Alice Sebesta, la detenuta che ha ucciso nel carcere di Rebibbia i suoi due figli gettandoli dalle scale, era stata segnalata più volte per alcuni comportamenti «sintomatici di una preoccupante intolleranza nei confronti dei due piccoli». Emerge da un documento firmato dal capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria Francesco Basentini, e visionato da Ansa. Inoltre, il personale in servizio nel carcere aveva segnalato «la necessità di accertamenti anche di tipo psichiatrico». La lettera del capo del Dap risale al 18 settembre ed è stata scritta dopo quello che è successo a Rebibbia. Nel documento si legge che il personale del carcere aveva, in alcune circostanze, segnalato i comportamenti che la detenuta aveva avuto verso i figli, evidenziando anche il bisogno di procedere con accertamenti psichiatrici. Il Dap valuterà la sostituzione del personale medico in seguito a quanto accaduto. (agg. di Silvana Palazzo)
RINTRACCIATO IL PADRE NIGERIANO
Una tragedia, duplice, e un mistero sul perché Alice Sebesta ha scaraventato giù dalle scale i due figli, entrambi morti: stava per essere scarcerata e questo, sottolinea l’avvocato, aumenta ancora di più l’incomprensibilità dell’atto omicida e folle di questa donna tedesco-georgiana che dopo il duplice omicidio ha anche commentato «i miei figli ora sono liberi, sono in Paradiso». La novità di giornata è dovuta al ritrovamento, dopo diverse ore per rintracciarlo, del padre di Faith e Divine: è di nazionalità nigeriana, anche lui detenuto ma in Germania dove è stato individuato grazie al lavoro incrociato di Carabinieri e Interpol. Lo si cercava per avere l’assenso circa l’espianto degli organi da Divine, il piccolo di 18 mesi morto ieri all’ospedale Bambino Gesù di Roma dopo diverse ore di coma e morte cerebrale. Nel frattempo i magistrati della Procura di Roma hanno inoltrato al gip Antonella Minunni la richiesta di convalida dell’arresto della donna: solo nei prossimi giorni ci sarà il primo interrogatorio di convalida della detenuta e mamma killer.
L’AVVOCATO: “DONNA TROPPO FRAGILE PER IL CARCERE”
Sono morti entrambi i figli di Alice, la detenuta tedesca del carcere di Rebibbia, che due giorni fa ha scagliato nella tromba delle scale i propri piccoli. Una vicenda assurda, al limite della ragione umana, come raccontato anche da Palmiero, l’avvocato della madre assassina, che stava discutendo con il giudice la scarcerazione della propria assistita: «Ero in discussione per la sua scarcerazione – ammette ai microfoni di RomaToday – sabato l’ho incontrata. Lei sapeva che la diversa misura cautelare sarebbe avvenuta proprio perché aveva due figli piccoli. L’ultima volta che l’ho vista, prima della tragedia, era sabato scorso. Sapeva che la sua scarcerazione sarebbe stata una questione di giorni e che ero stato al Tribunale del Riesame di Roma». Il legale l’ha quindi incontrata nelle scorse ore, dopo la morte dei figli, trovando una donna completamente distrutta: «Era in lacrime, tremava, si grattava continuamente le braccia. Ora è continuamente sedata. Ha vissuto tutto come una autopunizione. Il fatto che i figli fossero in carcere lo viveva come una doppia condanna. Non ha mai avuto problemi con la legge prima dell’arresto di fine agosto. Era incensurata e l’arresto l’ha devasta psicologicamente. Una ragazza troppo fragile per il carcere». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LA DIFESA DELLA DETENUTA
La difesa di Alice Sebesta è choc. Lei, detenuta di trentatré anni, arrestata perché in possesso di 10 chilogrammi di marijuana, ha ucciso i suoi figli che vivevano insieme a lei nel carcere di Rebibbia. Li ha lanciati dalle scale: la bambina di 6 mesi è morta sul colpo, mentre il fratellino di un anno e sette mesi è stato dichiarato in morte cerebrale. “Sapevo che ieri era in programma l’udienza davanti ai giudici del Riesame che dovevano discutere della mia posizione. I miei figli li ho liberati, adesso sono in paradiso”, ha detto la detenuta. Alice si trovava in carcere con i suoi bambini per merito della legge 62 del 2011 che consente alle donne di poter scontare la propria pena in strutture differenti rispetto al carcere, solo se condannate. Chi è in attesa di una sentenza definitiva, come Alice Sebesta, resta in carcere con i figli di età inferiore ai 4 anni. (Agg. Camilla Catalano)
62 BAMBINI IN CARCERE CON LE MADRI
