Il suo gesto, nelle ore successive alla morte della figlia a causa di una delle buche che infestano il manto stradale di Roma, aveva fatto discutere e commosso (aveva cerchiato in giallo il punto esatto in cui si era verificato l’incidente che le ha portato via la figlia) e quest’oggi, in collegamento con lo studio di Pomeriggio 5, la signora Graziella ha raccontato a Barbara D’Urso di come si sta impegnando per evitare che simili sciagure si ripetano. Secondo alcuni residenti, il tratto di strada su cui Elena Aubry è caduta fatalmente dalla sua moto era stato oggetto di recente di interventi tampone, anche se dal servizio mandato in onda durante il contenitore pomeridiano di Canale 5 quasi non si vedevano. “Io conoscevo mia figlia, e non so cosa sia potuto succedere” ha raccontato la madre di Elena, spiegando alla D’Urso di essersi fatta condurre sul luogo dell’incidente dalla Polizia Stradale della Capitale per valutare le condizioni della strada, sottolineando che le immagini odierne fotografano una realtà molto migliore di quando sua figlia ha trovato la morte in quel tratto. “Ho visto le foto di un giornalista, ha fatto un vero e proprio rilievo: c’erano dei dossi e dei cumuli su una strada a doppia carreggiata…” accusa la donna che ammette come oggi si trovi in prima linea per evitare che una simile sciagura possa capitare anche ad altre famiglie. E alla fine rivolge un appello all’amministrazione comunale di Roma: “La mia non è una critica politica, ma so che ora stanno mettendo dei cordoli, dei dossi in plastica e questi ammazzano le persone e i motociclisti” ha ricordato Graziella alla D’Urso, ricordando come nella Capitale circolino 700mila motoveicoli, numero record in Europa. (agg. di R. G. Flore)
ROMA, BUCHE SOTTO ACCUSA
Prosegue l’inchiesta sulla morte di Elena Aubry, vittima lo scorso 6 maggio di una caduta mortale a Roma mentre era in sella al suo motorino. Il pm Laura Condemi ha disposto la ricostruzione 3D della disgrazia per verificare se le vibrazioni provocate dalle buche della strada hanno spossato la ragazza al punto tale da minare la sua prontezza di riflessi e la forza fisica necessaria per mantenere la stabilità della guida. L’ultimo chilometro percorso su via Ostiene dalla ragazza sarà analizzato con una ricostruzione tridimensionale. Elena ha perso all’improvviso l’equilibrio e poi ha sbattuto mortalmente la testa sul guardrail. Perché ha perso il controllo della moto? La caduta potrebbe essere stata causata da una buca, ma la procura ipotizza che la ragazza di 26 anni sia finita a terra per le innumerevoli sollecitazioni provocate dal disastrato manto stradale. Se così fosse, le conseguenze potrebbero ripercuotersi sulla gestione della manutenzione delle strade a Roma.
ELENA AUBRY, 26ENNE MORTA DOPO CADUTA IN MOTO
Nell’indagine per omicidio colposo di Elena Aubry è stata chiesta la ricostruzione tridimensionale dell’ultimo tratto del percorso. Si tratta di un metodo di analisi usato all’estero con risultati efficaci. Il consulente, come riportato dal Corriere della Sera, prima campionerà il tratto di strada interessato metro dopo metro, poi ricreerà lo stesso ambiente in una realtà virtuale, quindi riprodurrà l’andatura della ragazza, studiando le sollecitazioni subite e i prevedibili effetti sul fisico. Lo studio analitico è stato richiesto dalla procura e si fonda su una premessa: il singolo tremolio ha un effetto contenuto sul corpo, ma uno dopo l’altro a intervalli brevi avrebbe un effetto moltiplicatore tale da sfibrare il fisico del guidatore. E quindi si vuole accertare se questo è il caso di Elena, che potrebbe essersi trovata quel giorno a non aver avuto la prontezza indispensabile per reagire all’imprevisto, come una buca o anche un piccolo dosso.