Matteo Renzi si scaglia contro il Governo, “scherza con il fuoco”: l’ex presidente del Consiglio ed esponente di spicco del Partito Democratico torna a parlare e lo fa ai microfoni de Il Messaggero. L’ex segretario dem ha parlato dei primi mesi di lavoro del governo Giuseppe Conte, formato da Movimento 5 Stelle e Lega, e nel mirino è finito il ministro dell’Interno e rivale storico Matteo Salvini: “Quella di Salvini non è politica ma body building verbale: alla fine però il fisico è quello che è e in Europa se ne sono già accorti”. Chiaro il riferimento agli episodi razzisti degli ultimi tempi, “ci sono degli animali che sparano a persone solo per il colore della pelle diverso”, sottolineando inoltre: “Il ministro dell’Interno deve essere il primo ad abbassare i toni. Con le provocazioni si sale nei sondaggi ma si mette a rischio la coesione sociale. Qui stanno scherzando sul fuoco, non è un modo di dire”.
“DL DIGNITA’ MASSACRA LE IMPRESE”
Dopo Matteo Salvini, l’ex premier ha messo nel mirino Luigi Di Maio per il decreto dignità: “Massacra le imprese, facendone fuggire alcune. Per combattere il precariato costringe a licenziare”. Continua sul provvedimento del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico: “A me sembra strano che nessuno abbia ancora organizzato manifestazioni di protesta, ma capisco che siamo tutti con la testa alle vacanze. Gli unici a dire qualcosa sono stati gli imprenditori del Nordest. Di Maio ministro del Lavoro del resto è ministro della disoccupazione”. Successivamente Renzi ha parlato del braccio di ferro con Bruxelles: “Per il momento è solo una telenovela. Ci sono o no i soldi per eliminare la Fornero, fare la Flat tax e per il reddito di cittadinanza? Sì o no? Se sì, facciano ciò che hanno promesso. Se no, credo che gli elettori di 5Stelle e Lega siano stati truffati da un governo che sta in piedi per le poltrone ma che paga i conti con gli assegni a vuoto. Quanto all’ atteggiamento con l’Europa, al momento sono chiacchiere. Noi abbiamo ottenuto flessibilità perché credibili grazie alle riforme, dal Jobs Act all’Anticorruzione”.