La tragedia nel carcere di Rebibbia ha messo ancora una volta di più in luce il dramma dei bambini costretti a vivere con le madri detenute all’interno degli istituti penitenziari. In Italia sono 62 i piccoli che si trovano in questa condizione, secondo quanto emerge dai dati ufficiali del Ministero della Giustizia aggiornati allo scorso 31 agosto. Bambini costretti a vivere i primi anni della loro vita tra le mura di un carcere perché nessun altro al di fuori delle madri può occuparsi di loro. Una colpa scontata per qualcosa mai commesso, possono giocare con altri bambini (se ce ne sono) negli istituti che hanno allestito dei nidi, ma devono attendere che un parente o un affidatario possa occuparsi di loro per lasciare il penitenziario dove le mamme stanno scontando la pena. Una situazione spesso straziante che porta in alcuni casi a terribili tragedie come quella andata in scena nelle ultime ore a Rebibbia. (agg. di Fabio Belli)
SI CERCA IL PADRE DEL BIMBO PER ESPIANTO DEGLI ORGANI
Dovrà fare i conti con l’accusa di duplice omicidio la detenuta di Rebibbia che martedì ha lanciato i due figli sulle scale del carcere uccidendoli entrambi. Anche per il secondo fratellino, infatti, ricoverato in condizioni disperate non c’è stato nulla da fare ed i medici hanno decretato la morte cerebrale. Dalla procura di Roma, intanto, si continua ad indagare sulla tragedia e nel frattempo lancia un appello, come riporta RomaToday. Il destinatario è il papà dei due piccoli uccisi poiché solo con la sua autorizzazione sarà possibile procedere all’espianto degli organi dopo l’accertamento della morte cerebrale del secondo figlio ricoverato al Bambino Gesù. Gli inquirenti sono entrati in possesso solo di poche informazioni relative all’uomo: si chiama Ehis ed è di nazionalità nigeriana. L’uomo potrà contattare direttamente la direzione sanitaria dell’ospedale Bambino Gesù o i carabinieri. Dopo le ultime drammatiche novità mediche, la posizione di Alice Sebesta si aggrava. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
URGONO NUOVE GUARDIE CARCERARIE
Sono morti i due figli di Alice Sebesta, la detenuta tedesca che ieri ha lanciato dalla tromba delle scale i due figli: il primo era deceduto subito, mentre il secondo è spirato questo pomeriggio, a seguito delle gravissime lesioni subite. Una notizia scioccante che ha indotto il ministro della giustizia, Buonafede, a sospendere i vertici della sezione femminile del carcere di Rebibbia, dove la tedesca era rinchiusa. Sulla questione è intervenuto anche Marco Silvestroni, deputato di Fratelli d’Italia, che attraverso una nota ha cercato di riaccendere il problema sulle condizioni in cui versano alcune carceri italiane, ed in particolare, sulla necessità di nuovo personale: «Ci sono centinaia di giovani idonei da concorso pronti per prendere servizio nella polizia penitenziaria – spiega Silvestroni – che attendono lo sblocco delle graduatorie ma su questo finora nonostante anche una mia interrogazione al ministro depositata qualche mese fa non arrivano risposte. Eppure sarebbe già un grande aiuto per far stare più sicuri gli agenti di polizia penitenziaria e magari evitare queste immani tragedie dentro palazzi dello stato chiamati carceri». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MORTO ANCHE IL SECONDO FIGLIO
Sono gravissime le condizioni del bimbo, Divine, ferito dopo essere stato gettato dalle scale dalla madre detenuta a Rebibbia insieme alla sorellina Faith che purtroppo non ce l’ha fatta. Dall’ospedale Bambino Gesù, i medici hanno commentato, come riporta Repubblica.it: “Le ultime indagini necessarie per la valutazione del quadro clinico hanno confermato la condizione di coma areflessico con elettroencefalogramma isoelettrico”. Gli stessi hanno aggiunto di aver già programmato l’avvio dell’iter di accertamento di morte cerebrale. Una procedura che si attiva quando ormai le speranze si sono ridotte al massimo. Il piccolo, dunque, sarebbe da considerarsi clinicamente morto. Con estrema lucidità, la madre dei due bambini ha rotto il silenzio e parlando con il suo avvocato, Andrea Palmiero, durante un colloquio avvenuto nel reparto di psichiatria dell’ospedale Pertini dove da ieri è piantonata, ha spiegato: “I miei bambini adesso sono liberi, sono in Paradiso”. Il suo difensore ha spiegato che la sua assistita sarebbe del tutto consapevole di quanto accaduto. “Sapevo che ieri era in programma l’udienza davanti ai giudici del Riesame che dovevano discutere della mia posizione. I miei figli intanto li ho liberati, adesso sono in Paradiso”, avrebbe aggiunto al suo legale. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
MINISTRO BONAFEDE SOSPENDE VERTICI SEZIONE FEMMINILE
