Malagò aveva provato in extremis a far ripensare Torino in merito alla scelta di sfilarsi, ma il sindaco Appendino chiude tutti i battenti con le ultime dichiarazioni di pochi minuti fa: «Torino non si è tirata indietro, ha chiesto di avere chiarezza su certi elementi, la bozza di protocollo mandata dal sottosegretario Giorgetti non dava queste risposte. Se si decide di fare un percorso deve essere chiaro». Secondo il sindaco M5s, è stato un profondo errore proporre 3 città per un’unica candidatura ai Giochi Olimpici, al netto dei tanti appelli giunti in queste ore verso Torino e verso il Coni. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sembra invece ragionare già sul tandem Milano-Cortina: «Nel brand olimpico ci sarà Milano-Cortina 2026. Ieri ho sentito il sindaco di Cortina e lui è d’accordo. La mia battaglia non è di arroganza ma in questo momento avere davanti il nome e l’immagine di Milano è un bene per tutti». Ora si attendono le ultime notizie, definitive, da Losanna per sapere se l’assurda e schizofrenica “candidatura italiana” avrà un fine oppure sarà stralciata dagli stessi vertici italici prima ancora di gareggiare con le altre città avversarie. (agg. di Niccolò Magnani)
SALVINI: “FARÒ DI TUTTO PERCHÈ SI FACCIANO”
Sulla questione della candidatura dell’Italia alle Olimpiadi invernali del 2026, è intervenuto anche il ministro dell’interno, Matteo Salvini. Il vice-presidente del consiglio si sente di schierarsi dalla parte di Milano e Cortina, le ultime due città disposte ad ospitare i giochi invernali in programma fra 8 anni, dopo che Torino si è defilata: «Se Torino si ritira per motivi politici – le parole del leader del carroccio – il dovere del governo è sostenere chi non si ritira». Salvini ha quindi aggiunto e concluso: «Da italiano, sportivo e vicepremier farò tutto il possibile affinché i Giochi vengano fatti in Italia: mi piaceva il progetto che coinvolge l’intero arco alpino, ci sono rivalità di campanile ma se un progetto è utile a 60 milioni di italiani il mio dovere è andare avanti». Il vice-premier sembra quindi molto favorevole al fatto che l’Italia accolga i prossimi giochi olimpici, sicuramente un motivo di orgoglio e vanto per il nostro paese, oltre al ritorno di immagine ed economico. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL COMMENTO DI ZAIA
Anche il governatore della regione Veneto, Luca Zaia, è intervenuto per cercare di convincere Torino a fare un passo indietro in merito alla candidatura per le olimpiadi invernali del 2026. Intervistato stamane dai microfoni di Radio Rai in occasione del programma Radio Anch’io, il presidente del Veneto ha spiegato: «Questa non è una sfida o una prova muscolare, approfitto per fare un ultimo appello alla sindaca Appendino, avevo battezzato io il tridente. Io sono un inguaribile ottimista, ci sono non solo i 980 milioni per le Olimpiadi. Noi rinunciamo anche al tema del posizionamento del nome, è un peccato sciupare questa opportunità». A Zaia ha fatto eco il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, che ha parlato così rivolgendosi al primo cittadino torinese, Appendino: «Penso ci sia ancora tempo. Faccio mio l’appello di Luca Zaia – le parole ad Agorà – il problema è che la candidatura sia delle tre città e non di una sola, se è così io sono pronto a venire a Roma e sedermi a un tavolo. Così invece si rischia di essere meno forti. La sindaca Appendino ha mandato quella lettera a fronte della richiesta di Milano di essere capofila. Se problema è il posizionamento nel logo non c’è problema». La sensazione è che la partita non sia ancora chiusa, anche se al momento resta forte la possibilità che l’Italia si candidi solamente con il tandem Milano-Cortina. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
L’APPELLO DI MALAGO’
Le Olimpiadi Invernali 2026 in Italia non sono ancora definitivamente tramontate. Nonostante il governo abbia bocciato la proposta a tre città con Milano, Torino e Cortina, non è da escludere che l’Italia possa presentarsi solamente con il duo formato dal capoluogo lombardo e dalla splendida località Trentina, ipotesi tra l’altro suggerita e caldeggiata dai presidenti di Lombardia e Veneto, Fontana e Zaia. Il Coni volerà oggi a Losanna dal Comitato Internazionale Olimpico per avanzare la propria proposta, e nel frattempo il presidente Giovanni Malagò ha ritirato in ballo la candidatura di Torino, in un’intervista concessa stamane ai microfoni del programma Radio Anch’io di Radio Rai.
“SIAMO ANCORA IN TEMPO”
«Siamo ancora in tempo – dice il numero uno del Coni – non credo che Losanna non ci prenda in considerazione, oggettivamente è assolutamente aperta. Con una candidatura a due è sicuro che l’Italia ha meno possibilità di vincere, non avendo le garanzie del Governo». Ieri è stata la giornata di rottura, in cui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Giancarlo Giorgietti ha annunciato il fallimento del progetto: «La proposta non ha il sostegno del governo ed è quindi morta qui. Sono prevalse forme di dubbio piuttosto che sospetto e il governo non ritiene che una candidatura fatta così possa avere ulteriore corso». Oggi sembra rivedersi la luce in fondo al tunnel: sono attese novità nelle prossime ore.