Reddito di cittadinanza e Flat tax, arriva il via libera del ministro dell’Economia Giovanni Tria. L’economista ha evidenziato che i due provvedimenti sono compatibili con il Bilancio ed è attesa dunque l’attuazione di due capisaldi del programma elettorale di Lega e Movimento 5 Stelle. Per quanto riguarda la tassa piatta al 15 per cento, partirebbe dal 2019 in modo graduale: applicata in primo luogo ai commercianti e successivamente a tutti. Per il reddito di cittadinanza l’arco temporale è il medesimo, con la riforma dei centri per l’impiego già programmato. Governo al lavoro di pari passo con l’evoluzione dei conti. Ma i pentastellati spingono per accelerare ulteriormente il percorso: l’obiettivo è quello di presentare una proposta nel gennaio 2019 in modo da rendere operativo il reddito di cittadinanza. Attesi aggiornamenti a tal proposito, ma c’è la conferma: le due riforme si faranno, non ci sono dubbi. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CRITICHE ANCHE DAL PD
Le parole del ministro dell’Economia Giovanni Tria su reddito di cittadinanza e flat tax, compatibili con il bilancio del Paese secondo il titolare del ministero, hanno scatenato una ondata di polemiche. Vi abbiamo riportato il commento duro di Renato Brunetta, esponente di rilievo di Forza Italia, ma dure critiche sono giunte anche dal Partito Democratico. Pochi minuti fa il dem Luigi Marattin ha parlato di propaganda: “Vogliono fare flat tax per le piccole imprese? L’ha già fatta @matteorenzi e si chiama Iri (al 24%) ed è in vigore per quest’anno di imposta. La vogliono fare per i piccoli professionisti? C’è già da tempo e l’ha migliorata sempre Renzi nel 2014(al 15%).La propaganda non funziona”. E il Pd continuerà a dare battaglia, così come Forza Italia: le forze di opposizione continuano a ritenere non idonee le misure previste da Lega e Movimento 5 Stelle in materia economica, in particolare per la mancanza di coperture adeguate. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
BRUNETTA: “ORA SI SVENDERANNO I BTP”
Secondo Giovanni Tria, è possibile quanto meno avviare le riforme inserite nel contratto di Governo, come la flat tax, il reddito di cittadinanza e il superamento della Legge Fornero, rispettando gli obiettivi di bilancio. Il risultato del vertice di Governo di ieri non soddisfa Renato Brunetta, che in una nota evidenzia come l’esecutivo sembri voler “procedere nella sua azione di sfida aperta alla Commissione europea, alla quale chiede di sforare i parametri europei di finanza pubblica, incurante del monito del ministro dell’economia Giovanni Tria, il quale ha detto apertamente che i soldi per finanziare il faraonico programma economico giallo-verde non ci sono per nulla”. Per l’ex ministro, di fatto, è come se si stesse facendo “ingoiare” a Tria la linea anti-europeista di Di Maio e Salvini e questo atteggiamento “non farà altro che spargere ulteriore benzina sul fuoco dei mercati finanziari, che si attendevano parole ben diverse, di rassicurazione sui conti pubblici”. Per Brunetta, quindi, non resta, a questo punto “che aspettarci un altro round di svendite dei nostri titoli di Stato”. (agg. di Lorenzo Torrisi)
ACCORDO DI MAIO-SALVINI
Il primo vertice di Governo in vista della Legge di Bilancio si è concluso con una fumata bianca: come vi abbiamo raccontato, reddito di cittadinanza e flat tax sono compatibili con la situazione dei conti pubblici e partiranno già nel 2019. Questo quanto sottolineato dal ministro dell’Economia Giovanni Tria, con il requisito indispensabile dell’introduzione graduale delle due riforme. Il vertice, che ha visto protagonisti inoltre il premier Conte e i suoi vice Salvini e Di Maio, ha evidenziato che per rendere l’Italia più competitiva in ambito economico è necessario attuare immediatamente i due capisaldi di Lega e Movimento 5 Stelle. Tria ha però ricordato la necessità di fare calare il debito, con il deficit strutturale che non deve peggiorare. Accordo raggiunto tra Salvini e Di Maio, rivoluzione economica alle porte… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ACCORDO TRIA-CONTE
Il premier Conte aveva convocato d’urgenza per oggi i “pesi massimi” del Governo per provare ad iniziare una sorta d’intesa sulla Manovra Economica d’autunno in vista dell’estate: ma soprattutto, il Governo gialloverde intendeva abbassare il grado dello spread tornato a correre negli ultimi giorni, con lo “spettro” della mancanza di riforme messo in allarme dal Ministero dell’Economia. In sostanza, i “freni” di Tria sulla reale possibilità e tenuta finanziaria di tutte le principali promesse elettorali del Contratto di Governo avevano agitato e non poco i mercati finanziaria che avevano quasi subito fatto scatenare: ora arriva invece il dietrofront, con lo stesso Ministro del Mef pronto a dichiarare dopo la riunione di due ore a Palazzo Chigi «confermo la compatibilità tra gli obiettivi di bilancio già illustrati in Parlamento e l’avvio delle riforme contenute nel programma di governo in tema di flat tax e reddito di cittadinanza».
DUBBI FUGATI SUI FONDI (PER ORA)
Soddisfatto dell’incontro anche il premier Conte che ha ribadito come oggi «abbiamo deciso la programmazione economico-finanziaria che presenteremo nel prossimo mese di settembre». Secondo il Presidente del Consiglio, il Governo Lega-M5s ha giustamente operato «una ricognizione dei vari progetti di riforma che consentiranno all’Italia di avviare un più robusto e stabile processo di crescita. Abbiamo esaminato i mutamenti del quadro macro-economico e le condizioni del bilancio a legislazione invariata». Presenti al tavolo tutte le “teste pensanti” dell’esecutivo, oltre a Conte e ovviamente ai vice Salvini e Di Maio, anche Tria e i ministro Milanesi (Affari Esteri), Savona (Affari Ue), Trenta (Difesa) e il gran “tessitore” Giancarlo Giorgetti: al momento sono stati fugati tutti i dubbi e le incomprensioni degli scorsi giorni, anche se non sembrano essere cambiati di una virgola i piani finanziari e le ipotesi di coperture (mancanti). Sembra ovvero di vedere un tentativo, per ora riuscito, di tenere “i cocci assieme” nell’attesa di capire come e cosa far partire subito nella Manovra, cosa invece rimandare per mancanza di coperture. «La manovra – ha detto stamane Salvini a Sky TG24 – non conterrà subito tutte le misure previste, ma ci saranno i primi passi in direzione della flat tax e di una riforma radicale del sistema previdenziale»: Tria dovrà cercare di mediare tra le tante promesse dei vicepremier e i reali conti in tasca del Governo in attesa della Manovra forse più sotto “controllo” internazionale dai tempi forse del Governo Monti (quando fummo sull’orlo del default).