Un giorno di fuoco per il presidente americano Donald Trump che, come ha detto a ilsussidiario.net il corrispondente da New York del Corriere della Sera Massimo Gaggi, “riapre il caso Russiagate e lo porta verso l’impeachment”. La doppia condanna di due degli uomini che sono stati negli ultimi anni quelli più vicini a lui, benché il Russiagate non centri in nessuno dei due casi, “segnano un punto di vantaggio per il procuratore Mueller che si occupa del caso e minano fortemente la stabilità del presidente”.
Cominciamo dalla condanna in primo grado di Paul Manafort, l’ex capo della campagna elettorale di Trump. Si tratta di accuse per frode finanziaria in cui il presidente non è coinvolto. E’ comunque una vittoria per Mueller o no?
In ogni caso è un fatto disastroso per Trump. Ha sempre sostenuto che quella del procuratore Mueller era una caccia alle streghe inconsistente, ma il fatto che ci sia stata comunque una condanna per un suo ex collaboratore così importante è già un terremoto. Teniamo conto poi che questo è stato solo un aperitivo, il processo vero si aprirà nei prossimi giorni.
In che senso Mueller ne trae vantaggio?
Nel senso che la sua inchiesta prende comunque quota. Se Malnafort fosse stato assolto, il suo castello accusatorio avrebbe sicuramente subito dei danni. Inoltre questa condanna toglie a Trump dal punto di vista giuridico ogni possibilità di dimissionare il procuratore, cosa che comunque dal punto di vista politico sarebbe stata molto rischiosa.
Parliamo dell’ex avvocato Michael Cohen, che si è autoaccusato. E’ arrivato al punto di definire Trump “un criminale”. Secondo lei è uno stratagemma per avere uno sconto di pena o Cohen ha avuto una autentica conversione politica?
Questo è il caso più clamoroso dei due. I giornali americani sono tempestati, anche quelli non di sinistra, di titoli catastrofici nei confronti di Trump. L’avvocato di Cohen ha presentato le sue dichiarazioni come una conversione politica. Quello che avrebbe portato l’uomo che negli ultimi dieci anni è stato più vicino di tutti a Trump ad attaccarlo sarebbe, sempre secondo chi lo difende, l’amarezza per aver visto il suo ex amico sposare le tesi di Putin andando contro a tutta l’intelligence americana. Anche i leader repubblicani sono convinti della manipolazione russa nelle ultime elezioni. Tutto questo lo avrebbe portato a questa crociata contro Trump.
Quali sono le ripercussioni?
Sarà una cosa lunga e dolorosa. Cohen ha molte altre cose da raccontare, dirà di tutto e di più e questo inciderà sulle elezioni di midterm. Da quello che abbiamo visto di lui è un personaggio abbastanza spregiudicato da premunirsi con registrazioni degli incontri con la pornostar Stormy Daniels, figuriamoci se non ha registrato i suoi incontri personali con Trump e figuriamoci quanti documenti compromettenti ha nelle sue mani. Non si tratta più di parola contro parola, ma di accuse sostenute da prove effettive. Prove e documenti che potrebbero già essere nelle mani di Mueller che lui tirerà fuori quando ne avrà bisogno.
E’ previsto che Trump si sottoponga all’interrogatorio di Mueller, non sappiamo quando. Che succederà quel giorno?
Bella domanda. Bisognerà vedere quali accordi sulle domande gli avvocati del presidente prenderanno con il procuratore, ricordiamo però che un presidente americano non può essere incriminato per reati commessi durante la sua amministrazione. Può solo subire l’impeachment, ma solo se si tratta di reati federali.
Il che significa che il caso passerebbe da Mueller a un tribunale federale, giusto?
Sì, la giustizia civile non può processare un presidente. C’è anche chi in questi giorni avanza l’ipotesi che si continuerà a indagare per poi accusare e processare Trump una volta finito il suo mandato.
Ma l’impeachment è più vicino o no?
Sicuramente si è rimesso in moto il meccanismo che porta all’impeachment. Potrebbe saltare fuori un’accusa di crimine federale di interferenza nelle elezioni. E’ diventato difficile accantonare l’ipotesi di impeachment, ma dipende anche da come andranno le elezioni di midterm.
(Paolo Vites)