Nei giorni scorsi sul Corriere della Sera Francesco Giavazzi e Alberto Alesina hanno presentato dei conti che illustrano come ogni tentativo del governo di spostarsi dalle strettoie imposte dalla Ue risulterebbe in un disastro. I mercati si spaventerebbero e tutto andrebbe alla malora. A meno che il disastro non sia il disegno del governo, spiegano i due economisti.
In effetti i due partiti populisti oggi al governo, M5s e Lega, sono in una botte di ferro elettorale. Se i mercati restano tranquilli è merito loro che sono riusciti a tranquillizzarli e si dimostrano responsabili. Se i mercati vanno nel panico, e i tassi di interesse schizzano in alto, è colpa dei governi precedenti che hanno combinato disastri e dei “poteri forti” che vogliono distruggere l’Italia e affamare la classe media sulla via della povertà. La narrativa forse sarà falsa, ma è quella che oggi è accettata.
Il problema, evidente guardando i sondaggi di opinione che danno M5s e Lega complessivamente verso il 70 per cento di popolarità (!), è che i vecchi partiti, gli uomini competenti e ragionevoli non riescono a fare breccia nel cuore dei votanti. Anzi.
È un classico dei momenti rivoluzionari. I giacobini o i bolscevichi, ma anche i liberali alla Adam Smith, probabilmente nel breve periodo non migliorarono la qualità media della vita della popolazione al loro avvento al potere, anzi. Ma i rivoluzionari si erano “impossessati” della “volontà generale” e restarono al potere.
In Cina, dopo i massacri per la collettivizzazione delle terre negli anni 50, dopo la feroce carestia del Grande Balzo in Avanti del 1957, dopo la rivolta del Dalai Lama contro Pechino nel 1959, l’esercito di Mao respinse e vinse gli Indiani in una breve ma feroce guerra di frontiera nel 1963 proprio in Tibet, l’area più debole del paese. Ragionevolmente l’esercito cinese avrebbe dovuto dissolversi alle prime fucilate indiane. Ma Mao si era impossessato della “volontà generale” del paese e i soldati combatterono valorosamente. Forse è questa la situazione in Italia per cui i competenti e ragionevoli non riescono a fare breccia.
Ciò porta al problema attuale. L’Italia naviga oggi tra Scilla dei timori dei mercati e Cariddi delle pressioni populiste di Lega e M5s. Da fuori Scilla sembra più forte, ha tutto il continente dietro, in realtà nello stretto è Cariddi che tira di più.
I pezzi di governo “ragionevoli” come il prudente ministro Giovanni Tria che fine possono fare? A occhio, senza supporto vero dai mercati (che non li considerano davvero “competenti”) e senza vera fiducia dei populisti (per cui “non sono dei loro”), rischiano di essere semplicemente schiacciati.
Un paio di mesi fa la situazione sembrava tranquilla, nessuno dei due partiti di governo aveva interesse a forzature sulla legge di bilancio. Ma forse la situazione sta cambiando. Mentre la Lega è in aumento grazie a una propaganda gratis (le urla contro gli immigrati non costano) il M5s non può fare altrettanto.
Il movimento di Grillo è in calo nei sondaggi, dove è già superato dalla Lega. Se il sorpasso si allunga la Lega può spingere verso le elezioni anticipate e cercare di prendere tutto il potere superando il 40 per cento dei voti. Sarebbe quindi la prima volta della presa di tutto il potere di un movimento sovranista in un grande paese dell’Europa occidentale.
La cosa poi avrebbe ripercussioni europee. La storia non si ripete, ma Hitler arrivò al potere in Germania perché Mussolini prima di lui era andato al potere in Italia. Forse non sarà così e certamente paragonare la Lega ai fascisti è insultante, ma la possibilità di avvitamenti c’è.
Per evitare questo il M5s deve distribuire un po’ dei soldi che aveva promesso. Ma soldi non ce ne sono, dicono i mercati. Quindi la logica fredda e ragionevole dei mercati spingerebbe al distacco tra Lega e M5s e a una deriva sovranista?
Forse, in questa luce, con questi pochi dati, tutti in Italia e in Europa dovrebbero tirare un profondo respiro e capire come si possono evitare avvitamenti italiani ed europei. Cosa può diventare l’Italia in una situazione globale dove le tensioni tra Usa e Cina si vanno esasperando, dove le paure dell’immigrazione spaccano l’Europa, e dove gli Usa sono in cerca di una loro nuova identità al di fuori delle regole che loro stessi avevano imposto alla fine delle seconda guerra mondiale?
Il futuro non è scolpito nella roccia, e ci sono varie vie d’uscita possibili a questa situazione. Ma forse bisogna lavorarci con attenzione.