Il Comune di Genova e la Protezione Civile, dopo le ultime rilevazioni nella zona del Ponte Morandi crollato, hanno preso la decisione di ridurre la cosiddetta “zona rossa” inaccessibile ai residenti e nella quale possono muoversi solamente soccorritori autorizzati. Dalla zona rossa sono stati infatti esclusi alcuni numeri civici che erano interessati dall’ordinanza di evacuazione, che riguardava la zona tra via Fillak e via Porro: gli inquilini dei civici dall’1 al 4 di via Porro potranno fare rientro nelle loro abitazioni perché le loro case non sono considerate più a rischio dagli esperti. La decisione è stata presa in base alla distanza dei civici interessati dal ponte: 110 metri che sono sufficienti per considerare i civici esclusi da un potenziale nuovo crollo della struttura: l’erogazione del gas per motivi di sicurezza resta comunque proibita all’interno di queste abitazioni. Per gli inquilini degli altri civici di via Porro e di via Del Campasso resta invece valida l’ordinanza di evacuazione. (agg. di Fabio Belli)
ZONA ROSSA TRA VIA FILLAK E VIA PORRO
Da due giorni, Genova ha la sua “zona rossa”, quell’area compresa esattamente tra via Fillak e via Porro, trasformata in città fantasma e dove sono ancora in corso le operazioni dei vigili del fuoco, alla ricerca di possibili sopravvissuti sotto le macerie. Gli unici rumori sono quelli dei martelli pneumatici di chi sta operando sulle macerie del ponte Morandi crollato lo scorso 14 agosto e quel tratto è ora considerato estremamente pericoloso. Anche per questo ben undici palazzine sono state fatte evacuare per motivi di sicurezza. Una evacuazione avvenuta in totale fretta così come avviene nei peggiori dei sismi, come testimoniato dai panni ancora appesi fuori dalle finestre delle abitazioni attualmente vuote. Ancora incerto, al momento, il destino delle stesse palazzine poiché non è stato deciso con certezza se la parte del ponte ancora in piedi sarà demolita oppure no. Nel primo caso, anche le palazzine che si trovano nelle immediate vicinanze dovranno necessariamente essere abbattute al fine di procedere con questa operazione. Molti sfollati, dunque, sono attualmente in balia della totale incertezza.
PRESUNTI SCIACALLI IN AZIONE: PRIMI ARRESTI
Sono oltre 600 le persone (331 i nuclei familiari) impossibilitate anche solo ad accedere alle proprie abitazioni, tutte nella zona rossa, per tentare di recuperare documenti importanti o effetti personali. e come spesso accade in tragedie di grandi proporzioni come terremoti, anche in questo caso non manca il rischio sciacallaggio nella zona rossa. Con decine di appartamenti incustoditi, il timore sempre più concreto è che qualcuno possa approfittare della situazione e per tale ragione, come spiega GenovaToday, da giorni le forze dell’ordine e i vigili del fuoco battono l’intera area per tenere sotto controllo la situazione da possibili sospetti. Tre donne dall’aria sospetta sarebbero già state fermate proprio in via Fillak trovate in possesso di arnesi ed arrestate. Lo riporta Ligurianotizie.it che spiega come le tre sarebbero già state processate per direttissima e condannate in primo grado. Due sono finite in carcere mentre la terza, la più giovane, ha ricevuto il divieto di dimora a Genova con obbligo di firma a Torino.
FUNERALI DI STATO E LUTTO NAZIONALE
In queste ore il pensiero intanto va proprio alle vittime di questa grande tragedia che ha messo letteralmente in ginocchio la città di Genova. Per la giornata di sabato 18 agosto 2018, giorno in cui si svolgeranno i funerali di Stato delle 39 vittime del crollo del ponte Morandi, è stato decretato anche il lutto nazionale con inizio dalle ore 11:00. A celebrare i funerali sarà l’arcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco presso la Fiera di Genova nel padiglione Jean Nouvel. Oltre ai rappresentanti del governo è attesa anche la presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Da ieri il numero delle vittime del crollo è rimasto invariato ma potrebbe ulteriormente aggravarsi con il passare delle ore dal momento che i dispersi sarebbero ancora almeno dieci. Le speranze di trovare dei sopravvissuti, invece, sono ancora presenti, seppur tendono ad affievolirsi con il passare delle ore.