Vi abbiamo riportato l’allarme lanciato da Brad Smith di Microsoft, secondo cui le democrazie di tutto il mondo sarebbe sotto l’attacco degli hacker. Il caso eclatante riguarda le elezioni presidenziali del 2016 negli Usa, con la vittoria di Donald Trump che ha scatenato furiose polemiche circa il possibile intervento di hacker russi. Ma anche il nostro Paese è stato in qualche modo coinvolto: appena un anno fa, il 2 agosto del 2017, la piattaforma Roussea del Movimento 5 Stelle è stata penetrata da un hacker, che ha messo a rischio i dati sensibili degli utenit registrati, così come le votazioni in programma. Come riportato da Il Giornale, l’hacker aveva sottolineato: “Questo non è un attacco politico. Ho avvisato via e-mail i gestori del sito della vulnerabilità trovata, mi hanno risposto che stanno lavorando per risolvere il problema, in questo momento la variabile non mi sembra più vulnerabile. Non scriverò quale era la variabile vulnerabile. Non escludo possano esserci ulteriori vulnerabilità o errori nel sito”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IL PRECEDENTE TEDESCO
C’è un precedente per quanto riguarda l’attacco degli hacker alla democrazia ed è interessante andarlo a ripercorrere dopo le parole della Microsoft e l’attacco alla Russia. La Germania infatti lo scorso febbraio è stata vittima di un attacco al Governo. Secondo quanto riportato dall’agenzia Dpa pare che dietro a questa situazione ci sarebbero nientemeno che le spie del gruppo Apt28. Nel mirino c’erano il Ministero degli Esteri e quello della Difesa. Non solo perché poco prima la Nbc aveva parlato di attacco nel 2016 per ben sette Stati: Alaska, Arizona, California, Florida, Illinois, Texas e Wisconsin. Proprio quest’ultimo precedente ci riporta velocemente nel nuovo continente con spunti di riflessione su quello che sta accadendo anche in questo momento. Brad Smith ha fatto venire alla luce quindi dei problemi non nuovi e per questo ancor più preoccupanti vista la scarsa possibilità di risolverli in tutti questi mesi. (agg. di Matteo Fantozzi)
LA RUSSIA NEGA
Il post del presidente Microsoft Brad Smith è stato chiaro le democrazie di tutto il mondo sono sotto attacco da parte degli hacker, spesso e volentieri legate al governo russo, che ne mettono a repentaglio la tenuta. A questa ricostruzione dei fatti non vuole sottostare l’oggetto delle accuse, il governo di Mosca che attraverso l’agenzia di stampa ufficiale Interfax – che cita fonti non specificate – ha smentito ogni coinvolgimento. Fatto sta che il lavoro dei pirati informatici, autori del cosiddetto phishing, è reale. I “corsari” del web hanno infatti tentato di spacciarsi per siti o invio di email legati a queste associazioni per provare a rubare dati personali e password. Ad essere coinvolti sono stati anche due celebri repubblicani molto critici nei confronti di Trump e dei legami con il Cremlino: il senatore di Arizona John McCain (sfidante di Obama alla presidenza nel 2008) e l’altro ex candidato alle presidenziali, Mitt Romney. Insomma: Mosca smentisce, ma lo spettro di interferenze nelle elezioni Usa resta…(agg. di Dario D’Angelo)
LE CONTROMISURE MICROSOFT
Il monito del presidente di Microsoft, Brad Smith, è chiaro: le interferenze di hacker russi nelle Elezioni Usa 2016 e nelle Presidenziali francese, aggiunte ai tentativi posti in essere in vista delle elezioni americane di mid-term sono la prova che “il settore tecnologico dovrà fare di più per contribuire a proteggere il processo democratico”. Come riportato da TGCom24, l’Unità Crimini Digitali di Microsoft la settimana scorsa ha fatto bloccare sei domini internet creati “da un gruppo largamente associato al governo russo e noto come Strontium”. Il presidente Microsoft ha chiarito che l’azienda Microsoft lancerà ora il nuovo programma “AccountGuard”, un’azione che “fornirà una protezione informatica all’avanguardia senza costi aggiuntivi a tutti i candidati e agli uffici per la campagna elettorale a livello federale, statale e locale, così come ai think tank e alle organizzazioni politiche che ora crediamo siano sotto attacco”, conclude Smith. Questa tecnologia, gratuita per chi usa Office 365, segnalerà i tentativi di attacco e fornirà una guida per mettere in sicurezza i sistemi informatici. (agg. di Dario D’Angelo)
LO ZAMPINO DELLA RUSSIA
Le democrazie sono sotto attacco e il pericolo principale arriva dal web, prevalentemente da hacker russi vicini a Vladimir Putin. Questo l’allarme lanciato dalla Microsoft, un monito da tenere ben presente soprattutto in vista della prossima scadenza elettorale negli Usa, le elezioni di mid-term, e cioè di metà mandato, che potrebbero essere decisive per ridisegnare gli equilibri del Congresso e facilitare – o al contrario compromettere – l’operato del presidente Trump. Secondo l’azienda di Redmond, dietro alcuni attacchi phishing che indirizzavano gli utenti verso i duplicati di siti web di organizzazioni americane allo scopo di carpire informazioni personali e diffondere fake news, vi sarebbero i celebri criminali informatici russi del gruppo ‘Apt28’, accusati essere molto vicine al Cremlino. Non sarebbe un caso, dunque, che ad essere presi di mira siano stati anche alcuni siti come quelli dell’Hudson Institute e dell’International Republican Institute, istituzioni molte critiche nei confronti non solo di Trump ma dello stesso Putin. (agg. di Dario D’Angelo)
MICROSOFT, DEMOCRAZIE SOTTO ATTACCO
La Microsoft ha denunciato attacchi informatici nei confronti delle democrazie mondiali. A farlo è stato il presidente in persona, Brad Smith, attraverso il seguente post: «È chiaro che le democrazie di tutto il mondo sono sotto attacco – le parole riportate dall’agenzia Ansa – entità straniere stanno lanciando attacchi informatici per interrompere le elezioni e seminare discordia». La multinazionale californiana ha scoperto alcuni hacker legati al governo russo, che volevano violare gruppi politici degli Stati Uniti. Una sorta di Guerra Fredda 2.0 quella denunciata da Microsoft: «Internet – ha proseguito Smith – è diventato un modo per alcuni governi di rubare e divulgare informazioni, diffondere disinformazione, sondare e tentare di manomettere i sistemi di voto».
LE INTROMISSIONI NELLE ELEZIONI DEL 2016
Ovviamente non si tratta di una novità, visto che nel 2016, durante l’elezioni del presidente degli Stati Uniti, che poi decretarono la vittoria di Donald Trump, hacker stranieri avevano violato il sistema, così come durante le presidenziali francesi dello scorso mese di maggio. A novembre ci saranno le elezioni di mid-term, di metà mandato: «L’ampliamento delle minacce informatiche a entrambi i partiti politici degli Usa – prosegue il presidente di Microsfot – rende chiaro che il settore tecnologico dovrà fare di più per contribuire a proteggere il processo democratico».