori, corrotti, chi commette reati – scrive sulla sua pagina Facebook – se la difesa della libertà e l’antifascismo sono reati e socialmente pericolosi, mi autodenuncio anche io. Sono socialmente pericoloso». E invita i followers a inviare una mail di autodenuncia alla questura di Roma e al Viminale «con un bel file audio in cui cantiamo Bella Ciao». (agg. di Silvana Palazzo)
CANTANO “BELLA CIAO” CONTRO CASAPOUND: AVVISO QUESTURA
Roma, banchetto a CasaPound: cantano Bella ciao e la Questura le ritiene “socialmente pericolose”. La vicenda risale allo scorso 20 maggio 2018: tre donne della Garbatella, nota zona della Capitale, hanno preso parte a una iniziativa contro un banchetto di CasaPound, movimento di estrema destra, in Largo Leonardo Da Vinci nell’VIII Municipio di Roma. Come sottolineato dai colleghi di Repubblica, le protagoniste in questione sono state convocate dalle forze dell’ordine: un avviso orale, provvedimento emanato dal questore e previsto dall’articolo 3 del Codice antimafia, riservato a persone socialmente pericolose. Le tre donne, nel corso della contestazione, si sarebbero dimostrate “dedite alla commissione di reati”: per protestare contro il banchetto, hanno gridato “noi qui i fascisti non li vogliamo” e hanno intonato il partigiano “Bella ciao”.
LA REPLICA SU FACEBOOK
Su Facebook, attraverso la pagina Rete Roma Sud, “Antifasciste e Antifascisti Roma Sud” hanno diramato un comunicato per commentare la vicenda e ripercorrere le fasi che hanno portato al provvedimento della Procura: “Qualcosa accaduto negli ultimi mesi senz’altro, nel quadrante di di San Paolo… qualcosa al quale erano presenti tutte coloro che hanno ricevuto la chiamata della Questura, per ritirare la notifica dell’articolo 1 o una denuncia non meglio specificata. Una sola è la risposta: la contestazione al banchetto di Casa Pound del 20 maggio. Più che un banchetto un’ “adunata sediziosa”, per riprendere il linguaggio del provvedimento ricevuto (o del Marchese del Grillo), visto che per dare dei volantini (bianchi) con il simbolo di CasaPound, si sono radunati circa 50 loschi figuri con caschi, nascosti come guardoni tra gli alberi di Largo Leonardo Da Vinci”. E sottolineano: “Una provocazione, anche piuttosto antiestetica, alla quale un gruppo di donne residenti ha risposto radunandosi spontaneamente per cantare Bella Ciao e ricordare che fascisti e razzisti non sono benvenuti nelle nostre strade. Niente di sconvolgente insomma!”. E l’avviso finale: “Se così fosse più che di donne “socialmente pericolose”, dovremmo preoccuparci della nostra società, che è realmente in pericolo. E dovremmo farlo tutt@, visto che sono anni che chi difende i principi dell’antifascismo e lotta sui propri territori viene costantemente colpito da meccanismi repressivi simili o peggiori di questi”. Qui di seguito il video dei colleghi di Repubblica.