Il summit di Salisburgo sulla Brexit non è stato quel che si definisce un successo, per usare un eufemismo, con l’Unione Europea che ha parlato apertamente di “piano britannico inaccettabile” e col presidente del Consiglio Ue, il polacco Donald Tusk, che lo ha definito addirittura “morto”. Ma se la premier Theresa May continua ad ostentare sicurezza sostenendo che “il mio piano negoziale è l’unica proposta seria e credibile che rimane sul tavolo”, si può dire che in patria non siano altrettanto certi che sarà lei a portare il Regno Unito fuori dall’Europa. Come riportato da La Repubblica, i giornali inglesi hanno infatti pubblicato un memorandum che circola al parlamento britannico, con i nomi e le percentuali dei conservatori candidati a rimpiazzarla. Il sospetto è che May possa essere sfiduciata ad aprile, ovvero un mese dopo l’uscita prevista della Gran Bretagna dalla Ue. Molto dipenderà se alla fine alla Brexit si arriverà con un accordo o con un “no deal”. O, terza ipotesi negata dalla May, che alla fine un nuovo referendum mandi all’aria la Brexit. (agg. di Dario D’Angelo)
MAY, “PRESTO NUOVO PROPOSTA SU IRLANDA”
Dal vertice di Salisburgo la premier inglese Teresa May prova a replicare ai grossi dubbi avanzati da Tusk e dall’intero board Ue sulla proposta formulata di recente dal Governo Tory: «il mio piano negoziale è l’unica proposta seria e credibile che rimane sul tavolo», attacca la May appena terminato il vertice austriaco su migranti e prossimi impegni europei. Di contro, la stessa premier inglese prova a venire incontro su alcuni punti alle richieste europee, spiegando come «presto nuova proposte sul futuro dei confini fra Irlanda e Irlanda del Nord. Tutti siamo d’accordo che non ci può essere un accordo di divorzio senza un backstop legalmente vincolante, a garanzia del mantenimento di una frontiera aperta in Irlanda», ha concluso la premier Uk che si dice convinta di come, alla fine, un accordo buono per tutti si troverà. Poco prima, sempre da Salisburgo Tusk aveva rinforzato le sue convinzioni già emerse ieri (qui sotto tutti i dettagli, ndr): «il piano della Gran Bretagna per accordi commerciali post-Brexit semplicemente non funzionerà. Non siamo d’accordo su tutto, ne’ possiamo fare concessioni su tutto: ci sono le quattro libertà fondamentali e il mercato unico, ecco perchè non possiamo accettare l’accordo Chequer».
TUSK: “NON USARE MIGRANTI A FINI POLITICI”
Non solo le bacchettate su Twitter alla Gran Bretagna, e dunque alla premier Theresa May, in merito alla proposta per la Brexit presentata alla Ue e giudicata insufficiente, ma anche qualche frecciata pure sull’annoso tema dei migranti in vista del vertice di Salisburgo a cui presenzierà prossimamente anche il premier Giuseppe Conte. È un Donald Tusk a tutto campo quello che oggi ah chiesto di rielaborare e rinegoziare le condizioni proposte per la Brexit da Theresa May ma ha anche invitato altri Paesi, e il pensiero a chi siano i destinatari è facile, a non usare “il tema dell’immigrazione per fini politici”: secondo il Presidente del Consiglio UE, infatti, bisognerebbe uscire dal “gioco delle colpe sull’immigrazione” e ha invitato i rappresentanti dei diversi Stati Membri a non essere uniti tra coloro che vogliono risolvere questo problema e invece chi ne parla solamente per mero calcolo elettorale (va ricordato che si approssimano sempre di più elezioni europee che potrebbero ridisegnare, se non stravolgere, l’assetto dell’Europarlamento): anche per questo Tusk ha usato come parola-chiave quella della cooperazione, invitando a mettere da parte la retorica. (agg. di R. G. Flore)
TUSK, “LONDRA RIVEDA PROPOSTA SU BREXIT”
La Brexit per l’Unione Europea rappresenta un po’ quello che è l’influenza nei mesi invernali-primaverili: si insinua sempre, dietro l’angolo e “soffia” rendendo instabili e fragili i vari protagonisti della storia. Dopo che il Governo inglese resta tuttora in forte crisi proprio per la gestione del post-referendum Brexit, l’Europa prova a segnare un punto in modo da frenare quel “malanno” che è stata la scelta della Gran Bretagna di voler uscire dall’Ue l’ormai lontano 23 giugno 2016. «il premier britannico, Theresa May, deve modificare la sua proposta sulla frontiera in Irlanda e le relazioni future con l’Ue per arrivare a un accordo sulla Brexit», ha fatto sapere poche ore fa il Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk intervenendo al vertice informale di Salisburgo sulla questione immigrazione (qui tutti i dettagli, ndr). Per i vertici Ue, la proposta della May – e qui trovano il sostengo anche dei detrattori inglesi della premier Uk, Boris Johnson in testa – «richiede ulteriori negoziati, per metà novembre prevediamo una nuova riunione dei capi di Stato e di governo della Ue a meta’ novembre».
BREXIT, MAY A BARNIER: “NO RICHIESTE INACCETTABILI”
I negoziati sulla Brexit stanno arrivando ad un punto critico in cui bisogna iniziare a mettere nero su bianco tutte gli specifici accordi per la vera e propria “uscita” del Regno Unito dall’Unione Europea, e ovviamente ora tutti i nodi vengono al pettine. «Alcune delle proposte del primo ministro May del Chequers indicano evoluzioni positive in particolare sulla cooperazione nei settori della politica estera e della sicurezza. Su altre questioni, come la questione irlandese o il quadro per la cooperazione economica, la proposta del Regno Unito dovrà essere rivista e ulteriormente negoziata»; non solo, secondo Tusk se è vero che oggi v’è comunque maggiore speranza attorno al dossier Brexit (ovvero per una uscita più “soft”), «c’è sempre meno tempo. Ogni giorno che rimane deve essere usato per le trattative». In un articolo apparso oggi sul Die Welt, la premier May ha scritto che «Nessuna delle due parti può fare richieste inaccettabili all’altra sul futuro post Brexit del confine fra Irlanda e Irlanda del Nord». Rivolgendosi poi in particolare a Barnier (il capo negoziatore dell’Ue per la Brexit, ndr) il Primo Ministro di Downing Street ha definito inaccettabile «l’idea evocata dall’Ue di poter lasciare aperto il confine interno all’Irlanda imponendo una qualunque barriera doganale fra l’Irlanda del Nord e il resto del Regno Unito». E stallo fu..