I vertici della sezione femminile del carcere di Rebibbia sono stati sospesi a seguito della tragedia che ha visto una detenuta uccidere i propri due figli, gettandoli nella tromba delle scade. Il ministro della giustizia, Alfonso Bonafede, aveva fatto visita alla struttura di detenzione nelle ore successive all’accaduto, annunciando di aver in serbo dei provvedimenti. Oggi è quindi giunta la notizia della sospensione dei piani alti della carcere. Di Giacomo, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria, aveva lamentato una situazione ai limite del sopportabile nel carcere romano: «Da settimane denunciamo i gravissimi episodi che stanno avvenendo nelle carceri italiane – le parole riportate da Il Fatto Quotidiano – chiediamo al ministro della Giustizia un intervento immediato, ha l’obbligo morale di intervenire sulla situazione carceraria, diventata ormai esplosiva». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SOSPESI I VERTICI DELLA SEZIONE FEMMINILE
«Mi sono recato personalmente a Rebibbia, ieri si è verificata una tragedia vera: non posso dare i dettagli della situazione perchè c’è un’indagine in corso, ma se ho preso provvedimenti di sospensione vuol dire che ho ritenuto che qualcosa non è andato come doveva andare. Degli errori sono stati fatti: nel mondo della detenzione non si può sbagliare e quel mondo vive in condizioni gravi. Ogni mattina quando vado al ministero penso ai detenuti, che vivono in condizioni difficili, ma anche agli agenti di polizia penitenziaria. Dentro questa cornice di difficoltà, quando c’è qualcosa che non deve accadere, prendo provvedimenti immediati»: così Alfonso Bonafede intervistato a L’Aria che Tira su La7 poco fa. A proposito delle critiche sulla gestione pre-dramma, ancora il Guardasigilli sottolinea «Se c’è una cosa che mi fa schifo, è che tutti si improvvisano tuttologi e commentano la legge: c’è solo da stare zitti e da aspettare che ci siano gli accertamenti. Da ministro ho preso i miei provvedimenti». Si attendono sviluppi sulla condizione del fratellino della bimba morta ieri giù dalle scale di Rebibbia, ma purtroppo le speranza che possa riprendersi sono veramente “al lumicino”.
REBIBBIA: MORTE CEREBRALE PER FRATELLINO DELLA BIMBA UCCISA
Purtroppo le condizioni di salute del fratellino della bimba di 4 mesi morta ieri, uccisa dalla mamma detenuta nel carcere di Rebibbia (qui tutti i dettagli della vicenda), sono sempre più gravi: l’abominevole caso di cronaca avvenuto nelle scorse ore all’interno del carcere di Roma si carica di una novità ancora più grave, visto che all’Ospedale Bambino Gesù stanno per avviare l’iter di verifica per la morte cerebrale dopo quel volo assurdo giù dalle scale. La mamma matricida, ancora per motivi per nulla chiari, ha buttato i suoi due figli piccolissimi giù per la tromba delle scale nella sezione dell’asilo nido interna alla struttura carceraria di Rebibbia, una delle poche in Italia che ospita questo tipo di possibilità per le madri detenute. «Le condizioni del bimbo sono purtroppo gravissime – si legge in un comunicato dell’ospedale romano che da ieri ha ricoverato il figlio di Alice Sebesta, la detenuta killer – Le ultime indagini necessarie per la valutazione del quadro clinico hanno confermato la condizione di coma areflessico con elettroencefalogramma isoelettrico. Prosegue supporto rianimatorio avanzato». La figlia di 4 mesi è morta sul colpo e ora anche il fratellino di poco più grande rischia di fare la medesima tragica fine.
MINISTRO BONAFEDE SOSPENDE VERTICI CARCERE REBIBBIA
Questa mattina, dopo la visita ufficiale alla struttura, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha sospeso la direttrice e la vicedirettrice della sezione femminile del carcere romano di Rebibbia e il vicecomandante del reparto di polizia penitenziaria. I provvedimenti sono stati subito adottati dal capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Francesco Basentini, che con Bonafede ha effettuato il sopralluogo stamani assieme al procuratore aggiunto Maria Monteleone (coordinatore del pool dei magistrati che si occupa dei reati sui minori). «”E una tragedia. Personalmente prego perché il bambino in ospedale possa essere salvato dai medici che stanno facendo di tutto. La magistratura sta già facendo gli accertamenti, posso soltanto dire, e non posso aggiungere nient’altro, che chiaramente il ministero ha già aperto un’inchiesta interna per verificare le responsabilità», ha detto Bonafede visitando il carcere romano dopo l’assurdo caso avvenuto in pieno giorno e nella zona controllatissima dell’asilo carcerario.